Klaus Michealson [Tvd]
La mia stanza è avvolta nel buio, e il silenzio è rotto solo dai miei respiri incerti.
Le lacrime scendono lente, lasciando una scia umida sulle mie guance che il cuscino non riesce ad assorbire del tutto.
Ho chiuso gli occhi, fingendo di dormire, come se ignorare il dolore lo facesse sparire.
Ma non funziona.
Non funziona mai.
Poi, quel rumore.
Un fruscio leggero, quasi impercettibile, ma sufficiente a farmi sobbalzare.
Mi irrigidisco sotto le coperte, il cuore che batte come un tamburo.
Damon?
Stefan?
Mi viene in mente uno dei miei fratelli, ma il panico mi impedisce di muovermi.
Mi asciugo velocemente il viso con il dorso della mano, sperando che non abbiano notato niente.
Mi fingo addormentata, il respiro lento e profondo.
-Shh, sono io- sussurra una voce vellutata, bassa, e perfettamente riconoscibile.
Klaus.
Il mio cuore si ferma per un attimo, poi riprende a battere, ma in modo completamente diverso.
Apro gli occhi lentamente, trovandolo in piedi vicino alla finestra, la luce della luna che illumina il profilo impeccabile del suo viso.
Gli occhi mi guardano con qualcosa che non riesco a decifrare.
-Klaus?- La mia voce è un sussurro rauco, incerto.
Mi alzo a sedere, asciugandomi in fretta le ultime tracce di pianto -Che ci fai qui? Non dovresti essere…- Non finisco la frase, cercando di mascherare l’agitazione.
-Non dovrei essere qui?- mi interrompe, inclinando leggermente la testa e accennando un sorriso, come se fosse divertito dalla mia domanda.
Poi fa un passo avanti, le mani infilate nelle tasche della giacca -Eppure, sono qui. Perché, mia cara, non credi davvero che possa ignorare il fatto che tu stia piangendo, vero, amore?-
Il soprannome mi fa venire un groppo in gola più grande delle lacrime.
Ma faccio del mio meglio per rimanere impassibile -Io… non stavo piangendo- mento goffamente, incrociando le braccia come per difendermi dal suo sguardo.
Klaus non risponde subito.
Invece, si muove con la solita eleganza felina, facendo il giro del letto per avvicinarsi a me.
Quando è proprio davanti a me, si accovaccia, mettendosi all’altezza del mio viso.
Il suo sguardo è così intenso che mi sento nuda, vulnerabile.
-Davvero?- chiede, la sua voce è bassa, quasi un mormorio.
La sua mano si alza, e le sue dita sfiorano con delicatezza la mia guancia.
Il tocco è caldo, confortante, e completamente disarmante -Allora come mai ci sono ancora queste tracce di lacrime, hmm?-
Non so cosa rispondere.
Non so come reagire.
Il suo tocco, la sua voce, tutto di lui mi fa sentire così piccola, eppure incredibilmente protetta.
E così, invece di parlare, le lacrime tornano a scorrere.
Non riesco a fermarle, e nemmeno ci provo.
-Oh, mia amore- sussurra Klaus, scuotendo leggermente la testa.
Ma non c’è irritazione nella sua voce, solo una dolcezza che mi fa venire voglia di piangere ancora di più.
Si avvicina ancora, il suo respiro caldo contro la mia pelle mentre solleva il pollice per asciugarmi le lacrime.
Si china e preme un bacio leggero sulla mia guancia, proprio dove la lacrima si era fermata.
Il tocco è così morbido, così incredibilmente intimo, che mi sento tremare.
Poi un altro bacio, un po’ più vicino alla mia tempia.
E un altro ancora, sulla punta del mio naso.
Ogni bacio è lento, come se stesse cercando di rimettere insieme i pezzi di me che si sono rotti.
Non dice nulla, ma non ne ha bisogno.
La delicatezza delle sue labbra parla per lui.
Si sposta sulla mia fronte, dove lascia un altro bacio, e poi sulle mie guance, finché ogni traccia di pianto sembra svanita sotto la sua attenzione.
-Klaus…- riesco a dire a malapena, ma non ho idea di cosa voglio dire.
-Sì?- risponde, il tono basso e calmo, come se fosse pronto ad ascoltarmi per tutta la notte.
Ma io non rispondo.
Non riesco.
Mi limito a guardarlo, con la gola ancora stretta e il cuore che batte troppo forte.
Lui sorride, un sorriso piccolo ma sincero -Lascia che me ne occupi io, almeno per stanotte-
E così, ancora accovacciato, solleva una mano e accarezza i miei capelli con una tale tenerezza che mi sento come se stessi per sciogliermi.
Dopo un momento, si alza e mi fa cenno di sdraiarmi.
Sono troppo stanca, troppo vulnerabile per discutere, quindi obbedisco.
Lui mi guarda con occhi dolci, poi si sdraia accanto a me, il suo braccio che mi avvolge con delicatezza.
-Non devi farlo- mormoro, ma non c’è convinzione nella mia voce.
-Sì, devo- risponde lui, tirandomi contro di sé.
La sua mano torna nei miei capelli, accarezzandoli con movimenti lenti e ritmici -Devo assicurarmi che tu non pianga più-
Chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal suono della sua voce e dal calore del suo corpo.
Con ogni respiro, il peso che porto dentro sembra alleggerirsi.
E, per la prima volta da troppo tempo, mi sento al sicuro.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro