Kimball Cho [The Mentalist]
Immagina per IM_JUST_A_GIRL___
Spero ti piaccia 💚
La sala relax è stranamente tranquilla per essere un giorno lavorativo.
Normalmente, qui è un caos di tazze, carte sparpagliate e gente che cerca di rubare l'ultimo biscotto dal vassoio comune.
Ma oggi ci siamo solo io, il mio tè fumante e… Cho.
È seduto davanti a me, con la sua solita postura impeccabile e lo sguardo pacato.
Anche quando si rilassa sembra in servizio, come se potesse smascherare un criminale semplicemente guardandolo male.
Io, invece, sono l’esatto opposto: seduta un po’ sbilenca, con le gambe incrociate e la tazza tra le mani, cerco di non sembrare troppo affascinata dalla sua presenza.
-Quindi, alla fine, hai capito chi era il colpevole?- gli chiedo, riferendomi al caso che stavamo seguendo.
-Era piuttosto ovvio- risponde lui, con quella calma che mi irrita e mi affascina allo stesso tempo.
Faccio un sorrisetto -Ah, sì, ovvio. Certo. Io ci sono arrivata subito, ovviamente-
Mi lancia un’occhiata, un accenno di sorriso che non arriva mai del tutto.
È incredibile: riesce a farmi sentire stupida senza neanche aprire bocca.
Il tè è ancora caldo e mi prendo un momento per sorseggiarlo, cercando di trovare qualcosa di brillante da dire.
È sempre difficile parlare con Cho: è come avere una conversazione con un muro molto intelligente.
-Sai, Kimball, potresti essere un’ottima guardia reale britannica- butto lì.
Lui alza un sopracciglio, incuriosito.
È una reazione, quindi direi che sono già a metà del mio obiettivo.
-Perché?- chiede, mantenendo il tono neutro.
-Perché non ridi mai. Seriamente, potresti stare ore a fissare qualcuno senza battere ciglio. Sarebbe perfetto per tenere a bada i turisti-
Lo dico con un sorriso sfacciato, pronta a ricevere uno dei suoi commenti taglienti.
Ma poi succede qualcosa di incredibile.
Qualcosa che pensavo fosse impossibile, come vedere un unicorno o trovare il carrello giusto al supermercato.
Cho ride.
Non una risata fragorosa, ovviamente.
È più un accenno, un breve suono basso che scivola fuori prima che lui possa fermarlo.
Ma è lì. È reale.
Lo fisso, incredula, con la tazza ancora a mezz’aria -Aspetta un attimo. Hai… hai appena riso?-
-No- Torna serio in un secondo, come se nulla fosse accaduto.
-Sì che l’hai fatto!- esclamo, appoggiando il tè sul tavolo -Ti ho fatto ridere! Questa è la prova che hai un’anima, Cho!-
Lui mi guarda, cercando di mantenere la calma -Rido sempre-
Scoppio a ridere -Ma certo, come no. Sei praticamente il re delle feste, giusto? Voglio dire, chi non ti paragona a un gatto impassibile o, meglio ancora, a un orso che è appena stato svegliato dal letargo?-
Sto per continuare, ma lui si alza improvvisamente, si avvicina e mi guarda dall’alto.
Il sorriso mi si blocca in faccia.
-Kimball, io stavo solo...-
E poi mi bacia.
Non è un bacio timido o incerto, ma deciso, sicuro, esattamente come tutto ciò che fa.
Le sue mani restano ai lati del mio viso, ma le sue labbra sono morbide e calde, e per un momento il mondo smette di esistere.
-Ora stai zitta, amore- dice con la sua solita calma, sorridendo contro la mia guancia.
Io rimango lì, con il tè freddo e un miliardo di pensieri che mi vorticano in testa.
Forse, penso, dovrei fare battute più spesso.
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