Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Jhonny Lawrence [Karate Kid]

Cammino nel corridoio con la mia amica, i piedi che si muovono meccanicamente mentre lei blatera di qualcosa di insignificante.

Il solito dramma del liceo.

Probabilmente un voto, un ragazzo, o entrambe le cose.

Annuisco ogni tanto per mantenerle l’illusione che stia ascoltando, ma la mia attenzione è altrove.

Lì, qualche metro più avanti, lo vedo.

Johnny Lawrence.

Seduto su una delle panchine contro il muro, le spalle un po’ curve, i capelli biondi che sembrano più spettinati del solito.

Indossa una felpa azzurra e i soliti jeans strappati.

Ha le cuffie nelle orecchie, una mano che gioca distrattamente con un filo allentato del tessuto.

Sembra... triste.

E questa è una novità, perché di solito Johnny ha quell’aria di superiorità arrogante.

La mia amica segue il mio sguardo e sospira -Non starai pensando di parlare con lui, vero?-

-Non lo so- mento, troppo occupata a osservarlo per formulare una risposta intelligente.

Lei sbuffa -T/n, ti ricordi cosa ti ha fatto, vero? Ti ha scaricata davanti a tutta la scuola dopo che gli hai urlato contro per come trattava Daniel-

Come potrei dimenticarlo?

Ma, nonostante tutto, eccolo lì.

Eccolo qui, dentro di me, come un tarlo che non se ne va.

-Vai in classe- le dico, cercando di ignorare il suo sguardo da “stai facendo una cavolata” -Tienimi un posto-

-Come vuoi- risponde, alzando le mani in segno di resa prima di andarsene.

Respiro profondamente e mi dirigo verso di lui.

Ogni passo sembra un’eternità, eppure, prima che me ne renda conto, sono lì.

Mi fermo davanti a lui, ma lui non alza subito lo sguardo.

È troppo preso dalla sua musica o, più probabilmente, dal suo universo parallelo fatto di pensieri che non condivide mai con nessuno.

Alla fine, si accorge di me.

Tira via una cuffia con un movimento lento, quasi svogliato -Che c’è?-

Il tono non è esattamente incoraggiante, ma non mi faccio scoraggiare -Come stai?-

Lui mi fissa per un momento, come se non credesse che sia davvero lì. -Seriamente?-

-Seriamente- rispondo.

Johnny scuote la testa e si appoggia al muro, lo sguardo che vaga altrove -Sto bene, T/n. Che vuoi?-

-Parlarne, forse?-

-Di cosa?- ribatte, alzando un sopracciglio -Di come mi hai urlato contro davanti a tutti? O di come hai deciso che sono uno stronzo?-

Ouch.

Questo fa male.

Ma non abbastanza da farmi desistere -Non sono qui per litigare-

-No? Allora cosa vuoi?-

Esito.

Perché, onestamente, nemmeno io so cosa voglio.

Ma vedere Johnny così... mi spezza qualcosa dentro.

Così allungo una mano e afferro la sua.

Lui la guarda, confuso, mentre io inizio a giocherellarci, tracciando i calli sulle sue dita con la punta delle mie.

Lui si irrigidisce, ma non si tira indietro -Senti- dice, la voce più bassa -Se sei qui per prendermi in giro, vattene, T/n-

-Non sono qui per prenderti in giro, Johnny-

Mi siedo accanto a lui sulla panchina, le nostre mani ancora intrecciate, e mi sporgo leggermente in avanti per cercare il suo sguardo -Cosa c’è che non va?-

-Niente- risponde subito, troppo in fretta per essere vero.

-Johnny...-

Lui sbuffa, passandosi una mano tra i capelli -Non è niente che ti riguardi, ok? Non più-

Capisco.

Non vuole parlarne, non con me, non con nessuno.

Ma io non sono nessuno.

Non per lui.

Così, prima che possa protestare, appoggio la testa sulla sua spalla.

Lo sento irrigidirsi di nuovo, come se non fosse abituato a nessun tipo di contatto umano che non preveda pugni o prese di karate.

-Ci sono- mormoro -Qualsiasi cosa sia, ci sono per te-

Sbuffa di nuovo, ma questa volta è diverso.

Meno ostile, più rassegnato.

Lo sento abbassare lo sguardo verso le nostre mani, e quando alzo gli occhi, lo vedo.

Mi sta guardando, davvero guardando, come se cercasse qualcosa che non sa nemmeno di volere.

Poi, con una lentezza che mi fa trattenere il respiro, posa l’altra mano sulla mia guancia.

È un gesto così dolce, così lontano dall’immagine che tutti hanno di lui, che mi lascia senza parole.

-Tu sei un casino- mormora, un accenno di un sorriso che gli solleva appena un angolo della bocca.

-E tu sei testardo- ribatto, sorridendo a mia volta.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro