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Jaime Lannister❗ [Got]

Immagina per @Hamlet_poetry
Spero ti piaccia 💚


La porta si chiude alle mie spalle con un tonfo secco.

L’aria è pesante, satura di tensione, come se la stanza stessa fosse consapevole di quello che sta per accadere.

Prima ancora che io possa voltarmi è vicino a me, i suoi passi rapidi e decisi come quelli di un leone che sa esattamente cosa vuole.

-Non dovresti essere qui- dico, ma la mia voce manca di convinzione.

I suoi occhi verdi scintillano di divertimento, un ghigno insolente che mi fa venir voglia di tirargli un pugnale.

O forse di baciarlo.

I suoi capelli dorati catturano la poca luce della stanza, rendendolo più simile a una figura mitologica che a un uomo.

Jaime Lannister: lo Sterminatore di Re, l’uomo che porta vergogna e desiderio nella stessa misura.

-Non dovrei fare molte cose- risponde, la voce un sussurro basso e pericoloso -Ma qui siamo solo io e te-

Prima che possa replicare, le sue mani si posano sui miei fianchi, forti e sicure.

Mi spinge contro il muro, con una forza che non lascia spazio alla protesta ma che non è mai brutale.

È un comando, una pretesa, ma anche una sfida.

-Dimmi di andarmene, e lo farò- dice, il respiro caldo contro il mio orecchio.

Non dico nulla.

La mia mente è in guerra, ma il mio corpo ha già deciso.

Lo odio, con ogni fibra del mio essere.

Lo odio per la sua arroganza, per la facilità con cui prende ciò che vuole.

Ma lo odio ancora di più perché io voglio essere presa.

Jaime sembra percepirlo.

Sorridendo come se avesse vinto una battaglia, preme il suo corpo contro il mio, il peso solido e rassicurante della sua armatura che mi spinge ancora di più contro la pietra fredda.

-Non dici nulla- mormora, e il suo sorriso si allarga -Interessante-

-Oh, vai al diavolo-

-Preferirei stare qui con te-ribatte, la sua voce un po' più bassa, un po' più pericolosa. 

Jaime ride, un suono basso e gutturale che mi fa rabbrividire.

La sua pelle è calda contro la mia, il contrasto con la fredda pietra del muro quasi mi fa girare la testa.

Quando mi solleva con una facilità che sembra innaturale, le mie gambe si avvolgono intorno alla sua vita senza che io nemmeno ci pensi.

-Jaime- riesco a dire, ma la mia voce è spezzata, debole.

-Sì?- sussurra, il suo tono è un misto di sarcasmo e desiderio.

Le sue mani si posano sui miei fianchi, calde e sicure, mentre i suoi occhi sono ancora fissi nei miei, come se volesse darmi l’occasione di tirargli un pugno.

Ma non lo faccio.

Perché?

Perché sono una dannata ipocrita.

-Se vuoi fermarmi, dimmelo ora- mi dice, il tono basso e graffiante.

Non dico niente.

Non posso.

Il mio cervello sembra essersi spento, lasciando spazio solo a quella parte di me che ha sempre desiderato questo.

Lui lo capisce, ovviamente.

Jaime Lannister capisce sempre tutto.

Le sue labbra trovano le mie con una fame che mi lascia senza fiato.

Non è un bacio dolce o gentile.

È un assalto, un incendio, e io ne sono completamente avvolta.

Le sue mani si muovono, scivolano sotto la stoffa della mia camicia, trovando la pelle.

Mi fa rabbrividire, ma non mi fermo, non mi tiro indietro.

Al contrario, le mie mani trovano la strada tra i suoi capelli, tirandoli leggermente, e il suo gemito basso mi fa sentire potente.

-Sei così irritante- mormoro contro le sue labbra, il respiro spezzato.

-E tu sei un disastro- ribatte, la sua voce carica di sarcasmo, ma le sue mani raccontano una storia diversa.

Le sue labbra lasciano la mia bocca per spostarsi lungo il mio collo, e io mi mordo il labbro per non fare troppo rumore.

Non voglio dargli la soddisfazione, ma il mio corpo lo tradisce.

-Jaime-

-Lo so- risponde, come se potesse leggere ogni pensiero che attraversa la mia mente.

E, onestamente, potrebbe anche essere vero.

Le sue mani scivolano più in basso, trovando la strada sotto la mia gonna.

Il mio respiro si blocca quando si ferma per un attimo, gli occhi verdi che incontrano i miei -Dimmi di fermarmi- mormora.

-Non fermarti- rispondo, senza nemmeno pensarci.

E poi tutto si perde.

Ogni pensiero, ogni esitazione, ogni cosa che non sia lui, qui, adesso.

Mi sento sopraffatta, ma non voglio fermarmi.

Non voglio fermarlo.

Il muro è ruvido contro la mia schiena, ma il calore del suo corpo contro il mio lo rende sopportabile.

Ogni movimento, ogni gemito, ogni parola sussurrata è una sfida, un atto di ribellione contro tutto ciò che dovrebbe separarci.

Quando finalmente mi prende, lo fa con una sicurezza che mi fa venire voglia di maledirlo e benedirlo nello stesso istante.

È frenetico, è disperato, è perfetto nella sua imperfezione.

Ogni movimento è una lotta tra il controllo e il caos, e io mi arrendo completamente.

Quando tutto finisce, rimaniamo lì, contro il muro, il respiro affannato che riempie il silenzio.

Lui mi guarda, il solito sorriso arrogante che gioca sulle sue labbra.

-Sapevo che non avresti resistito- dice, e questa volta gli do davvero uno schiaffo.

-Sei un bastardo-

-Ti amo- mi sussurra contro l'orecchio.

Scuoto la testa e lo allontano -Non possiamo- a simo contro il suo collo -Sei una guardi reale e io una Stark... Non funzionerebbe-

-Ha funzionato fino ad adesso- insiste, sistemandomi una ciocca di capelli e lasciandomi un bacio sulla spalla nuda.

Scuoto di nuovo la testa, con più foga stavolta, mi si sta appannando la vista ma non ho intenzione di piangere davanti a lui.

Alza il viso e pianta i suoi occhi nei miei -Che c'è?-, mi passa una mano sulla guancia -Su, dimmi perché stai piangendo-

-Perché ti amo... Dei, é così sbagliato-

Sorride leggermente poi appoggia di nuovo il viso sulla mia spalla -Ti aspetto stanotte, prendiamo il mio cavallo- afferma.



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