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Eddie Radmayne [Attore]

Immagina per Sogia2809
Spero ti piaccia 💚

Il sole splende alto nel cielo, gli uccellini cantano, e io mi sto sudando l'anima in un vestito che sembra costruito apposta per soffocare.

Non fraintendermi, è bellissimo, degno di una principessa Disney, ma l'ansia è il vero problema.

O forse è il corsetto.

Sono nascosta in una stanza decorata con fiori freschi, un perfetto rifugio per la sposa in crisi.

Fuori c’è un’intera fila di invitati che aspetta, e lì in mezzo, c’è Eddie.

Il mio Eddie.

Il pensiero dovrebbe calmarmi, giusto?

Sbagliato.

Mi sta facendo impazzire.

-Respira- mi dice mia madre, sistemando per la centesima volta il vestito.

La sua voce è calma, ma il suo sguardo dice che non tollererà drammi da parte mia.

-Sto respirando- replico con un tono che tradisce il contrario.

Le mie mani tremano e il cuore mi batte così forte che penso di aver inventato una nuova coreografia per la salsa.

Poi c'è una voce familiare che bussa alla porta.

È la mia migliore amica, N/a (nome/amica) , e ha il solito sorriso che non promette nulla di buono -T/n, calmati. Eddie è là fuori, più ansioso di te. Se riesce a stare in piedi senza svenire, tu puoi almeno camminare verso di lui-

Eddie ansioso?

Certo.

Lui sembra sempre così calmo, quasi etereo, come un quadro di Klimt.

È difficile immaginarselo agitato, ma il pensiero mi strappa un sorriso.

-Sta bene?- chiedo, cercando un pretesto per rimandare il momento in cui dovrò uscire di qui e affrontare l’intero universo.

N/a ride -È un fascio di nervi, ma è adorabile. Continuava a ripetere che non vuole rovinare nulla. Se solo potesse vederti, capirebbe che è impossibile-

Arrossisco, un po' perché è una bugia carina e un po' perché è Eddie.

Eddie Redmayne, l’uomo che mi guarda come se fossi l’unica cosa che abbia mai desiderato.

Quando finalmente la musica inizia e mi trovo al centro dell'attenzione, tutto diventa una sfocatura.

Non vedo nessuno, sento appena il brusio degli ospiti.

Vedo solo lui.

Eddie è lì, davanti a me, con quello sguardo che conoscevo anche prima di innamorarmi di lui, ma che ora mi fa tremare le ginocchia.

Sta sorridendo, ma è un sorriso nervoso, quasi timido.

La cravatta è allacciata storta, il che mi fa un po' sorridere.

Noto che le sue mani si stringono e si rilassano a intervalli regolari, come se fosse in una lotta per mantenere la calma.

Quando arrivo davanti a lui, prende la mia mano, ed è solo allora che mi accorgo che anche la sua sta tremando leggermente.

La cosa mi tranquillizza più di qualsiasi discorso motivazionale.

Il celebrante inizia a parlare, ma io sono troppo concentrata su Eddie per prestare attenzione.

I suoi occhi si fissano nei miei, e per un attimo è come se il mondo si fermasse.

Poi arriva il momento delle promesse.

Eddie tira fuori un foglio di carta, ma lo guarda solo per un secondo prima di lasciarlo cadere.

-Non posso leggere quello che ho scritto- dice con un sorriso nervoso, guadagnandosi una risata affettuosa dalla folla.

Poi torna a guardarmi, e la sua espressione cambia.

Diventa più intensa, più vulnerabile.

-Quando ti ho incontrata per la prima volta, non avevo idea che sarei finito qui, oggi, a sposarti. Ma quello che sapevo, da quel primo momento, era che c’era qualcosa di speciale in te. Sei gentile in un modo che mi lascia senza fiato. Sei forte, anche quando non te ne rendi conto. E sei terribilmente, inspiegabilmente testarda- aggiunge, ridendo.

La folla ride con lui, ma io sento solo il suono della sua voce, calda e dolce come una coperta in una giornata fredda.

-Ti amo perché sei imperfetta, e perché mi fai sentire che anche le mie imperfezioni possono essere amate. E voglio passare ogni giorno della mia vita a ricordartelo- conclude, e la sua voce trema leggermente.

Le lacrime iniziano a scendere prima che me ne accorga.

Cerco di dire qualcosa, ma ho un nodo in gola che sembra deciso a restare lì.

Il celebrante chiede i nostri voti, ma io rispondo solo con uno sguardo e un sorriso tremante.

Quando finalmente ci dichiara marito e moglie, Eddie si avvicina, le sue mani si posano sul mio viso con una delicatezza che mi fa venire voglia di sciogliermi.

Le sue labbra si posano sulle mie, lente, dolci, come se volesse assaporare ogni secondo.

È il tipo di bacio che non è solo un bacio.

È una promessa, un giuramento.

È tutto quello che non è riuscito a dire a parole.

Quando si stacca, i suoi occhi cercano i miei, e quel sorriso timido che adoro ritorna. -Ti amo, Mrs. Redmayne-

Arrossisco, ridendo -Ti amo anch’io, Mr. Redmayne-

E in quel momento, con la luce del sole che filtra attraverso le finestre e la sala piena di applausi, mi rendo conto che non importa quanto fossi nervosa.

Questo è il posto dove devo essere.

Questo è il mio per sempre.

---

La macchina avanza lenta tra le strade, con i vetri oscurati che ci separano dal mondo.

L’autista sembra un tipo serio, con gli occhi fissi sulla strada, ma io non riesco a smettere di pensare a quanto mi senta… soffocata.

E non solo dall’emozione.

Mi sistemo goffamente nel sedile, tirando leggermente il corsetto del vestito per prendere un po’ di aria.

Eddie mi lancia un’occhiata dal suo posto accanto a me, il sorriso gentile ancora stampato sulle labbra.

Sembra tranquillo, ma lo conosco abbastanza da capire che anche lui sta cercando di riprendersi dalla mattinata folle.

Alla fine, sbotto, senza pensare troppo: -Sto sudando come un montone.-

L’autista si irrigidisce appena e mi guarda dallo specchietto retrovisore, probabilmente chiedendosi se abbia davvero detto quello che ha appena sentito.

La sua espressione mi fa venire voglia di sprofondare nel sedile, ma Eddie… beh, lui scoppia a ridere.

E non è una risatina discreta.

Oh no.

È una risata piena, aperta, che riempie l’intera auto e mi fa dimenticare per un momento quanto mi senta accaldata.

Si piega leggermente in avanti, coprendosi la bocca con una mano, mentre cerca di riprendere fiato.

-Un montone?- riesce a dire tra le risate, con gli occhi che brillano come se avessi appena raccontato la battuta più esilarante del mondo.

-È vero!- insisto, cercando di mantenere un minimo di dignità, anche se il sorriso che si allarga sulle mie labbra mi tradisce -Tra questo vestito e l’ansia, potrei alimentare un intero villaggio con il mio sudore.-

Eddie ride ancora, scuotendo la testa mentre si avvicina a me. -Dio, ti amo.-

La sua voce è più bassa ora, dolce, quasi un sussurro.

Prima che possa rispondere, mi tira delicatamente verso di sé, facendo attenzione a non sgualcire troppo il mio vestito da sposa.

Le sue braccia si stringono attorno a me, forti ma incredibilmente delicate, come se avesse paura di spezzarmi.

-Sai qual è la cosa che amo di più di te?- mi chiede, appoggiando il mento sulla mia testa.

-Cosa? Il fatto che posso parlare di sudore senza problemi?- rispondo, alzando lo sguardo verso di lui con un sorriso sarcastico.

-Anche quello- ammette, ridendo piano. Poi il suo tono cambia, diventa più serio, anche se i suoi occhi sono ancora pieni di tenerezza -Amo il fatto che non importa quanto tu sia nervosa, o quanto tu possa sentirti imperfetta. Per me, sei perfetta. Sempre. Anche quando parli di montoni-

Arrossisco, il cuore che batte un po’ più veloce -Eddie, non puoi dire cose del genere mentre sono ancora intrappolata in questo forno ambulante. Potrei svenire-

Lui ride di nuovo, ma il suo sguardo non lascia il mio -Se svieni, ti terrò io. Sempre.-

E proprio in quel momento, mentre l’auto continua il suo tragitto e l’autista probabilmente si pente di essere venuto a lavorare oggi, mi rendo conto ancora una volta di quanto sia fortunata.

Eddie non è solo l’uomo che amo.

È il mio migliore amico, il mio rifugio, il mio tutto.

E anche se sto davvero sudando come un montone, non c’è nessun altro con cui vorrei essere in questo momento.

---

L’auto finalmente si ferma davanti al ristorante, un posto incantevole nascosto tra le colline, con vetrate che si affacciano su un panorama mozzafiato.

Il sole si riflette sul vetro come se stesse benedicendo questa giornata, e per un momento dimentico il calore soffocante, il corsetto stretto e il fatto che, probabilmente, ho la faccia lucida come una sfera da discoteca.

L’autista scende rapidamente per aprire la portiera, e quando lo fa, mi lancia un’occhiata un po’ incerta, come se stesse ancora metabolizzando il mio commento sul montone.

Decido di ignorarlo con grazia.

Eddie, invece, scende dall’auto con tutta la naturale eleganza del mondo, sistemando distrattamente il suo papillon mentre si volta verso di me.

-Permette, mia signora?- mi chiede, tendendomi la mano con un sorriso che potrebbe far sciogliere un iceberg.

-Solo se mi promette che dentro c’è l’aria condizionata- ribatto, ma prendo la sua mano, lasciandomi aiutare a scendere dall’auto.

Le persone davanti al ristorante ci accolgono con sorrisi calorosi, e una parte di me si rilassa.

Finalmente un po’ di normalità, lontano dai flash delle macchine fotografiche e dagli sguardi curiosi degli invitati.

Eddie stringe ancora la mia mano mentre ci dirigiamo verso l’ingresso, come se non volesse lasciarmi andare nemmeno per un secondo.

Entriamo, e il fresco dell’aria condizionata mi avvolge come un abbraccio.

Sospirando di sollievo, mi lascio guidare verso la sala riservata per il nostro pranzo.

È tutto perfetto: i tavoli decorati con eleganza, le candele accese che diffondono una luce soffusa, e il profumo del cibo che già mi fa venire l’acquolina in bocca.

Eddie si ferma un attimo, guardandosi intorno con un’espressione di approvazione -È tutto bellissimo, ma non quanto te- mormora, rivolgendomi uno sguardo che mi fa venire voglia di nascondermi per quanto è intenso.

-Eddie- lo avverto con un sorriso -se continui così, mi farai piangere e dovremo chiedere al ristorante un kit di emergenza per il trucco-

Lui ride piano, chinandosi verso di me -Piangi pure, amore. Sei bellissima anche quando lo fai-

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