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Desmond Hume [Lost]

Il sole è alto e cocente sopra la spiaggia, il rumore delle onde che si infrangono sulla riva è quasi ipnotico.

Mi sono ripromessa di fare qualcosa di produttivo oggi, tipo cercare cibo o aiutare con il campo.

Ma poi i miei occhi si sono posati su Desmond, seduto lì con una noce di cocco in mano, e, beh… addio produttività.

Lui è piegato in avanti, concentrato su quello che sta facendo, con una calma che sembra surreale considerando dove ci troviamo.

Il coltello nella sua mano si muove con precisione, staccando pezzi di guscio come se fosse nato per farlo.

La camicia blu è sbottonata quel tanto che basta per lasciare intravedere il petto, e i capelli ricci e lunghi sono un po’ spettinati dal vento.

Insomma, sembra uscito da un catalogo di "Naufrago Sexy".

Non che lo stia fissando.

No, per niente.

Ok, lo sto fissando.

Desmond alza lo sguardo e i nostri occhi si incrociano.

Mi sorride, quel sorriso sghembo che potrebbe convincermi a fare praticamente qualsiasi cosa, anche nuotare con gli squali.

-T/n, vuoi una mano con qualcosa?- mi chiede, con quel suo accento scozzese.

-Eh?- È tutto quello che riesco a rispondere, perché il mio cervello si è momentaneamente spento.

Lui ride piano, scuotendo la testa, e io realizzo che probabilmente sembro un’idiota -Ho detto, vuoi una mano con qualcosa?- ripete, sollevando il coltello per enfatizzare la domanda.

-No, no, sto bene… cioè, sto solo… passeggiando-

Brava, T/n.

Davvero convincente.

Desmond inclina la testa, osservandomi come se avesse capito esattamente quanto sono disperata in questo momento, ma invece di deridermi, sorride di nuovo e si alza.

Con la noce di cocco ancora in mano, si avvicina a me.

-Passeggiare, eh?- chiede, alzando un sopracciglio mentre si ferma davanti a me.

Lui è troppo vicino.

Letteralmente troppo vicino.

Riesco a sentire il profumo della salsedine sulla sua pelle e vedere le goccioline di sudore che gli brillano sulla fronte.

-Sì, passeggiare. Sai, è… terapeutico- Non sono sicura nemmeno di cosa significhi questa frase, ma lui annuisce come se avessi detto qualcosa di intelligente.

-Vuoi un po’ di cocco?- chiede, sollevando il frutto ormai perfettamente pulito.

Non è giusto che sembri così sexy anche con una semplice noce di cocco.

-Certo, perché no?- rispondo, cercando di sembrare disinvolta mentre lui si mette accovacciato vicino a me, il coltello ancora in mano.

Si concentra di nuovo sul frutto, incidendo con attenzione il guscio.

Io lo osservo lavorare, incapace di distogliere lo sguardo.

C’è qualcosa di incredibilmente affascinante in lui, come se fosse in grado di affrontare qualsiasi cosa con una serenità che non dovrebbe essere possibile in una situazione come questa.

-Sai, non pensavo che saremmo mai diventati esperti di noci di cocco- dico, cercando di rompere il silenzio.

Lui ride di nuovo, un suono basso e profondo che mi fa venire i brividi -Ah, mai dire mai. Questo posto tira fuori abilità che non sapevi nemmeno di avere-

Mi porge metà della noce di cocco, e io la prendo, cercando di non pensare al fatto che le sue mani erano lì un secondo fa.

Bevo un sorso del liquido dolce e fresco all’interno, e lui mi osserva con un sorriso divertito.

-È buono, no?- chiede, e io annuisco.

Gli sorrido, e per un momento ci guardiamo in silenzio.

Poi, lui fa qualcosa che non mi aspettavo.

Si avvicina, lasciando cadere la sua metà della noce di cocco nella sabbia.

Il suo viso è serio ora, i suoi occhi fissi nei miei come se stesse cercando di leggere ogni pensiero nella mia testa.

-T/n- mormora, la sua voce un sussurro -Posso fare qualcosa?-

-Fare cosa?- rispondo, la mia voce quasi tremante.

Prima che possa rispondere, si china e mi bacia.

Il mondo si ferma.

Le onde, il vento, il suono degli uccelli: tutto sparisce.

Ci siamo solo io e lui, le sue labbra calde e morbide sulle mie.

Il bacio è dolce, lento, eppure c’è una passione sotto la superficie che mi fa tremare.

Le sue mani si posano delicatamente sui miei fianchi, e io mi ritrovo a stringermi a lui, come se fosse l’unica cosa che mi tiene ancorata al suolo.

Ma, ovviamente, questo momento perfetto non poteva durare.

-Beh, guarda un po’- La voce di Sawyer taglia l’aria come una coltellata -Vi serve una stanza o siete a posto qui? -

Mi stacco bruscamente da Desmond, il viso in fiamme mentre mi giro a guardare Sawyer, che è appoggiato a un albero con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.

-Sawyer- inizio, cercando di mantenere la calma -non hai niente di meglio da fare? Tipo, non so, disturbare qualcun altro?-

Lui alza le mani in segno di resa, ma il sorriso non si sposta -Ehi, non lasciatevi disturbare da me. Tornate pure al vostro momento romantico. Io sarò dall’altra parte dell’isola, a fingere di non aver visto nulla-

Con un’altra risata, se ne va, lasciandoci lì, imbarazzati e leggermente irritati.

Desmond mi guarda, e io non posso fare a meno di ridere.

-Sai cosa?- dico, scuotendo la testa -La prossima volta scegliamo un posto più… privato-

Lui sorride, quel sorriso sghembo che mi ha fatto innamorare -Mi sembra un buon piano. -

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