Immagina per Sogia2809
Spero ti piaccia 💚

La stanza è silenziosa, eccetto per il lieve ronzio delle macchine che monitorano ogni battito del mio cuore, ogni respiro.

Sono seduta sul letto, le gambe piegate sotto di me, lo sguardo perso oltre la finestra.

Seattle è grigia oggi, il cielo basso e carico di pioggia.

Perfetto, penso, perché oggi è uno di quei giorni in cui anche io mi sento grigia, pesante, stanca.

Non so nemmeno perché sono qui.

Be’, a dire il vero, lo so benissimo: perché sto morendo.

Un cancro terminale.

Come suona bene, vero? Il tipo di diagnosi che senti nei film o nei documentari strappalacrime, non quella che pensi sentirai mai nella tua vita.

Ma eccomi qui, a 27 anni, con una data di scadenza che nessuno osa pronunciare ad alta voce.

Non mi aspettavo di trovarlo ancora qui.

Lo vedo per la prima volta dopo anni quando passa davanti alla mia stanza.

È questione di un attimo: i suoi occhi si posano su di me, e il mondo sembra fermarsi.

Lui rimane immobile sulla soglia, le sopracciglia aggrottate come se non credesse a ciò che vede.

-T/n?- La sua voce è un sussurro, quasi timoroso.

Mi volto lentamente, cercando di mantenere un'espressione neutra, ma il mio cuore martella nel petto.

È ancora più bello di quanto ricordassi.

I capelli neri, leggermente spettinati, gli occhi blu che sembrano scrutarti l’anima.

Quella mascella perfetta che potrebbe scolpire un diamante.

Derek Shepherd, l’uomo che avevo amato in silenzio da quando avevo memoria.

-Ciao, Derek- La mia voce è calma, ma dentro mi sento come una diga che sta per crollare.

Lui entra, chiudendo la porta dietro di sé.

Si ferma a pochi passi dal letto, le mani infilate nelle tasche del camice bianco - Cosa… cosa ci fai qui?-

-Seattle è bella in questo periodo dell’anno- rispondo con un sorriso che non raggiunge gli occhi.

Lui non ride. Mi fissa, il suo sguardo si fa serio, interrogativo -Cosa sta succedendo, T/n?-

Scrollo le spalle -Non è nulla di cui ti devi preoccupare. Sono solo qui per un controllo-

Non mi crede. Lo leggo nei suoi occhi, ma non insiste. Non subito.

Le settimane passano.

Ogni giorno, Derek trova una scusa per entrare nella mia stanza.

A volte mi porta un caffè, altre volte si siede accanto a me senza dire una parola, solo per assicurarsi che io non sia sola.

E ogni giorno, lo sento avvicinarsi sempre di più.

Mi chiede del mio lavoro, della mia vita a New York.

Io gli racconto storie leggere, cercando di evitare il grande elefante nella stanza.

Lui sorride, fa battute, ma lo vedo nei suoi occhi: la preoccupazione cresce.

Una sera, mentre il sole tramonta dietro la città, si siede accanto a me, più vicino del solito -T/n, non puoi continuare a mentirmi. So che non sei qui per un controllo-

Abbasso lo sguardo, il nodo in gola che minaccia di soffocarmi -No-

-Cosa c’è?- La sua voce è bassa, quasi spezzata.

Finalmente lo guardo negli occhi -Ho un cancro, Derek. Terminale-

Le parole rimangono sospese nell’aria, pesanti e crudeli.

Lo vedo irrigidirsi, il suo respiro che si blocca per un istante.

Poi scuote la testa, come se stesse cercando di rifiutare la realtà.

-No… no, non può essere-

-È così- Cerco di mantenere la voce ferma, ma le lacrime iniziano a scendere -Non mi rimane molto tempo-

Lui si alza, cammina avanti e indietro, le mani nei capelli.

Quando finalmente si ferma, i suoi occhi sono lucidi -Perché non me l’hai detto subito?-

-Perché cosa avrebbe cambiato? Tanto lo avresti scoperto, no?-

Si siede di nuovo accanto a me, afferrandomi una mano -Avresti dovuto dirmelo. Non puoi affrontare questo da sola-

Il silenzio si fa pesante, e prima che possa dire altro, Derek si avvicina.

La sua mano raggiunge il mio viso, le dita che tracciano una linea sulla mia guancia.

Il tocco è delicato, ma il calore mi travolge come un’onda.

-T/n… io…- La sua voce si spezza.

Gli appoggio una mano sul petto, sentendo il battito frenetico del suo cuore sotto le dita -Ti ho amato per tutta la vita, Derek, non te ne sei mai nemmeno accorto-

I suoi occhi si chiudono per un istante, come se stesse cercando di trattenere qualcosa di troppo grande.

Quando li riapre, una lacrima scivola lungo la sua guancia.

-Lo so- sussurra, prima di avvicinarsi e posare le sue labbra sulle mie.

Le sue mani si intrecciano tra i miei capelli, mentre le mie si aggrappano alla sua camicia come se fosse l’unica cosa che mi tiene ancora qui.

Quando finalmente ci separiamo, restiamo lì, vicini, i respiri affannati che si mescolano.

Derek appoggia la fronte contro la mia, le sue mani che stringono il mio viso come se avesse paura di lasciarmi andare.

-Non ti lascerò- dice, la sua voce spezzata ma decisa.

-Lo farai- sussurro, una lacrima che scivola sulle mie labbra -Ma va bene così-

Lui scuote la testa, le sue braccia che mi stringono più forte -No, non lo farò mai-