Daryl Dixon [Twd]
La luce fioca della stanza illumina appena le spalle larghe di Daryl.
Lui è lì, piegato in avanti su un bancone, con un’espressione indecifrabile stampata sul viso.
Non so cosa stia pensando, ma sono sicura che non abbia nulla a che fare con me.
Eppure, eccomi qui, incapace di distogliere lo sguardo.
Daryl Dixon è il tipo di uomo che sembra uscito da un western mal scritto: capelli spettinati, barba incolta e quell’aria perennemente infastidita che gli conferisce un fascino da lupo solitario.
Io, d’altro canto, mi sento più come un personaggio secondario in una sit-com.
Magari quella che inciampa nei momenti peggiori.
Eppure, per qualche misterioso motivo, continuo a gravitare intorno a lui come una falena verso una fiamma.
Lui solleva lo sguardo, cogliendomi in flagrante mentre lo fisso. Perfetto. Ecco che arriva il momento imbarazzante della giornata.
-Che vuoi, ragazzina?- mi domanda, il tono graffiante e leggermente spazientito.
È la sua voce normale, ma io non riesco a non notare come sembri sempre un po’ sul punto di ringhiare.
-N-niente- balbetto, cercando di sembrare casuale mentre mi appoggio al tavolo accanto a lui.
Naturalmente, sbaglio mira e finisco per colpire il bordo con il fianco.
Daryl alza un sopracciglio, palesemente poco impressionato.
-Sei sempre così goffa o è un talento speciale?- chiede, e io sento il bisogno immediato di sprofondare sotto il pavimento.
-Dipende. Mi riservo il meglio per le occasioni speciali- Cerco di mantenere il tono ironico, ma il mio cuore batte come un tamburo.
Perché sto ancora parlando? Perché non mi fermo?
Lui emette un suono basso, che potrebbe essere una risata o forse solo un colpo di tosse.
È difficile dirlo con Daryl.
Mi guarda di nuovo, questa volta con un’espressione che sembra vagamente divertita.
Forse sono una forma di intrattenimento per lui, come un cucciolo che cerca di rincorrere la propria coda.
-Se hai finito di farmi perdere tempo, potresti anche...-
-Ti stai prendendo una pausa?- lo interrompo, indicando il bancone -Non ti vedo mai rilassarti-
Daryl mi guarda come se avessi appena detto qualcosa di ridicolmente ingenuo -Non c’è molto da rilassarsi, di questi tempi-
-Giusto, ma... voglio dire, anche tu hai bisogno di... non so, staccare ogni tanto. Siamo umani, no?-
-Alcuni più di altri- ribatte, ma il tono non è così tagliente come mi aspettavo.
È quasi... pensieroso. Questa è la cosa di Daryl: ogni tanto lascia intravedere qualcosa sotto tutta quella durezza.
Un brandello di vulnerabilità che mi fa venire voglia di conoscerlo di più. E, francamente, di mettermi nei guai.
Mi schiarisco la gola, cercando di spezzare il silenzio imbarazzante che segue -Se ti serve una mano con qualcosa, sono qui-
-Ragazzina, non ti serve metterti nei miei casini per sentirti utile-
-Non sono una ragazzina- rispondo, forse con troppa veemenza
Lui mi guarda, e c’è un lampo di qualcosa nei suoi occhi. Divertimento?
-Ah no? Quanti anni hai, allora?- domanda, incrociando le braccia sul petto.
È una sfida, chiaro come il sole. E io sono abbastanza stupida da accettarla.
-Abbastanza per sapere cosa sto facendo, Dixon-
Daryl scuote la testa, come se avessi appena detto la cosa più assurda che abbia mai sentito -Non sembra-
Il mio orgoglio ferito mi spinge a fare qualcosa di stupido.
Mi avvicino di un passo, accorciando la distanza tra noi.
Ora posso vedere ogni dettaglio del suo viso: le linee di stanchezza intorno agli occhi, la cicatrice appena visibile sul mento, e quella strana miscela di durezza e dolcezza che lo rende così... Daryl.
-Forse non mi conosci così bene- dico
Per un istante, sembra sorpreso.
Poi fa un passo verso di me, riducendo ancora di più la distanza.
Ora siamo così vicini che posso sentire il calore del suo respiro.
Il mio cuore sta martellando nel petto, e mi rendo conto che forse, solo forse, ho sopravvalutato le mie capacità di flirt.
-Ragazzina- dice, e il modo in cui la parola rotola dalla sua bocca mi fa venire i brividi -Non sai in che gioco stai cercando di entrare-
-Magari voglio scoprirlo- rispondo, senza pensare.
Santo cielo, sto davvero dicendo queste cose?
Daryl mi fissa per un lungo momento, i suoi occhi che cercano qualcosa nei miei.
Poi, con un movimento lento e deliberato, si avvicina ancora di più.
Quando le sue labbra incontrano le mie, è come un fulmine.
Tutto dentro di me si spegne e si accende contemporaneamente.
Il bacio è breve, ma intenso, e quando si allontana, mi sento come se stessi fluttuando.
Lui mi guarda, il suo sguardo ora più morbido, ma con una scintilla di divertimento.
-Sei troppo giovane per questi giochetti- dice, scuotendo la testa.
-E tu sei troppo vecchio per essere così presuntuoso- ribatto, cercando di mascherare il mio imbarazzo con l’ironia.
Daryl emette un’altra di quelle risate basse, poi si gira e si allontana, lasciandomi lì a fissarlo.
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