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Carl Grimes [Twd]

Immagina per PriscillaRos1
Spero ti piaccia 💚

Alexandria è tranquilla oggi.

Il che, considerando l’apocalisse zombie là fuori, è già un mezzo miracolo.

Sono nella piccola infermeria che un tempo era di Denise, intenta a sistemare alcune bende quando sento dei passi pesanti e una vocina squillante che mi fa voltare.

-T/n!-

Judith Grimes mi corre incontro con quel suo sorriso che potrebbe far sciogliere anche un vagante.

Dietro di lei, Carl.

Ah, Carl Grimes.

L’eterna ombra che mi segue da due anni senza mai riuscire a parlarmi per più di trenta secondi prima di diventare rosso come un pomodoro e scappare.

E dire che lo trovo persino carino, se solo si decidesse a farmi una frase di senso compiuto senza balbettare.

-Ehi, piccola!- Mi abbasso per prendere Judith in braccio e la sollevo con uno sforzo minimo -Michonne ti ha portata a fare un controllo?-

-No!- risponde lei, scuotendo la testa con forza -Carl!-

Alzo lo sguardo verso di lui.

È in piedi accanto alla porta, le mani sprofondate nelle tasche della sua camicia, lo sguardo sfuggente.

Il solito.

-Carl, eh?- Sorrido, mentre poso Judith sul lettino -Allora, vuoi visitarla tu, dottor Grimes?-

Carl sbuffa piano e alza gli occhi al cielo -Solo perché Michonne era impegnata-

-Mh-mh, certo- Annuisco, divertita.

Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che Carl farebbe qualsiasi cosa per Judith, anche venire qui e rischiare di dover parlare con me.

Comincio la visita, controllando che sia tutto a posto.

Judith è sana come un pesce, chiacchiera senza sosta e ogni tanto butto uno sguardo a Carl.

È palesemente nervoso, rigido come se avesse un palo al posto della spina dorsale.

Non capisco perché mi trovi così intimidatoria.

Quando finisco, solletico Judith sulla pancia facendola ridere -Perfetta come sempre-

Carl sospira, sollevato.

Fa per prenderla in braccio, ma lo vedo che si tocca la spalla con una smorfia di dolore.

-Che hai fatto?-

Lui si irrigidisce -Niente-

Alzo un sopracciglio -Niente niente o niente qualcosa?-

Lui si schiarisce la gola e guarda altrove -Solo… una caduta-

Lo squadro -Leva la maglietta-

Lo vedo impallidire -Cosa?-

-Leva la maglietta, Carl. Se ti sei fatto male voglio controllare-

-Non è niente, davvero…'

-Se fosse niente non ti toccheresti la spalla ogni tre secondi con la faccia di uno che ha appena morso un limone- Incrocio le braccia -Su, non ho tutto il giorno-

Carl esita, poi con un sospiro rassegnato sbottona la camicia e se la sfila.

Ecco, magari dovrei fingere di non notare che Carl Grimes è decisamente più… formato di quanto mi aspettassi.

Certo, lo sapevo che non era più il ragazzino magrolino che ho incontrato la prima volta a Hilltop, ma cavolo…

Quando ha messo su tutti questi muscoli?

E perché diavolo non me ne ero accorta prima?

Scuoto la testa, cercando di concentrarmi.

Mi avvicino, analizzando la sua spalla.

È solo un brutto livido, niente di grave.

Sfioro la pelle per controllare che non ci siano fratture e sento Carl trattenere il respiro.

Alzo gli occhi.

Lui è immobile, gli occhi fissi sui miei, e per la prima volta in due anni mi guarda davvero.

Non sfugge, non si volta.

È… intenso. Quasi brucia.

-Hai finito?- chiede piano, la voce leggermente roca.

-S-sì- Mi schiarisco la gola, facendomi indietro -Solo un livido. Cerca di non ammazzarti nei prossimi giorni-

Lui annuisce, ma non si muove.

Non si riveste.

Mi fissa ancora.

E all’improvviso, mi viene un dubbio.

-Aspetta- Socchiudo gli occhi -Sei sempre così silenzioso con tutti, o solo con me?-

Carl distoglie lo sguardo, ma vedo il rossore salire sulle sue guance.

Oh. Oh.

Scoppio a ridere -Ma non dirmi che sei stato in imbarazzo con me per tutto questo tempo perché…-

-Lascia stare-

-No, aspetta!- Mi avvicino di nuovo, divertita e curiosa -Avevi paura di parlarmi?-

Lui si passa una mano tra i capelli, visibilmente a disagio -Non è-

-Oh mio Dio, Carl!- Rido ancora -E io che pensavo mi trovassi antipatica!-

Lui sospira -Non ti trovo antipatica-

Mi blocco.

Lui mi sta ancora guardando, e stavolta l’imbarazzo è svanito.

-Non ti ho mai trovata antipatica- mormora.

Sento il mio cuore battere più forte. -Davvero?-

Lui fa un passo avanti.

È più alto di me di qualche centimetro e il suo sguardo è più sicuro, più determinato.

-Pensavo che non ti sarei mai piaciuto- ammette, a bassa voce -Perché sono più piccolo. Perché ti vedevo sempre con quel tizio a Hilltop-

Sorrido piano -Quel tizio era mio cugino-

Carl sbatte le palpebre -Cosa?-

Scoppio a ridere -Oh, Carl…-

Lo prendo per il colletto e, prima che possa dire altro, lo bacio.

Carl resta immobile per un secondo, poi mi afferra per la vita e mi stringe contro di sé, rispondendo con un’intensità che non mi aspettavo.

Le sue labbra sono calde, un po’ incerte all’inizio, poi più sicure.

Mi bacia come se non avesse mai voluto fare altro, come se fosse qualcosa che ha sognato per anni.

E forse è davvero così.

Quando ci stacchiamo, lui mi guarda con un misto di sorpresa e soddisfazione.

-Quindi…- mormora.

Sorrido -Quindi, la prossima volta, proviamo a parlare invece di ignorarci per due anni?-

Carl ride piano e annuisce -Affare fatto-

E stavolta, è lui a baciarmi.

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