Bruce Wayne - Batman❗[DC]
Immagina per @Spn_Winchester
Spero ti piaccia 💚
La neve cade lentamente oltre le grandi finestre, coprendo Gotham di un bianco immacolato che nasconde tutta la sua corruzione e oscurità.
È quasi magico, se non fosse che sono bloccata qui, su un divano grande quanto un campo da calcio, a guardare Bruce Wayne fissarmi con quello sguardo intenso che usa quando vuole ottenere qualcosa.
-Davvero non vuoi aprire il tuo regalo?- chiede, appoggiandosi al caminetto con quella posa rilassata che potrebbe tranquillamente essere la copertina di una rivista di moda.
Indossa un maglione nero che gli sta troppo bene e pantaloni scuri che si modellano perfettamente sulle sue gambe.
Sospiro, alzando gli occhi al cielo -Bruce, sei letteralmente un miliardario. Non posso competere con i tuoi regali-
Lui sorride, quel sorriso pigro e affascinante.
Si avvicina, le mani nelle tasche, e il suo profumo – una miscela leggera e costosa – invade i miei sensi.
Quando si china davanti a me, il suo viso così vicino che posso sentire il calore del suo respiro, mi sento improvvisamente meno sarcastica.
-Non devi competere- dice, la sua voce bassa e morbida come il velluto -Perché il mio regalo non è qualcosa che puoi mettere sotto l’albero-
Mi fermo.
Lo guardo -...Stai cercando di sembrare misterioso? Perché funziona-
Il suo sorriso si allarga, e prima che possa aggiungere altro, mi prende una mano e mi tira in piedi -Vieni con me-
-È una delle tue cose da miliardario? Un cavallo in miniatura? Una collana con diamanti grandi quanto le mie mani?- chiedo, seguendolo mentre mi porta verso la sua stanza.
Non risponde.
Ovviamente.
Misterioso e silenzioso, come sempre.
Quando entriamo nella camera, c’è una luce soffusa e calda, e posso sentire il crepitio di un altro caminetto.
È così... Bruce.
Elegante, perfetto, incredibile.
Mi fermo vicino al letto, e lui si volta, guardandomi con uno sguardo che mi fa venire voglia di fermare il tempo.
Mi sento osservata, desiderata, come se fossi l’unica cosa che conta in quel momento.
-Bruce, cosa stai...?- inizio a chiedere, ma la mia voce si spegne quando lui si avvicina di nuovo.
Le sue mani si posano sui miei fianchi, lente ma decise, e il calore del suo tocco attraverso la stoffa del mio maglione mi fa rabbrividire.
I suoi occhi scuri sono fissi nei miei, e c’è una promessa in quello sguardo, qualcosa di potente, di inevitabile.
-Buon Natale- sussurra, prima di piegarsi e baciarmi.
Il bacio è lento, ma c’è un’urgenza sotto la superficie, una fame che cresce con ogni secondo.
Le sue mani salgono lungo i miei fianchi, trovando la pelle sotto il maglione e sfiorandola con una delicatezza che contrasta con la forza della sua presa.
Mi stringo contro di lui, le mani che trovano la strada verso i suoi capelli, e sento il suo corpo tendersi contro il mio.
-Bruce...- mormoro contro le sue labbra, ma lui non mi lascia finire.
Mi solleva con facilità, come se non pesassi nulla, e mi posa sul letto con una grazia che mi fa sorridere -Sempre così teatrale-
-Ti piace- ribatte, la sua voce bassa e roca.
Prima che possa rispondere, si china su di me, le sue mani che scivolano lungo le mie gambe per liberarmi dei pantaloni.
Lo fa con calma, come se avesse tutto il tempo del mondo, e il modo in cui mi guarda mentre lo fa mi fa sentire come il regalo più prezioso che abbia mai ricevuto.
Quando finalmente il suo corpo si preme contro il mio, la sua bocca scende lungo il mio collo, lasciando una scia di baci e morsi leggeri che fanno salire il calore in ogni parte di me.
Le sue mani si muovono con la stessa precisione che usa per combattere i criminali: decise, esperte, sapendo esattamente dove toccare per farmi perdere il controllo.
Con un movimento fluido, mi spinge delicatamente a sdraiarmi sul letto, il suo corpo che si muove sopra il mio con una grazia felina.
Mi guarda per un lungo istante, i suoi occhi che esplorano il mio viso come se stesse cercando qualcosa.
-Ti fidi di me?- chiede, e c’è qualcosa nella sua voce che mi fa dimenticare tutto il resto.
-Sempre - rispondo senza esitazione.
La sua bocca trova la mia, e il bacio è lento, profondo, carico di un’intensità che mi lascia senza fiato.
Le sue mani si muovono con una sicurezza disarmante, scivolando lungo il mio corpo, toccandomi ovunque tranne dove lo desidero di più.
-Bruce- mormoro, cercando di muovermi contro di lui, ma lui mi tiene ferma, un sorriso compiaciuto che gli curva le labbra.
-Pazienza- sussurra, la sua voce un sussurro che mi fa rabbrividire.
Le sue labbra scendono lungo il mio collo, lasciando una scia di baci e piccoli morsi che mi fanno gemere piano.
Le sue mani, nel frattempo, scivolano lungo i miei fianchi, afferrando l’elastico dei miei pantaloni e abbassandoli lentamente.
Ogni movimento è deliberato, come se stesse scolpendo il momento nella memoria.
Quando finalmente mi libera di ogni indumento, il suo sguardo si oscura, un misto di desiderio e adorazione che mi fa sentire incredibilmente potente.
-Sei perfetta- mormora la sua voce bassa.
Le sue mani tornano a esplorarmi, questa volta senza alcuna barriera.
Le sue dita sfiorano la mia pelle con una delicatezza che contrasta con la forza dei suoi baci, e ogni tocco è una scintilla che accende un fuoco dentro di me.
Quando finalmente mi tocca dove lo desidero, un gemito mi sfugge, e sento il suo sorriso contro la mia pelle.
Le sue dita si muovono con una precisione incredibile, trovando ogni punto sensibile e facendomi perdere ogni controllo.
-Bruce...- il suo nome mi sfugge come un sospiro, e lui risponde con un bacio che è tanto dolce quanto disperato.
-Dimmi cosa vuoi- sussurra, le sue dita che continuano a muoversi con una lentezza esasperante.
Lo guardo, il respiro spezzato, e per un momento non riesco a rispondere.
Ma il mio corpo parla per me, il modo in cui mi muovo contro di lui, il modo in cui le mie mani cercano la pelle sotto il suo maglione, il modo in cui lo tiro più vicino, più vicino.
Lui lo capisce.
Certo che lo capisce.
Bruce non si muove subito.
Mi tiene stretta contro di sé, le sue mani che tracciano linee lente e ipnotiche lungo la mia schiena.
È come se volesse prendersi il suo tempo, assaporare ogni secondo.
Ma io non sono così paziente.
-Bruce- mormoro contro il suo collo, la mia voce un po' più impaziente di quanto vorrei.
-Mmm?- risponde, e il suono basso della sua voce mi fa rabbrividire.
-Non è giusto che sia sempre tu ad avere il controllo-
Lui ride piano, il petto che vibra contro il mio -Ah sì? E cosa pensi di fare a riguardo?-
Lo fisso per un momento, il suo sorriso compiaciuto, i suoi occhi scuri che brillano di divertimento e desiderio.
Lo conosco abbastanza da sapere che ama le sfide.
Ma questa volta voglio sorprendermi anch'io.
Senza rispondere, mi sposto, spingendolo delicatamente a sdraiarsi sul letto.
Lo vedo sollevare un sopracciglio, divertito ma curioso, mentre si adagia contro i cuscini.
Mi siedo sopra di lui, le mani che scorrono lungo il suo petto, e sento i muscoli tendersi sotto il tessuto del suo maglione.
-Sei troppo vestito- dico, le mie dita che afferrano l’orlo del maglione e lo tirano verso l’alto.
Lui solleva le braccia senza protestare, lasciandomi rivelare il suo corpo perfettamente scolpito, ogni linea e curva che sembra scolpita nel marmo.
-Meglio?- chiede, il suo tono carico di sfida.
-Molto meglio-rispondo, lasciando che le mie mani esplorino la sua pelle calda.
Mi chino su di lui, le mie labbra che seguono la scia delle mie dita, baciando ogni centimetro del suo petto.
Sento il suo respiro farsi più profondo, il suo corpo che si muove leggermente sotto di me, e un sorriso mi sfugge.
Mi piace vederlo così, vulnerabile e completamente mio.
Quando raggiungo la linea dei suoi pantaloni, alzo lo sguardo verso di lui.
Mi sta guardando, i suoi occhi scuri fissi nei miei, pieni di desiderio e qualcosa di più profondo, qualcosa che mi fa sentire speciale, unica.
Senza rompere il contatto visivo, sbottono lentamente i suoi pantaloni, il suono del metallo della zip che riempie la stanza.
Sento il suo corpo tendersi sotto di me, il suo respiro che si ferma per un istante mentre libero finalmente ciò che finora aveva nascosto.
Mi prendo il mio tempo, le mie mani che lo accarezzano con lentezza, i miei movimenti studiati per farlo impazzire.
Ogni respiro spezzato, ogni gemito sommesso è una piccola vittoria, e non posso fare a meno di sorridere mentre lo vedo perdere gradualmente il controllo.
-T/n...- mormora il mio nome, e il suono della sua voce, carico di desiderio, mi fa tremare.
Mi chino di nuovo su di lui, lasciando che le mie labbra e la mia lingua seguano il percorso delle mie mani.
Lui si abbandona completamente sotto di me, le sue mani che si stringono nelle lenzuola mentre il suo corpo si muove al ritmo dei miei gesti.
-Sei perfette-mormora, il suo respiro spezzato, e c’è qualcosa di così genuino nella sua voce che mi fa arrossire, anche se cerco di nasconderlo.
Quando finalmente risalgo verso di lui, le sue mani mi afferrano, decise, e in un attimo sono di nuovo sotto di lui.
Si muove con una forza controllata, il suo corpo che mi sovrasta mentre mi guarda con un’intensità che mi toglie il fiato.
Le sue mani trovano il bordo del mio maglione e lo toglie con un solo movimento fluido, lasciandomi esposta sotto il suo sguardo.
Mi sento vulnerabile, ma anche potente, il modo in cui mi guarda come se fossi la cosa più preziosa al mondo mi fa sentire invincibile.
Le sue labbra scendono sul mio collo, poi sulle mie spalle, e poi più in basso, ogni bacio che lascia sulla mia pelle è una scintilla che accende un fuoco dentro di me.
Le sue mani si muovono con precisione, esplorando ogni curva, ogni centimetro di me, finché non mi sento completamente persa in lui.
Quando finalmente mi prende, il suo corpo che si unisce al mio, è come se tutto si fermasse per un momento.
Mi muovo sotto di lui, le nostre mani intrecciate mentre i nostri corpi si fondono, e per un attimo dimentico tutto il resto.
Il mondo fuori, la neve che cade, tutto svanisce, lasciando solo noi due, in questo momento perfetto.
Il piacere cresce, si accumula con ogni movimento, ogni gemito, finché non raggiunge il suo culmine in un’esplosione che ci lascia entrambi senza fiato, i nostri corpi che tremano all’unisono mentre ci abbandoniamo completamente l’uno all’altro.
Resto sopra di lui, il nostro respiro lento e pesante che riempie la stanza.
Le sue mani si muovono lentamente lungo la mia schiena, un tocco gentile che contrasta con l’intensità di ciò che abbiamo appena condiviso.
-Buon Natale- mormoro, appoggiando la testa sul suo petto.
-Il migliore Natale di sempre- risponde, la sua voce un sussurro, e so che lo intende davvero.
Bruce mi stringe ancora a sé, il nostro respiro affannato che riempie la stanza.
Sono ancora sopra di lui, il mio corpo avvolto dal suo, le mani che tracciano pigramente linee lungo la sua pelle sudata.
La neve fuori continua a cadere silenziosa, creando un contrasto surreale con l’intensità di ciò che abbiamo appena condiviso.
-Beh- mormoro, il viso nascosto contro il suo collo -Se questo è il tuo modo di festeggiare il Natale, direi che possiamo renderlo una tradizione annuale-
Lui ride, il suono profondo che mi fa vibrare contro di lui -Pensavo di proporlo come tradizione settimanale, a dire il vero-
Sorrido, ma prima che possa rispondere, sento un leggero colpo alla porta.
Mi blocco.
Anche Bruce si irrigidisce sotto di me, il suo sguardo che si gira verso la porta con un misto di sorpresa e fastidio.
-Oh no- mormoro, il sangue che mi si gela nelle vene -Dimmi che non è...-
-Signor Wayne- arriva la voce inconfondibile di Alfred dall’altra parte della porta, educata ma autoritaria -Mi scuso per l’interruzione, ma il signor Fox è al telefono. Dice che è urgente-
Chiudo gli occhi, maledicendo internamente la fortuna che ho.
Bruce, invece, sembra divertirsi.
Posso sentire il suo sorriso mentre risponde con una calma che mi irrita.
-Grazie, Alfred. Gli dica che è Natale e di andare al diavolo-
C’è una pausa.
Una pausa troppo lunga.
Mi stringo contro Bruce, cercando di nascondermi, anche se so benissimo che Alfred sa esattamente cosa sta succedendo qui dentro.
Poi, la voce di Alfred arriva di nuovo, con il suo classico tono passivo-aggressivo -Molto bene, signore. E... Buon Natale.-
Bruce scoppia a ridere piano non appena i passi di Alfred si allontanano.
Io, invece, mi sollevo su di lui, fissandolo.
Lui alza un sopracciglio, un sorriso sornione che mi fa venire voglia di baciarlo e schiaffeggiarlo allo stesso tempo -È Alfred. Non si sorprende mai. Probabilmente aveva già previsto che sarebbe successo-
Mi passo una mano sul viso, cercando di nascondere l’imbarazzo -Oh mio Dio. Non uscirò mai più da questa stanza-
Bruce ride di nuovo, tirandomi giù contro di lui e avvolgendomi con le sue braccia forti -Non preoccuparti. Alfred è discreto. E, in ogni caso, sono sicuro che non è la prima volta che si trova in una situazione del genere-
-È questa la parte che mi preoccupa!'
Mi bacia sulla fronte, la sua risata morbida che mi fa dimenticare il disagio, almeno per un momento -Tranquilla. È Natale. Alfred perdona tutto a Natale-
Mi rilasso contro di lui, lasciando che il calore del suo corpo mi avvolga di nuovo.
Ma una parte di me sa che domani, quando scenderò per la colazione, Alfred mi lancerà uno di quei suoi sguardi enigmatici che dicono tutto senza dire nulla.
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