Axl Heck [The Middle]
Immagina per emptyliz
Spero ti piaccia 💚
Mi trovo nel parcheggio della scuola, seduta sul bordo del marciapiede con lo zaino accanto.
L’aria è fresca, quasi frizzante, mentre il vento accarezza i miei capelli raccolti in una coda disordinata.
Osservo il cielo, lasciando vagare i miei pensieri, come sempre, nella speranza di sfuggire alla sensazione di essere fuori posto.
-Ehi, T/n!-
La voce di Axl mi fa trasalire.
Mi volto lentamente e lo vedo avvicinarsi con quel suo sorriso che sembra fatto apposta per sciogliere ogni difesa.
Indossa una giacca di jeans leggermente sgualcita sopra una maglietta sgargiante, e i suoi capelli arruffati sembrano essere stati modellati dal vento.
È il tipo di ragazzo che sembra sempre a suo agio, qualunque cosa stia facendo, e questo mi mette a disagio.
-Ciao- mormoro, abbassando lo sguardo verso il terreno.
-Stai bene?- chiede, accovacciandosi accanto a me.
È una domanda semplice, ma c’è qualcosa nel suo tono che mi fa pensare che stia chiedendo sul serio.
Annuisco senza guardarlo, sentendo il peso di quel silenzio imbarazzante che non so come spezzare.
Lui, invece, non sembra per nulla a disagio.
-Sai, ti vedo sempre qui dopo scuola- dice con un tono più leggero, come se stesse cercando di mettere da parte il mio imbarazzo -Stai aspettando qualcuno o ti piace meditare in mezzo al caos del parcheggio?-
Un sorrisetto mi sfugge, nonostante la mia timidezza -Mi piace osservare..- rispondo, stringendomi nelle spalle.
-Ah, tipo spiare la gente? Interessante- scherza, ridacchiando.
-Non è spiare!- ribatto rapidamente, finalmente alzando gli occhi per incontrare i suoi.
Lui sta ridendo, ma non c’è traccia di cattiveria nel suo sorriso.
-Tranquilla, sto scherzando- dice, appoggiandosi al marciapiede con le braccia incrociate sulle ginocchia -Ma seriamente, non parli mai con nessuno. Non ti annoi?-
La sua domanda mi coglie alla sprovvista.
È vero, non parlo con molte persone, e a dire il vero, è una scelta voluta.
Le persone mi mettono ansia.
Ma con Axl… c’è qualcosa di diverso.
Lui non sembra giudicarmi, e questo è disarmante.
-Non mi piace parlare tanto- ammetto piano.
Lui annuisce, come se capisse -Capisco. Parlare può essere complicato, tipo… chi vuole davvero sapere cosa pensa l’altro? Però, a volte, aiuta-
Lo guardo, cercando di decifrare le sue parole.
Per quanto cerchi di essere cinico, c’è una sincerità nei suoi occhi che mi confonde.
Non mi aspettavo che Axl Heck fosse il tipo di persona che dice cose del genere.
-E tu?- chiedo d’istinto, sorprendendo me stessa -A te piace parlare con tutti?-
Lui ride, gettando indietro la testa -Beh, sì, direi di sì. Ma sai una cosa? Parlare con te è diverso. Non so perché, ma mi piace-
Sento le guance che si scaldano e distolgo lo sguardo, incapace di sostenere la sua intensità.
Perché mi sta dicendo queste cose?
E perché mi fanno sentire così vulnerabile?
Passano alcuni secondi di silenzio, poi lui si alza e mi tende una mano -Vieni, andiamo. Ti porto da qualche parte-
Lo guardo esitante -Dove?-
-Non lo so, ma fidati di me. Non è così male-
Rimango ferma, combattuta tra il desiderio di restare nella mia zona di comfort e la curiosità di vedere dove potrebbe portarmi.
Alla fine, prendo la sua mano.
È calda e forte, e quando mi tira su, mi sento più leggera.
---
Siamo seduti sul cofano della sua auto, parcheggiata in una radura poco fuori città.
Davanti a noi si estende un campo dorato, illuminato dagli ultimi raggi del sole.
Axl mi ha portata qui senza troppe spiegazioni, chiacchierando del più e del meno durante il tragitto, mentre io mi limitavo ad ascoltare.
-Non è male, vero?- dice, indicando il panorama.
Scuoto la testa -No, è bellissimo-
Rimaniamo in silenzio per un po’, guardando il sole che cala all’orizzonte.
Per la prima volta da tanto tempo, non mi sento nervosa.
-Axl?-
-Mh?-
-Perché hai deciso di parlarmi?- chiedo, girandomi verso di lui.
Mi guarda con un’espressione seria, quasi sorprendente per lui -Perché penso che tu sia interessante. E credo che dietro la tua timidezza ci sia qualcuno che vale la pena conoscere-
Quelle parole mi colpiscono come un fulmine.
Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, e non so come rispondere.
Sento gli occhi pizzicare, ma faccio di tutto per trattenere le lacrime.
-Grazie- mormoro, la voce tremante.
Lui sorride, questa volta più dolcemente, e senza dire nulla, allunga un braccio per tirarmi in un abbraccio.
Il contatto mi sorprende, ma non mi irrigidisco.
Anzi, mi lascio andare, poggiando la testa sulla sua spalla.
-Va meglio?- chiede sottovoce.
Annuisco, sentendo il calore del suo corpo contro il mio.
Rimaniamo così per un tempo che non riesco a quantificare, finché non mi scosto leggermente per guardarlo negli occhi.
-Axl…- comincio, ma lui mi interrompe con un sorriso.
-Che c’è?-
Non rispondo.
Invece, mi avvicino lentamente e lo bacio.
È un gesto incerto, timido, ma lui lo accoglie con la stessa dolcezza con cui mi ha abbracciata.
Quando ci separiamo, lui mi guarda con quegli occhi luminosi e sorride ancora, come se il mondo intero fosse perfetto in quel momento.
-Forse parlare non ti piace, ma sei brava con i gesti- dice, facendo il solito tono da burlone, ma questa volta non posso fare a meno di ridere.
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