Immagina per emptyliz
Spero ti piaccia 💚

La chitarra è stonata.

No, stonata è un eufemismo.

È il rumore che immagino farebbe una lavatrice in agonia se provasse a suonare i Pearl Jam.

Axl, però, sembra non accorgersene.

È sdraiato sul divano con le gambe lunghe che pendono fuori dai braccioli, il solito sorriso di chi ha appena combinato qualcosa di stupido stampato in faccia.

Sta suonando – o meglio, tentando di suonare – un pezzo che giura essere "la canzone più bella che abbia mai scritto".

-Okay, okay, ascolta questa!- esclama con la solita energia, prima di stonare un altro accordo.

Io sono seduta sul tappeto del soggiorno, che profuma vagamente di patatine rancide.

È la classica atmosfera di casa Heck: caos, briciole ovunque, e Brick che probabilmente è nascosto da qualche parte a leggere uno dei suoi mille libri.

Frankie e Mike, per una volta, non sono in casa, quindi tutto questo disastro è esclusivamente opera di Axl.

Quando smette di strimpellare e si volta verso di me.

Lo conosco abbastanza bene da sapere che è meglio prepararsi al peggio.

-T/n, vieni di sopra con me. Devo farti vedere una cosa-

Alzo un sopracciglio -Che cosa?-

-È una sorpresa- risponde con un sorrisetto furbo, alzandosi e facendo cenno con la testa verso le scale.

Contro ogni buon senso, lo seguo.

Non è che abbia molta scelta, considerando che Axl Heck ha la capacità di essere infinitamente persuasivo nella sua totale mancanza di tatto.

Salgo le scale dietro di lui, cercando di evitare di inciampare in qualche calzino solitario o maglietta abbandonata.

Arriviamo nella sua stanza, che è un disastro come sempre: poster di band attaccati male alle pareti, una pila di vestiti accatastati sulla sedia e la chitarra elettrica appoggiata contro il letto.

-Allora, che cos’è questa cosa che vuoi farmi vedere?- chiedo, incrociando le braccia.

Lui si volta verso di me con un mezzo sorriso che mi fa venir voglia di tirargli un cuscino in faccia, ma anche, stranamente, di sorridere a mia volta.

-In realtà... niente-

Lo guardo, incredula -Cosa? Mi hai trascinata qui per niente?-

Lui si gratta la nuca, il sorriso imbarazzato di chi sa esattamente quanto è stupido, ma non riesce a fare a meno di essere adorabile.

Poi fa un passo verso di me, lento, e allunga una mano.

Prima che io possa dire qualcosa, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Le sue dita sono calde contro la mia pelle, e per un secondo mi dimentico come si respira.

La sua mano resta lì, sulla mia guancia, mentre i suoi occhi si fissano nei miei -Posso baciarti?-

Non so se è il tono dolce, quasi incerto, o il modo in cui mi guarda, come se il mondo intero fosse sparito, ma annuisco.

E allora lo fa.

Le sue labbra sfiorano le mie con una delicatezza che non avrei mai pensato possibile da uno come lui, il ragazzo che passa la maggior parte del tempo a fare battute stupide e a lanciare palloni in casa.

Ma questo... Questo è diverso.

Mi avvicino di più, le mie mani che scivolano intorno al suo collo.

Sento le sue braccia che si stringono intorno a me, come se avesse paura che potessi sparire da un momento all'altro.

Quando ci separiamo, restiamo così, vicini, con i nasi che si sfiorano e i sorrisi che parlano più di mille parole.

-Non sei poi così male, Heck- dico, cercando di sembrare disinvolta anche se il cuore mi batte all'impazzata.

Lui ride, il suo solito sorriso sbruffone, ma c'è una tenerezza nei suoi occhi che non ho mai visto prima -Neanche tu, T/n-

E restiamo lì, semplicemente sorridendo, come due idioti.