Immagina per tylerhoechlain17
Spero ti piaccia 💚

Arthur Shelby si rifugia in un angolo del Garrison dopo l’ennesima sfuriata di Thomas.

La scena è stata epica: lui che urla davanti a tutti, Arthur che abbassa lo sguardo come un cane bastonato e io, nel frattempo, che trattengo il fiato per non fare la figura della ragazzina che non sa dove guardare.

Ora, eccolo lì.

Il bicchiere di whisky gli trema leggermente in mano mentre lo porta alle labbra.

La camicia bianca è stropicciata, e il gilè blu che indossa non riesce a nascondere quel fascino sgualcito che lo rende così maledettamente Arthur.

I capelli, che si ostina a tirare indietro con troppa brillantina, gli cadono di lato, e per un momento, vorrei solo allungare una mano per rimetterli a posto.

Decido di avvicinarmi, che tanto, restare qui a guardarlo da lontano sarebbe ancora più patetico.

-Hai intenzione di farti fuori tutto il bar o solo il primo scaffale?- chiedo.

Arthur solleva lo sguardo, e per un attimo i suoi occhi, arrossati e stanchi, si agganciano ai miei.

Non parla subito.

Beve un altro sorso, posa il bicchiere sul bancone e poi, finalmente, sospira.

-Tommy ha sempre la lingua troppo lunga- La voce è graffiata, come se ogni parola gli costasse fatica.

Mi siedo accanto a lui, ignorando il nodo nello stomaco che mi dice di lasciar perdere.

Non lo faccio mai, lasciar perdere.

-Forse perché sa che non ti piace ascoltarlo?- provo, inclinando leggermente la testa.

Arthur sorride, ma è un sorriso stanco, un po’ storto.

Si volta verso di me e per un istante il mondo si restringe: ci siamo solo io, lui e quella piccola distanza che sembra un abisso.

-E tu che ci fai qui? Non hai niente di meglio da fare che star dietro a un ubriacone?-

Il sarcasmo nella sua voce è una maschera, lo so bene.

Lo conosco abbastanza per capire che dietro c’è qualcosa di più.

-Forse no- rispondo, con un’alzata di spalle -Forse mi piacciono gli ubriaconi con le mani sempre sporche di sangue e gli occhi che non sanno mai cosa vogliono-

Non so cosa mi prende a dirlo.

Ma le parole escono, e il suo sguardo cambia.

Non ride, non mi prende in giro. Semplicemente, mi guarda.

Lui alza una mano, lentamente, e mi sfiora il viso con un movimento così leggero che mi sembra quasi di immaginarlo.

La sua pelle è ruvida, callosa, e il tocco mi manda una scossa lungo la schiena.

-Non sai quello che vuoi, T/n- dice sottovoce. Ma c’è qualcosa nel modo in cui lo dice che sembra quasi... una richiesta.

-Forse sì- sussurro.

E prima che possa pensarci due volte, le mie dita si muovono da sole, raggiungono il bordo della sua mascella e scivolano sulla barba appena accennata. È caldo. Vivo.

Ci fissiamo per un momento che sembra durare un’eternità.

Poi, senza dire una parola, Arthur si avvicina.

Non è un gesto brusco, non è impulsivo.

È lento, come se volesse darmi il tempo di tirarmi indietro. Ma non lo faccio.

Le sue labbra sfiorano le mie, e il mondo esplode in mille pezzi.

È un bacio incerto, quasi timido, e mi sorprende quanto sia dolce, considerata la furia che è sempre Arthur Shelby. Ma è perfetto, in quel momento.

Quando si stacca, il suo respiro è irregolare, e il mio cuore batte così forte che sono sicura che lui possa sentirlo.