Alaric Saltzman [Tvd]
Mi guardo allo specchio, la luce fioca della lampada sulla scrivania che illumina appena la mia figura.
Sono qui, in piedi, con il mio maglione che scivola giù da una spalla e i capelli un po’ in disordine.
Ma non è di me che sto pensando.
È di lui.
Alaric Saltzman.
Non dovrei pensare a lui.
Non così.
Ma eccomi qui.
Mi passo una mano lungo il collo, immaginando che siano le sue dita, calde e sicure.
Scendo piano, lasciando che le mie mani accarezzino le curve del mio corpo, come se fossero le sue.
L’idea mi fa arrossire, ma non riesco a fermarmi.
Come sarebbe?
Le sue mani su di me, i suoi occhi che mi guardano con quella profondità che sembra divorare tutto.
Un colpo d’occhio all’orologio mi ricorda che è quasi ora di cena.
Mi tiro su, scuotendo la testa come se potessi cancellare quei pensieri “Stasera basta,” mormoro tra me e me, anche se so che non ci credo nemmeno un po’.
Esco dalla stanza e incontro Elena e Jeremy in salotto -Io vado da Tyler- dico, afferrando la giacca.
Non è strano, siamo migliori amici da sempre e non sarebbe la prima volta che ceno da lui.
Non mi degnano di una risposta.
Bene, meno domande, meglio così.
Invece, prendo la strada verso casa sua.
La casa di Alaric.
Ogni passo è un misto di eccitazione e terrore.
Cosa sto facendo?
Mi sto davvero dirigendo lì?
Ma ormai sono davanti alla sua porta.
Prima che possa ripensarci, busso.
Quando apre, il cuore mi batte così forte che sono sicura possa sentirlo.
È lì, con una bottiglia di olio in mano, le maniche della camicia rimboccate fino ai gomiti.
L’odore di qualcosa di buono – aglio, forse? – mi colpisce subito.
-Ehi- dice, con quel tono casuale che sembra sempre un po’ troppo tranquillo per essere vero.
-Ehi- rispondo, e mi rendo conto di quanto sia ridicolo il mio saluto.
Lui mi guarda, poi nota il mio viso che probabilmente è più rosso di un semaforo.
Abbassa lo sguardo e posa la bottiglia sul tavolo accanto alla porta -Stavo preparando la cena- dice, come se dovesse giustificarsi.
Non riesco a rispondere.
Le parole mi si bloccano in gola, e l’unica cosa che riesco a fare è fissarlo.
E poi, lui mi guarda.
In quel modo.
Quel modo che mi fa tremare le ginocchia.
E sorride.
È un sorriso lento, quasi indeciso, ma c’è qualcosa di irresistibile in esso.
Prendo un respiro profondo.
Basta.
Non posso continuare così.
Oggi devo trovare il coraggio.
Mi avvicino a lui, alzo le braccia e le metto intorno al suo collo.
Il mio cuore è un tamburo impazzito mentre mi avvicino per baciarlo.
Le mie labbra trovano le sue, impacciate e incerte, ma lui non si muove.
Rimane immobile, come se non sapesse cosa fare.
Quando mi stacco, lo guardo.
Il suo viso è una maschera indecifrabile, e per un momento temo di aver fatto un errore enorme.
Poi abbasso lo sguardo e vedo le sue mani, ferme ai lati del corpo.
Le prendo tra le mie, le porto sui miei fianchi e lascio che le sue dita si posino lì.
Faccio scorrere le mani lungo le sue braccia, sentendo i muscoli sotto la stoffa della camicia, e lo bacio di nuovo.
Stavolta, le sue mani si muovono, lente ma sicure.
La sua presa diventa più ferma, e il calore del suo tocco mi fa tremare.
Il bacio si approfondisce, e il mondo intorno sembra svanire.
Non c’è niente se non noi due, il sapore delle sue labbra e la sensazione delle sue mani che mi stringono.
Quando ci stacchiamo, ho il respiro corto e le guance che bruciano.
Alaric si allontana solo un momento per chiudere la porta d’ingresso.
Si gira verso di me, il suo sguardo più morbido del solito -Hai voglia di restare a cena?-
La sua voce è calma, ma c’è un accenno di un sorriso sulle sue labbra.
-Dipende- rispondo, con un mezzo sorriso -Cosa stai cucinando?-
-Qualcosa di buono- dice, facendomi cenno di seguirlo in cucina.
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