ARVIN RUSSEL
Pubblicato 23 settembre 2021
è una normale serata, un venerdì sera tranquillo che hai deciso di passare a casa a leggere un buon libro cercando di chiudere fuori il mondo esterno e tutti i suoi abitanti.
Seduta sul tuo divano, spegni tutte le luci tranne quella la lampada vicino al divano e prepari a portata di mano il tuo bicchiere di succo.
Sei pronta alla tua serata e ad immergerti nella lettura.
Come sempre perdi la cognizione del tempo, ma questo non è un problema, domani è sabato e puoi dormire quanto vuoi.
Ciò però che ti riporta alla realtà è qualcuno che bussa alla porta.
Aspetti un momento cercando di capire se sia la tua porta o quella del vicino.
Quando però bussano ancora capisci che chiunque sia sta proprio cercando te.
Ti alzi e lasciando il libro sul divano ti avvii verso la porta, non ti preoccupi nemmeno di accendere la luce.
Quando apri rimani sorpresa nel vedere Arvin.
<cosa ci fai qui?> chiedi scocciata.
Lo guardi dalla testa ai piedi ma nella penombra non distingui molto oltre ai suoi soliti abiti.
<ehi y/n>
<Arvin>
<ho pensato di portarti questi, li ho visti e mi sono ricordato che erano i tuoi preferiti... spero lo siano ancora> dice lui alzando il braccio e mostrandoti un mazzo di fiori.
<lo sono ancora> dici tu, tono piatto e freddo.
Prendi i fiori ed entri in casa, lasci la porta aperta facendo capire ad Arvin che può entrare.
Vai in cucina dove lasci i fiori in una brocca di vetro visto che non hai vasi.
Quando torni in sala Arvin è vicino alla finestra, ben lontano dalla lampada vicino al divano.
<come mai sei qui?> chiedi osservandolo.
Non ti avvicini troppo, cerchi di tenere le distanze fisiche per mantenere il tuo cuore lontano e freddo.
<volevo vederti> ammette Arvin.
Noti subito che mentre si gira verso di te zoppica leggermente e che quando tossisce si porta una mano sul fianco.
<Arvin?>
<cosa?> chiede lui sapendo benissimo che hai già capito cosa gli è successo.
<dio santo, è successo di nuovo...> sussurri passandoti una mano sul viso.
<in che rissa ti sei infilato questa volta?>
Arvin fa qualche passo verso di te.
<non ha importanza, è meglio che vada> si allontana verso la porta ma tu lo fermi, una mano sul suo braccio.
<dove credi di andare? il bagno è da quella parte> dici per poi incamminarti verso il bagno, Arvin ti segue in silenzio zoppicando qualche passo dietro di te.
Quando è sotto la luce del bagno noti anche il graffio che sul viso e l'occhio nero.
Allunghi una mano per accarezzargli la guancia, azione che fai d'istinto, e ti spaventi quando Arvin si allontana di riflesso.
<scusa, forza dell'abitudine> sussurra lui.
Con tutte le risse in cui si caccia ormai è abituato che una mano vicino al suo viso vuol solo dire guai e lividi.
<con chi hai litigato questa volta?>
Prendi il kit del pronto soccorso che hai imparato a tenere in bagno dopo mesi di frequentazione con Arvin e anche ora che siete di nuovo estranei lo tieni ancora.
<alcuni dei tuoi clienti abituali> ammette Arvin evitando il tuo sguardo.
Lo medichi come meglio puoi, disinfetti le feriti e metti la crema per i lividi.
<più di così non posso fare> dici alzando lo sguardo sul suo viso.
Arvin ti guarda per la prima volta negli occhi.
<perché hai litigato con quei vecchi idioti?> chiedi sistemando il bagno.
Lui rimane vicino alla porta, ti osserva mentre ti muovi con eleganza nello spazio angusto.
Ricorda ancora come in poco tempo avete imparato a muovervi in due nel tuo piccolo appartamento quando Arvin aveva cominciato a passare da te notti e giornate.
<hanno fatto dei commenti luridi su di te>
<niente che io non abbia già sentito Arvin, lavoro in un Diner in cui passano camionisti e motociclisti, al lunedì sono piena di muratori e al giovedì passa una squadra di football, tutti hanno da dire sul mio corpo, sul mio seno o sulle mie labbra>
<non mi piace lo sai> dice lui appoggiandosi alla porta.
Ti fermi e ti giri verso di lui.
<Arvin non voglio che ti conci in questo modo per difendere il mio pudore>
<non posso prometterti nulla y/n>
Tu fai un mezzo sorriso.
<il lupo perde il pelo ma non il vizio eh?> chiedi divertita.
Arvin ti guarda e per un istante sembra che sia tutto come prima.
<lo sai benissimo y/n, ti amerò sempre> dice spostando una ciocca di capelli che è sfuggita dalla tua coda.
Gli sorridi e tieni la sua mano ferma sulla tua guancia.
<nemmeno io> sussurri sorprendendo entrambi.
Vi amate ancora eppure vi siete lasciati.
Perchè?
La risposta è semplice, non potevi vedere Arvin rovinarsi la vita giorno dopo giorno.
Non voleva il tuo aiuto e tu non volevi imparare a zoppicare a furia di andare con lo zoppo.
<ho trovato un lavoro come meccanico e ho smesso di scommettere> sussurra lui.
Gli sorridi.
<bravo, e la ragazza?>
<non c'è nessuna oltre te nel mio cuore e nella mia testa>
<che romanticone> dici divertita.
<sono serio y/n>
<lo so> gli accarezzi il viso, avvicinandolo a te.
Poggi le tue labbra sulle sue in un dolce bacio.
Arvin immediatamente stringe le braccia attorno a te, spaventato che tu possa sparire.
<promettimi che ti eviterai risse inutili d'ora in poi>
<te lo prometto> risponde lui baciandoti ancora.
<e promettimi che ti farai aiutare da me quando ne avrai bisogno>
<te lo prometto> e un altro bacio.
<resta> dici guardandolo negli occhi.
<sempre> risponde Arvin e ti bacia, promettendoti che d'ora in poi andrà tutto per il meglio.
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