Pubblicato 22 settembre 2021

Aaron non ne era convinto già dall'inizio, mandarti dentro la stanza per interrogare l'uomo per scoprire dove ha nascosto i cadaveri non è stata una sua scelta.
Ma in fondo tu sei l'unica che potrebbe sbloccarlo, sei esattamente il suo tipo.
Ogni vittima che ha colpito ha qualche caratteristica simile alle tue.
è la vostra ultima chance prima che venga giustiziato tra cinque giorni.
Ovviamente Aaron rimane fuori dalla stanza, osserva l'interrogatorio con attenzione dal vetro che vi divide.
Vorrebbe con tutto se stesso essere dentro con te, ma la sua presenza potrebbe mettere sulla difensiva il killer.
<un po' teso Hotch?> chiedi Derek affiancando l'uomo.
Aaron gli rivolge uno sguardo di traverso, poi torna a guardare te.
Braccia incrociate e gambe divaricate, piedi ben saldi a terra ed espressione severa in viso.
Si sta odiando in questo momento, è come un nervo scoperto che appena sfiori salta.
E il nervo salta quando il killer ti insulta, sputando sul tuo viso.
Aaron si fionda nella stanza.
Tu sorridi.
<è stata una pessima scelta> dici guardando il killer.
L'uomo guarda te, sorpreso, poi guarda Hotch quasi spaventato.
Ha sempre evitato figure come Aaron, lo intimoriscono e dentro di lui sminuiscono la sua virilità.
<y/n vai fuori> dice Aaron con tono calmo, ti poggia una mano sulla spalla e ti pulisce dallo sputo del killer con il suo fazzoletto.
<grazie Hotch> sussurri e poi esci.
Ora tocca a te guardare l'interrogatorio da dietro il vetro, e scoprire che le vostre supposizioni fossero sbagliate.
Il killer canta come un usignolo sotto lo sguardo severo di Hotch, basta una sua parola e ottenete tutte le informazioni che vi servono.
Il caso è chiuso, e l'uomo può camminare verso il suo patibolo.
Voi siete liberi di tornare a casa.

<stai bene?> la voce di Hotch ti sorprende, pensavi di essere l'ultima rimasta in ufficio.
<stanca morta ma bene, tu?> chiedi sistemando la tua scrivania.
<bene>
Alzi lo sguardo su di lui, è fermo a qualche passo da te.
Lo sguardo rivolto altrove.
<grazie per oggi> dici alzandoti.
<non saresti dovuta entrare>
<lo so, per una volta avrei dovuto ascoltare il tuo istinto> ammetti avvicinandoti.
Quando sei davanti a lui Aaron ti guarda negli occhi.
<sono contento che abbia parlato>
<anche io, tutte quelle famiglie avranno risposte e potranno andare avanti>
Aaron ti stringe la mano.
<stai davvero bene?>
<certo, ho sempre il mio angelo custode al mio fianco> dici sorridendo.
Anche Aaron sorride.
<sono il tuo angelo custode ora?>
Tu annuisci e lui ridacchia.
<sono il tuo angelo custode> dice sorridendo, poi ti bacia con dolcezza.
<stasera vieni da me a cena?> ti chiede baciandoti una seconda volta.
<Jack?>
<è dalla mamma>
<peccato volevo vederlo>
<domani potremmo andarlo a prendere a scuola insieme> propone Aaron mentre ti porge la tua giacca.
<mi piace come idea> gli sorridi e chiudi il tuo ufficio.
Aaron ti aspetta, poi ti porge la mano e ti guida verso l'ascensore.
<pizza o cinese?>
<che domande fai? ho voglia di pizza> dici divertita facendo ridere anche Aaron.