BUCKY BARNES
Pubblicato 18 maggio 2021
Bucky si sveglia all'improvviso, qualche goccia di sudore sulla fronte e il respiro affannato.
Si guarda attorno, ci vuole un attimo prima che il super soldato riconosca di essere a casa di Sarah.
<tutto bene?> è Sam, fermo vicino alla porta, due tazze di caffè in mano.
<sì, almeno credo> risponde Bucky dopo qualche momento, si mette a sedere sul divano.
<hai avuto un incubo?>
<non lo definirei un incubo> ammette il ragazzo.
Sam lo guarda confuso mentre prende posto al suo fianco, le tue tazze fumanti sul tavolino davanti a loro.
<era una specie di ricordo, ma questa volta non facevo del male a nessuno>
<c'era lei?> gli chiede Sam.
<y/n era lì e mi porgeva la mano, io l'ho stretta a me poi dopo mi sono sentito precipitare...> ammette Bucky.
<devi trovare quella ragazza> dice Sam bevendo un sorso del suo caffè.
<non credo che mi voglia vedere, probabilmente mi collega alla giornata più brutta della sua vita> ribatte Bucky prendendo la tazza bianca tra le mani.
<Bucky tu l'hai salvata dal palazzo che stava crollando>
<dal palazzo che io ho fatto esplodere> lo corregge Bucky.
<che il soldato d'inverno ha fatto esplodere> ribatte Sam.
Bucky lo guarda per un momento, le sopracciglia corrucciate.
<mi odierà>
<non puoi saperlo, credo che sia un passo essenziale nel tuo programma di ammenda e visto i sogni che continui a fare direi che ti devi anche dare una mossa>
Gli occhi azzurri di Bucky lo fissano, sta pensando a cosa fare.
Una parte di lui vorrebbe cercarti e capire perchè il Soldato d'inverno ti ha salvata, ma dall'altra parte ha paura.
<dammi cinque minuti e ti trovo il suo indirizzo> dice Sam alzandosi.
<ce l'ho già> risponde Bucky facendo fermare Sam vicino alla porta.
Il ragazzo si gira verso l'amico ancora seduto sul divano.
<allora vai, ma prima fatti una doccia> e detto questo Sam se ne va.
Ci sono voluti venti minuti a Bucky per raccogliere tutto il suo coraggio e bussare alla porta.
Quando non sente nessuna risposta quasi si rilassa.
Ma poi sente un rumore, sembra che qualcuno stia correndo dall'altra parte della casa e abbia appena rischiato di inciampare.
Dopo mezzo minuto la porta si apre, mostrando te in pigiama con le guance rosse e lo sguardo visibilmente confuso.
Bucky non sa cosa dire, tu non sai cosa pensare.
<tu sei il soldato che mi ha salvata anni fa> finalmente spezzi il silenzio.
Bucky abbassa lo sguardo.
Il cuore ti si stringe in una morsa.
<sei tu?> chiedi a bassa voce facendo un piccolo passo verso di lui.
Lo sguardo di Bucky si alza, incontra il tuo ma a sua sorpresa non vede paura...
<non al cento per cento> risponde, la sua voce stranamente più roca del solito.
Inclini la testa di lato, un dolce espressione confusa si dipinge sul tuo viso.
<entra pure, scusa per il disordine non aspettavo ospiti>
Il tuo tono è gentile, come le tue parole e il tuo sorriso.
Guidi Bucky nel tuo appartamento fino alla sala, dove prendete posto sul divano.
<posso offrirti qualcosa da bere?> chiedi guardandolo.
<un bicchiere d'acqua andrà più che bene> risponde lui con un mezzo sorriso.
Ti perdi per un momento nei suoi occhi chiari, poi cerchi di ricomporti.
Con un colpo di tosse ti alzi e sotto lo sguardo di Bucky raggiungi la piccola cucina.
Torni subito, un bicchiere d'acqua per lui e una tazza di tè.
<io non ho mai avuto l'occasione di ringraziarti, se non fosse stato per te probabilmente sarei morta> ammetti prendendo posto al suo fianco, seduta di lato così da portarlo guardare meglio.
Lui ti guarda per un momento, poi guarda le sue mani inguantate.
<se non fosse stato per me, tu non saresti nemmeno stata in pericolo>
<cosa intendi?> chiedi curiosa e confusa.
<io... ero il Soldato d'inverno, controllato dall'Hydra, e quel giorno la mia missione era uccidere un gruppo di uomini in quel palazzo, ho usato degli esplosivi e nella via di fuga ho visto te, ancora ignara di tutto e ti ho trascinata via> spiega lui.
<mi hai anche dato la tua giacca> ammetti indicando con un cenno del capo la vecchia giacca di pelle che è appesa vicino alla porta.
Bucky la guarda per un istante poi si gira verso di te.
<hai paura?>
<no, non credo di dover aver paura di te...>
<Bucky, il mio nome è Bucky>
<bene, Bucky io non ho paura di te, ho sentito molto parlare dell'Hydra e di te, di Capitan America e credo, anzi sono certa, che ora davanti a me c'è un uomo degno di fiducia>
Pronunci il suo nome e quelle parole con una tale naturalezza che a Bucky vengono i brividi.
<perchè ti ho salvata?> chiede all'improvviso.
<non lo so, ma te ne sono grata> ammetti poggiando una mano sulla sua spalla.
Nonostante sia la spalla metallica, Bucky non si tira indietro.
Per qualche motivo cerca il tuo contatto, e spera che tu la mano non la tolga mai.
<continuo a sognarti, sei come un balsamo per i miei incubi...> ammette lui abbassando lo sguardo.
<cosa succede nei tuoi sogni? rivivi quel giorno?> chiedi avvicinandoti leggermente a lui.
<no, è l'unico sogno che non è direttamente collegato ad un ricordo> dice lui alzando lo sguardo su di te.
<mi abbracci, di solito ci abbracciamo o passeggiamo mano nella mano, tu mi racconti della tua vita... e poi alla fine mi sembra di soffocare>
Lo guardi per un momento, in silenzio e in contemplazione.
Puoi vedere il suo dolore, la sua paura, la sua disperazione.
Quello c'è davanti a te non è l'uomo che ti ha salvata, è quella scintilla che hai visto negli occhi del soldato che ti ha portata via da un edificio che stava per esplodere.
<per quello che vale Bucky, sono grata che tu sia qui, mi sono trovata molto spesso a pensarti e a sognarti, speravo che mi avresti trovata un giorno> ammetti guardandolo negli occhi.
Sono passati mesi da quando Bucky si è presentato a casa tua, mesi in cui tante cose sono cambiate.
Ti ha presentato Sam, Sarah e i bambini.
Avete passeggiato mille volte, e nelle ultime settimane addirittura mano nella mano.
Lo hai abbracciato, diverse volte, e lui ha abbracciato te.
Lo hai svegliato da un suo incubo una sera che vi siete addormentati sul tuo divano durante una maratona del Signore degli Anelli.
Ormai tu e Bucky siete inseparabili.
<ehi Buck, sei tornato> gli sorridi da sopra la spalla.
<cosa cucini?> chiede lui avvicinandosi alla cucina.
Lo senti poggiare una busta sul tavolo, poi lui si toglie la giacca lasciandola su una sedia e ti raggiunge.
<ricetta della nonna, pasta al ragù> rispondi continuando a girare la salsa.
<il profumo è ottimo> ammette lui.
Subito dopo lo senti avvicinarsi ancora di più a te, le sue mani sui tuoi fianchi fanno il giro e ti stringono al suo petto.
Ora sai che Bucky adora abbracciarti da dietro, è un gesto così intimo che ti sei trovata ad amare anche tu.
è in momenti come questo che sembrate una vecchia coppia felice, in teoria lo siete ma non ufficialmente.
<tutto bene?> chiedi in un sussurro.
Bucky poggia il mento sulla tua spalla.
<avevo solo bisogno di un abbraccio> ammette lui a bassa voce.
La leggera musica che arriva dalla radio è l'unico rumore che riempie la cucina.
Bucky comincia a muoversi leggermente, a ritmo con la base e tu ancora tra le sue braccia lo segui.
Non puoi fare a meno di sorridere e goderti il momento.
Ti giri tra le sue braccia, allacciando le tue attorno al suo collo.
<ehi> lui ti sorride, i suoi occhi azzurri brillano.
<sono felice> ammetti dandogli poi un bacio sulla guancia.
Le guance di Bucky si tingono di rosso.
<anche io> risponde lui.
Il suo sguardo si sposta rapidamente dai tuoi occhi alle tue labbra.
<posso baciarti?> ti chiede a bassa voce.
Tu ovviamente annuisci, aspetti questo momento da troppo tempo.
Lui si avvicina, lentamente, e con delicatezza poggia le sue labbra sulle tue.
Ti stringi a lui ancora di più, quasi come se avessi paura che potesse scivolarti tra le mani.
Il bacio molto presto diventa più passionale, sempre lento e calmo.
Ti trovi a corto di fiato, la testa ti gira.
Tutto ciò che registri è solo Bucky, le sue labbra, le sue mani, il suo profumo.
Quando vi allontanate i suoi occhi azzurri trovano i tuoi.
<grazie> sussurra con un mezzo sorriso.
Lo guardi confusa.
<tu mi rendi felice y/n, mi rendi umano>
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