Pubblicato 13 aprile 2021

Da quando sei arrivata a Wakanda non hai avuto molti contatti con il mondo esterno, ne con persone che potessero comprendere la tua situazione o il tuo stato d'animo.
Una ragazza che ha vissuto per anni in fuga il tutto per colpa del lavoro del padre.
Tuo padre, scienziato molto ricercato, ti ha trascinata con sé per i suoi lavori in giro per il mondo e poi anche nella sua pazza fuga.
Fino ad ora, sono mesi che sei ferma nello stesso posto: Wakanda, ti hanno offerto asilo dalla scomparsa di tuo padre.
Visto il tuo stato d'animo Shuri ha provato di tutto per farti stare meglio, la sua ultima spiaggia è farti incontrare Bucky, una parte del suo cervello pensa che potrebbe essere utile per entrambi.
Per questo ora stai raggiungendo la casa del lupo bianco.
Lo puoi vedere in piedi che ti da le spalle...
I suoi occhi sono rivolti verso l'orizzonte, un velo cristallino di tristezza li fa brillare alla luce del tramonto. Bucky con il viso rivolto verso il sole cerca in quella sfera infuocata i suoi ricordi.
La tua presenza gli è ancora sconosciuta.
Segui il suo sguardo e per eterni istanti osservi il tramonto, è una visione eterea.
Come Bucky anche tu cerchi qualcosa ma non è il tuo passato, di quello ne hai avuto abbastanza, nel sole stai cercando il tuo futuro.
Dopo diversi istanti Bucky si gira verso di te, un'espressione confusa ma curiosa sul suo viso.
<posso aiutarti?> ti chiede avvicinandosi di qualche passo.
Una parte di lui sente quasi che il vecchio Bucky abbia preso il controllo appena i suoi occhi si sono poggiati sulla tua figura.
<sono y/n, Shuri mi ha mandata qui... > gli sorridi e lui ricambia.
<sei una dottoressa?>
<no, sono solo y/n, la famiglia reale mi ha offerto asilo dopo la scomparsa di mio padre>
<capisco>
<Shuri pensa che potrebbe aiutarci entrambi>
<cosa potrebbe aiutarci?>
<questo> dici a bassa voce indicando lo spazio vuoto tra i vostri corpi.
Bucky sorride, è un sorriso sincero che ti fa sorgere un sorriso anche sul tuo volto.
<io sono Bucky> dice lui porgendoti la mano.
<y/n, ma l'ho già detto due volte> dici ridendo stringendo la sua mano.
Quando la tua pelle entra in contatto con la sua è come se fosse scattata una specie di scintilla tra voi.
<di dove sei?> chiedi seguendo Bucky verso la panchina fuori la sua casetta.
<Brooklyn, ma si può dire che ho passato la maggior parte della mia vita in Russia o in missione...>
<missione?>
<non sai proprio niente di me? o di quello che ero?>
<so solo che sei Bucky e che sei l'unica persona che per ora sembra capirmi> ammetti alzando le spalle.
Lui ti sorride di nuovo, è come un piccolo grazie, perchè non ti interessa del suo passato e perchè non hai paura di lui.
<tu di dove sei?>
<Brooklyn anche io ma ci sono stata così poco che conosco forse due strade, con mio padre ho sempre viaggiato molto, ci spostavamo in continuazione> ammetti osservando l'orizzonte.

<y/n?> Bucky ti guarda confuso.
<ehi> gli sorridi mentre lo segui dentro la casetta.
<pensavo non saresti venuta oggi> non che abbiate un appuntamento fisso ma ormai era di routine che tu andassi da lui ad una certa ora e non vedendoti arrivare Bucky si è preoccupato, ha pensato a tutto quello che poteva essere successo, una delle possibilità era quello che ti fossi stancata di lui.
<scusa, mi hanno trattenuta perchè sono arrivate delle nuove news sul caso di mio padre, potrebbero averlo trovato> dici sedendoti sul letto.
Bucky si siede al tuo fianco.
<come stai?> ti chiede osservandoti con attenzione.
<non lo so> rispondi abbassando lo sguardo sulle tue mani.
Lui senza pensarci troppo allunga la mano per prendere una delle tue e stringerla tra le sue dita, il contatto ti da sicurezza e calore.
<grazie> sussurri osservando le vostre dita intrecciate.
Anche se Bucky non ha detto niente, sai bene cosa vuol dire il suo gesto.
<vuoi giocare a carte? oppure potremmo guardare un film, Shuri ieri mi ha portato anche un nuovo puzzle>
Di solito non è Bucky quello che propone cose da fare, e nemmeno quello che parla tanto ma ora sente che deve farlo, per farti stare bene.
<Bucky> lo chiami cercando il suo sguardo, la tua mano stringe la sua per attirare la sua attenzione ulteriormente.
Lui si gira verso di te.
<dimmi> la sua voce è dolce come il miele e ti fa sorridere, è sinceramente preoccupato per te.
<ho solo bisogno di te> lo dici con una tale naturalezza che Bucky sente il suo cuore fargli una capovolta nel petto.
<sono qui>
Ti trovi avvolta tra le sue braccia, seduta sulle sue gambe, la testa nascosta nel suo collo.
Così messa puoi inalare il suo profumo delicato, i suoi capelli lunghi ti solleticano il viso.
<grazie> sussurri, le tue labbra sfiorano la pelle di Bucky.
Erano anni che qualcuno non gli era così vicino, e soprattutto che qualcuno che gli fosse così tanto vicino non fosse una sua vittima.
Bucky ti stringe con tutto se stesso, per quanto è lui che sta aiutando te, anche tu stai aiutando lui.
Lo stai rendendo umano di nuovo, quando sei con lui Bucky non si sente un mostro.
<Shuri ha lasciato la sua cartella sul tavolo ieri, ho per caso letto il tuo nome...> sussurri senza alzare la testa.
<ti chiami James vero?> chiedi con un leggero sorriso.
Bucky sorride a sua volta, non sentiva quel nome da così tanto tempo.
<sì, mi chiamo James>
<mi piace> ammetti alzando la testa per incontrare il suo sguardo.
Noti subito il sorriso sincero sulle sue labbra.
<ti piace davvero?> ti chiede lui, il suo sguardo si sposta istintivamente dalle tue labbra ai tuoi occhi.
Tu annuisci soltanto, troppo concentrata sulle sue labbra.
Bucky si lecca le labbra, il suo corpo ormai è partito con il pilota automatico.
Non pensava nemmeno che ricordasse ancora la sensazione di un paio di labbra sulle sue, ma nemmeno vuole ricordarlo.
Vuol ricordare solo la sensazione delle tue labbra, della tua bocca, solo il tuo sapore e solo le tue mani vuole memorizzare.
Il bacio che condividete è delicato e lento, è un bacio che segna la vostra guarigione, una pietra miliare del vostro viaggio che d'ora in poi farete insieme.