BUCKY
Pubblicato 7 aprile 2021
Tu e il sonno non andate molto d'accordo, dormi qualche ora a notte quando tutto va bene e ormai passare le prime ore della giornata in quella caffetteria all'angolo è parte della tua quotidianità.
Le prime volte che hai cominciato a frequentare il locale, nessuno oltre a te occupava quei tavolini, ma ora insieme a te c'è un altro nemico della notte.
Un uomo tanto misterioso quanto affascinante, con capelli castani e occhi chiari, un sorriso stanco e una mano sempre inguantata.
<credo che questo sia tuo> una voce profonda attira la tua attenzione, alzi subito lo sguardo dal libro per incontrare il suo.
<il caffè... in realtà è un cappuccino, credo> aggiunge lui osservando la tazza.
Solo allora noti che la tazza che qualche minuto fa ti è stata portata non contiene il tuo cappuccino al caramello ma un caffè nero.
<oh, sì credo che questo sia tuo> dici con un sorriso.
<grazie> lui prende la tazza che gli ha porto.
<grazie a te, se non te ne fossi reso conto in tempo probabilmente avresti bevuto un caffè freddo>
<sempre meglio di un cappuccino dolcissimo> il suo leggero sarcasmo ti fa ridere.
<i gusti sono gusti> dici alzando leggermente le sopracciglia.
Lui ride leggermente prima di allungare la mano verso di te.
<sono Bucky comunque> dice lui con un sorriso gentile.
<y/n> rispondi stringendo la sua mano.
Ti fermi per un momento ad osservare i suoi occhi cristallini, sono davvero stupendi.
<posso?> la sua domanda ti lascia per un momento spiazzata.
<oh sì certo> dici togliendo la tua borsa dalla sedia di fronte a te.
<ho notato anche tu passi qui la maggiora parte delle mattine, se così vogliamo chiamarle> commenti bevendo un sorso di cappuccino.
Lui ti rivolge un sorriso tirato, forse hai toccato un tasto dolente.
<io non riesco a dormire, due ore di sonno sono abbastanza secondo il mio cervello> ammetti con una risata imbarazzata.
Come primo approccio diciamo che non sta andando esattamente come speravi.
Ma nonostante qualche osservazione di troppo e qualche momento imbarazzante, il vostri primo incontro è stati seguito a ruota da una nuova routine.
Un tacito appuntamento per due figli della notte, nemici del sonno.
Un caffè e un cappuccino, il tavolo all'angolo vicino alla grande finestra che dà sulla strada e tante tante chiacchiere.
Ormai ti sembra che Bucky ti conosca meglio di quanto ti conosci tu..
E in un qualche modo strano Bucky sente che tu sia riuscita a conoscere quel lato di lui che da anni ormai teneva nascosto, congelato degli angoli più remoti della sua mente e del suo cuore.
<che ne dici se facciamo una passeggiata?> è una domanda innocente, eppure il pensiero di uscire dalla sicurezza del bar ti mette ansia.
Bucky ti sorride.
<perchè no, comincia a fare caldo>
é un affermazione innocente anche la sua, ed è così, con l'arrivo dell'estate anche di mattina fa meno freddo.
Stamattina in particolare, i primi raggi del sole sembrano essere abbastanza caldi.
Vi alzate dopo aver finito le vostre bevande e in silenzio uscite dal bar.
Ci vuole un attimo per scongelare la nuova situazione, i vostri corpi non più separati dal tavolino di ferro del bar sono più vicini che mai, quasi puoi sfiorare la sua mano.
Bucky ti tiene sulla destra, lontana dal suo braccio di ferro.
<y/n?>
<sì Buck?>
<credo di doverti dire una cosa>
<dimmi pure> il sorriso sicuro e genuino che gli rivolgi gli fa sciogliere il cuore.
C'è una sorta di non detto tra voi, quella scintilla che state alimentando con ogni parole e ogni sorriso, ma la realtà di Bucky, la sua natura, quella non può rimanere nel non detto.
Bucky si ferma, siete arrivati in un parco, oltre a voi solo qualche persona con il proprio cane si gode i primi cinguettii degli uccelli.
<tutto bene?> chiedi notando l'espressione tesa del ragazzo al tuo fianco.
Bucky alza subito lo sguardo verso di te, ti sorride ma come la prima volta è un sorriso teso.
I suoi occhi azzurri sono velati, velati di una coperta di tristezza o quasi paura. Quei sentimenti che si provano quando si sa che qualcosa di molto bello sta per finire.
<io sono il soldato d'inverno> la frase esce dalle sue labbra con una tale facilità che quasi Bucky si spaventa, ma questo è l'effetto che hai su di lui.
<sei una specie di supereroe?> chiedi con un sorriso confuso.
<non esattamente> Bucky è di nuovo rilassato.
Ti spiega tutta la sua storia e non puoi fare a meno di stringere la sua mano.
Lui non è abituato ad un contatto tanto puro e innocente che all'inizio fa fatica ad abituarsi ma poi non ne può fare a meno.
Lo fai sentire al sicuro, e Bucky al sicuro non ci si sente da tanti troppi anni.
<hai una storia molto travagliata> ammetti ripensando a tutto quello che ti ha detto lui.
Bucky ride di gusto.
<con tutto quello che potevi dire, dici solo questo?> ti chiede ridendo.
<certo, non potrei mai dire che sei una brutta persona perché non lo sei e non lo sarai mai, e mai potrei dire che ho paura di te perchè sarebbe una bugia> lo dici con una tale sicurezza che Bucky ci crede.
Ti stringe la mano con un sorriso e tu ricambi.
Nella tua mente rimbombano delle parole.
"ti voglio bene" glielo vorresti dire ma rimani in silenzio, poggi la testa sulla sua spalla e lui ti circonda la vita con il braccio.
Così vicini ricominciate a camminare, immersi nei vostri pensieri che ovviamente riguardano voi due.
<posso offrirti la colazione? o i super soldati non mangiano?> chiedi alzando la testa dalla sua spalla.
<mangiamo eccome> dice lui con un bellissimo sorriso.
<bene, allora andiamo, ma ti avviso faccio i pancake più buoni di tutta New York>
Bucky ride e si lascia guidare da te, gli stringi la mano e te lo porti dietro fino al tuo appartamento che fortunatamente hai ordinato giusto la sera prima.
<se c'è un po' di disordine non è colpa mia> dici lasciando la giacca e la borsa all'entrata.
<hai una coinquilina?> chiede Bucky seguendoti in cucina.
<se per coinquilina intendi la mia parte sfaticata e disordinata allora sì, peccato che non paga mai le bollette>
Bucky ride, e come ogni volta che lo fa giuri che vorresti sentirlo ridere sempre.
<vieni, fai come se fossi a casa tua>
Bucky si siede al tavolo mentre tu cominci a preparare la colazione, per un momento gli sembra di essere una persona normale, che vive una vita normale.
Si sente a casa, anche se a casa tua non c'è mai stato.
è una dimensione così casalinga, cos' sicura e calda che Bucky quasi si emoziona.
Si alza e ti raggiunge vicino alla cucina.
<ehi> gli sorridi togliendo il primo pancake dalla padella.
<grazie> sussurra lui guardandoti.
Ti fermi immediatamente, posando la spatola sul bancone.
Non ci pensi due volte, ti allunghi poggiando una mano sul suo viso e lo baci.
Bucky non aspettava altro, ricambia immediatamente.
Entrambi lasciate cadere tutte le paura e tutte le preoccupazione.
Per l'eterno istante in cui le vostre labbra si toccano non esiste altro se non i vostri cuori che battono all'impazzata e le vostre mani che esplorano la pelle calda e i capelli morbidi.
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