STEFAN SALVATORE
Bene rincomincia un altro anno scolastico, non vedevi l'ora di tornare in quella gabbia di matti, non ti sei mai trovata bene, ti hanno sempre presa in giro perché quella secchiona o quella grassa o perché tuo padre ha abbandonato te e tua madre da piccola ed era conosciuto in tutta Mystic Falls per essere un ubriacone e un puttaniere.
non ti hanno mai dato pace, né i bulli a scuola né le occhiatacce delle persone in strada, ma quest'anno speravi che le cose sarebbero cambiate, sei riuscita a dimagrire, ti sei allenata con costanza e sei arrivata al tuo corpo ideale, sei felice per i tuoi obbiettivi raggiunti e speri che i bulli abbiano un motivo in meno per darti fastidio e tormentarti.
Ma ti sbagliavi... quanto ti sbagliavi, nonostante tu fossi cambiata i tuoi bulli non hanno cambiato nulla.
<eccola qua la nostra piccola y/n, non ci credo guardatela come si è vestita, non vuol dire che ora che sei dimagrita allora puoi metterti quei ridicoli vestiti, sei comunque brutta come la professoressa zitella di matematica> dice Alex, il pluriripetente dell'ultimo anno a capo della banda dei bulli.
<già, sei orribile e poi con quel naso dove credi di andare> dice Ilary, la sua fidanzata.
Hanno cominciato così il primo giorno e così hanno continuato, ti sei attrezzata di cuffiette per sentirli meno quando ti insultano e per isolarti al meglio da quello schifo di scuola.
Un giorno dopo quasi un mese dall'inizio della scuola ti stai dirigendo, sola come sempre, verso la mensa della scuola, li vedi arrivare ma continui imperterrita a camminare con le cuffiette nelle orecchie, cerchi di alzare il volume della musica per non sentirli ma è già al massimo, li senti comunque ma fai finta di niente, fino a che uno di loro ti prende per un braccio, ti fa voltare e ti strappa le cuffie.
<devi ascoltarci mentre ti parliamo y/n, non te lo ha insegnato tuo padre prima di ascoltare?>
<no ti pare, lui l'unica cosa che sapeva ascoltare era il richiamo delle puttane e della birra> dice un altro
Senti le lacrime minacciare di uscire, ma non puoi permettermi di piangere davanti a loro.
<lei non deve ascoltare proprio nulla delle cavolate che dite voi> senti una voce maschile dire, alzi lo sguardo, è Stefan Salvatore, fate storia insieme.
Si mette tra te e i bulli.
<tu saresti?> chiede Alex
<Stefan Salvatore> risponde il ragazzo incrociando le braccia al petto
<bene Stefan, ora vattene, non sono affari tuoi, ma tra me e quella ragazzina> dice Alex dandogli una spallata, cosa che fa arrabbiare ancora di più Stefan che lo prende per il colletto della maglia
<prima di tutto tu non hai alcun diritto a chiamarmi per nome, per te io non esisto, non voglio mai più sentire il nome dalla tua lurida bocca e secondo smettila di infastidire y/n o sarai tu a sentire il richiamo di qualcosa non tanto dolce come la tua cara mammina, ci siamo capiti Alex> dice Stefan con disprezzo
Lascia andare Alex e si avvicina a te.
<stai bene?> chiede prendendo da terra le tue cuffie
<si, grazie> rispondi timidamente
<pranziamo insieme?>
<molto volentieri> rispondi per poi seguirlo verso la mensa
<sei y/n giusto?> dice mentre vi sedete
<si esatto, sono io>
<sei solo nella mia classe di storia o sbaglio?>
<no non sbagli>
<peccato, dovremmo avere più lezioni insieme, mi piacerebbe conoscerti meglio>
<come mai?> chiedi imbarazzata
<beh innanzitutto perché sei l'unica a parte me che sa tutte le date di Storia meglio del professore e perché ti trovo interessante e molto bella>
<lo dici solo perché ora sono così, mi avessi conosciuta un anno fa non mi avresti mi detto che sono bella>
<sono sicuro che ti sbagli, la bellezza che vedo io non sta nell'aspetto ma sta negli occhi, nel cuore, nei sorrisi e nella mente, è una bellezza eterea ed eterne, e fidati di chi ne ha conosciute di persone, tu sei la più bella tra tutti in questa scuola> dice lui
<grazie, davvero...> dici abbassando lo sguardo
<non devi ringraziarmi, è la verità> dice lui prendendoti il volto e facendoti alzare lo sguardo su di lui
<pensavo che potrei cambiare il mio orario così da avere più lezioni insieme> dice lui sorridendo
<sarebbe bello> rispondi sorridendo a tua volta
<bene, ora vado> dice lui alzandosi
<ciao>
<ci vediamo a lezione> dice, ti lascia un bacio sulla fronte e se ne va.
Da quel giorno sono passati diversi mesi, tu e Stefan avete legato molto, si potrebbe quasi dire che siete migliori amici, almeno lui è il primo a cui dice tante cose su di te, cosa che prima non facevi con nessuno, e da quando avete cominciato a girare insieme i tuoi bulli sono spariti, non ti guardano più quando passi per i corridoi, non ti rubano nulla, non ti chiedono soldi o compiti, non ti insultano e non ti danno fastidio, e per questo sarai per sempre grata a Stefan.
Ti dirigi verso la classe di matematica, sai che troverai lì Stefan.
<ehy y/n> ti senti chiamare, ma non è Stefan.
Ti giri, è un ragazzo con il quale non hai mai parlato e che forse è nella tua classe di inglese.
<come mai tutta sola?> chiede venendoti più vicino, tu indietreggi e finisci con le spalle al muro
<sto andando a matematica> dici cercando di superarlo
<aspetta un secondo, c'è tempo per andare via> dice accarezzandoti il braccio
<cosa vuoi?> chiedi nervosa
<voglio sapere cosa ci fai tutta sola, il tuo amichetto ti ha lasciata?> non sai cosa rispondere
<io vorrei tenerti compagnia> dice avvicinandosi ancora di più
<sai sono bravo con le ragazze come te, sei tutta timida ma so in fondo chi sei e cosa vuoi> dice accarezzandoti la coscia. Chiudi gli occhi quando lo vedi avvicinarsi al tuo volto ma così d'improvviso non senti più la sua presenza.
Apri gli occhi e vedi Stefan che lo spinge via
<lasciala stare> dice semplicemente, il ragazzo ti guarda, guarda lui
<tanto, comunque, non ti avrei mai baciata> dice andandosene via
<giuro che nessun'altro ti toccherà ancora, ok?> dice Stefan avvicinandosi a te e sistemandoti una ciocca di capelli dietro l'orecchio
<a meno che non sia tu> rispondi guardandolo negli occhi, lui ti guarda confuso inizialmente poi capisce, ti avvicini a lui, poggiando le mani al suo petto, lo guardi titubante e poi poggi le tue labbra sulle sue, con timidezza e delicatezza, lui rimane fermo per un secondo, poi ti stringe a sé, e preme con più forza le labbra sulle tue.
<non ci speravo più> dice staccandosi
<come potevo non innamorarmi della persona che mi ha migliorato la vita> rispondi facendolo sorridere, dio quanto è bello il suo sorriso
<ora posso dirlo> dice ridendo
<cosa puoi dire?>
<che sei mia> dice baciandoti ancora.
Ed è vero, sei sua, lo sei stata da quel giorno in cui si è messo tra te e i tuoi bulli e lo sarai per sempre.
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