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NEWT


<dove è finita y/n?> chiede Newt girandosi verso Chuck.

<credo che Gally l'ha messa di nuovo in gatta buia> risponde il ragazzino, indicando la direzione in cui sei tu.

E ha ragione, come sempre tu e Gally avete avuto una disputa, hai osato dubitare della sua carica e delle sue idee quindi lui ha deciso di metterti a tacere mettendoti in gattabuia, per l'ennesima volta.

<non ci credo> dice Newt cominciando a raggiungerti.

Sei seduta per terra, rigirandoti tra le mani un pezzo di tessuto con cui ti asciughi le lacrime.

Senti dei passi avvicinarsi e velocemente ti strofini il viso per cercare di coprire ogni traccia del tuo pianto e della crisi nervosa che ti sta venendo.

<y/n?> ti senti chiamare, è Newt.

<sono qui> dici alzandoti per avvicinarti alle sbarre e farti vedere dal ragazzo, che seguendo la tua voce si avvicina.

<cosa hai combinato questa volta?> ti chiede accovacciandosi davanti alla tua cella.

<io niente, ho detto la mia idea, che come sempre era contraria a quella di Gally e siccome è un imbecille e non sa accettare altre idee oltre alle sue mi ha messa qui> dici esasperata, cercando di trattenere le lacrime.

Non stai piangendo per quello che è successo con Gally, ci sei abituata ai vostri continui scontri, quello che ti assilla è ben altro, è una paura viscerale che si sta impossessando di te piano piano.

<fino a quando dovrai stare qui?> ti chiede il biondo

<domani mattina> rispondi tornando a sederti

<meglio dell'ultima volta> commenta.

Sei grata che ti sia venuto a controllare, la sua voce e la sua presenza ti calmano sempre.
È il tuo più caro amico nella radura e non sai come faresti se lui non ci fosse.

<ti vado a prendere la cena> dice lui alzandosi dopo averti studiate con lo sguardo per assicurarsi che tu stessi bene.

In quale posto recondito del suo cervello sa bene che Gally sta sbagliando e ha sinceramente paura che un giorno possa perdere il controllo e farti del male.

<grazie Newt> dici sorridendo al ragazzo, il quale ricambia il sorriso e si allontana zoppicando.

Osservi la sua figura allontanarsi verso il falò dove ci sono gli altri radurai.

Gli vuoi un bene dell'anima, e a volte credi che il tuo sia un sentimento molto più grande e forte ma ti spaventa quindi ti sei autoconvinta che gli vuoi bene come una sorella vuole bene al fratello.

Questo è il pensiero che ti tiene lontana da lui, che cerca di tenere a bada l'istinto di saltargli addosso e di baciarlo.

Mentre aspetti con ansia la tua cena e il ritorno di Newt, ti perdi di nuovo nei tuoi pensieri e nelle tue paure. Non ti è mai successo di farti sopraffare da tutto questo ma questa sera ti senti più debole del solito.

Ti lasci andare al flusso e cominci a piangere, a singhiozzare in silenzio.
Calde lacrime ti bagnano il viso, il pezzo di tessuto che prima usavi per asciugarle è ormai zuppo.

Ti stringi le ginocchia al petto, cercando di trovare conforto nel tuo stesso calore, ma non funziona.

La valanga che ti sta travolgendo viene fermata da un rumore.

È Newt, che tornando indietro con la tua cena ti ha vista piangere ed è entrato nella cella con te. Lo senti sedersi al tuo fianco, la sua mano con calma si poggia sulla tua spalla.

Alzi lo sguardo su di lui e quando lo vedi preoccupato non puoi fare a meno di buttarti tra le sue braccia e farti consolare.

Lui in silenzio ti stringe al suo petto, una mano sulla tua schiena, l'altra ti accarezza i capelli.

Ogni tanto lascia un tenero bacio sulla tua fronte.

Rispetta il tuo bisogno di piangere aspettando che tu ti sia calmata per poterti finalmente chiedere cosa è successo.

Vorrebbe uccidere tutti i tuoi demoni, lo vorrebbe con tutto se stesso.

<y/n, ehi guardami per favore> dice alzando il tuo viso verso il suo.

Ti lasci guidare dalla sua mano e incastri lo sguardo nel suo.

<non pretendo che tu mi dica cosa ti passa per la testa ma devo solo sapere se è colpa di un raduraio> dice con fare apprensivo

<no> riesci dire in un sussurro

<bene, ora mia piccola y/n vuoi parlarne?> chiede lui premuroso.

Sorridi sentendo come ti ha chiamata.

Scuoti la testa, non hai voglia di parlarne per ora.

<va bene, ma prima o poi me lo dirai vero? Lo sai che non fa bene tenersi queste cose per se> dice accarezzandoti la guancia.

<ci proverò> dici in un sussurro, poggiando la fronte alla sua.

Vorresti sparire tra le sue braccia, per sentirti al sicuro per sempre.

<lo sai che io ci sono e voglio aiutarti, ti prego permettimi di aiutarti> dice lui, la sua mano ferma sulla tua guancia, con il pollice disegna dei cerchi sul tuo zigomo.

Non siete mai stati così vicini, eppure non è strano o imbarazzante, sembra la cosa più naturale del mondo.

<grazie Newt> rispondi al ragazzo che con le sue preoccupazioni ti ha strappato un sorriso.

Sapere che ci tiene a te ti fa stare un po' meglio.

<allora vuoi mangiare?> chiede lui dopo attimi di silenzio
<sì> rispondi allontanadoti.

Lui si allunga prendendo il tuo piatto e il suo.

Ti siedi bene al suo fianco appoggiando il piatto sulle gambe.

<buon appetito> dici sorridendo al ragazzo al tuo fianco
<buon appetito> risponde lui

Dopo aver mangiato tutto, vi mettete comodi a parlare, nonostante tu abbia detto a Newt che deve andare a dormire lui ha deciso che non ti vuole lasciare sola tutta la notte.

Ora sei molto più tranquilla e hai ripreso a parlare come tuo solito delle tue strane idee o dei tuoi sogni assurdi, Newt ti ascolta ridendo alle tue battute pessime sulle sopracciglia di Gally o sulla stramba camminata di uno dei costruttori.

<certo che tu non stai mai zitta eh pivella?> dice lui interrompendo un tuo racconto

lo guardi sorridendo, le guance diventano rosse quando ti rendi conto che siete di nuovo vicinissimi.

<mi piaci quando arrossisci> dice Newt, prendendoti il mento tra pollice e indice per farti avvicinare il viso al suo.

Lo guardi negli occhi, poi il tuo sguardo cade sulle sue labbra, così belle e invitanti.

Lui fa lo stesso, ti osserva alla ricerca di una singola imperfezione, ma sei perfetta ai suoi occhi, dalla curva del tuo sorriso alle cicatrici sulla guancia, agli occhi, alle labbra, tutto di te lo attrae.

Vi unite in un bacio, casto e delicato che presto diventa un bacio famelico, caldo e pieno di passione, avete aspettato fin troppo bene portando all'esasperazione il desiderio che avete l'uno per l'altro.

<comunque mi da fastidio> dici spezzando il silenzio, ti appoggi meglio al suo petto.

<cosa?> chiede lui preoccupato.

<che mi chiami pivella> dici guardandolo.

Lui ride, senti l'eco della sua risata nel suo petto.

<sei impossibile y/n> dice lui ridendo.

<ah sì?> chiedi tu facendo la finta offesa

<sì pivella> risponde lui facendoti ridere.

Lo guardi male, ma subito cambi idea quando lo vedi sorriderti.

<la mia pivella> aggiunge poi sistemandoti una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Chiudi gli occhi quando lasciandoti andare alle sue carezze.

Vi addormentate così, poggiati al freddo muro della cella ma felici più che mai, stretti l'uno all'altra.

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