ALEC LIGHTWOOD
Dopo ormai due mesi passati qui ad Alicante, sono riuscita a convincere i miei genitori a lasciarmi tornare all'Istituto di Brooklyn, dove hai lasciato la persona più importante per te: Alec.
Negli ultimi due mesi che siete stati lontani sono successe così tante cose, non hai mai cercato di contattare Alec e lui nemmeno, ma oggi tornerai all'istituto e forse sarete capaci di sistemare le cose.
Attraversi il portale, lasciandoti dietro solo una scia di solitudine e speranza, arrivi all'istituto in men che non si dica, come sempre è caotico e pieno di shadowhunters.
Cerchi qualche faccia amica ma nessuno sembra essere nei paraggi, così ti avvii verso la tua camera.
Salendo le scale incontri Marise
<ciao y/n non sapevo che saresti tornata oggi>
<ciao marise, in realtà non lo sapevo nemmeno io>
<come stai?>
<un po' sconvolta ma bene ora che sono qua>
La vostra conversazione viene interrotta da una voce maschile fin troppo familiare
<mamma, c'è un codice rosso> è Alec
<y/n> dice appena nota con chi sta parlando la madre
<Alec, ciao>
<dobbiamo andare, c'è un codice rosso> dice correndo verso la sala principale
<vado a posare lo zaino e arrivo> dici praticamente al nulla visto che ormai sia madre che figlio sono lontani
Arrivi alla tua camera, che è esattamente come l'avevi lasciata, posi lo zaino e tiri fuori la giacca da combattimento e le tue lame.
<non sapevo fossi tornata> senti la sua voce alle spalle
<nemmeno io sapevo che mi avrebbero lasciata tornare così presto> rispondi girandoti, Alec è appoggiato allo stipite della porta e ti guarda con uno sguardo neutro, come se non provasse alcun tipo di sentimento per te
<visto che sei qui, vieni con noi, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile>
<va bene, sono pronta> rispondi seguendolo per i corridoi fino alla sala principale
<y/n che bello vederti> dice Izzy correndoti incontro e abbracciandoti
<non abbiamo tempo per i convenevoli Izzy, sta bene, tu stai bene, stiamo tutti bene ma ora abbiamo dei demoni da prendere> dice Alec in modo sbrigativo, guardi Izzy con sguardo preoccupato per la freddezza nella voce di quello che in teoria è il tuo ragazzo, lei ti guarda come per farti capire che non è il momento.
Dopo diverse ore, tornate all'istituto, coperti di sangue sia vostro che dei demoni che siete riusciti a rispedire nell'inferno senza creare troppo trambusto.
<è bello riaverti qua con noi> dice Jace allontanandosi per andarsi a ripulire
<grazie Jace. È bello essere di nuovo a casa> ti guardi attorno e non vedi Alec da nessuna parte.
Decidi di tornare alla tua camera per farti una bella doccia rilassante, ma mentre cammini per i corridoi passi davanti alla stanza di Alec e senti dei mugolii di dolore.
La porta è socchiusa quindi la scosti un po' ed entri.
<posso?> chiedi indicando la ferita al braccio che Alec sta cercando di ripulirsi da solo, lui non risponde, semplicemente abbassa la mano e si sposta un po'.
Prendi un pezzo di stoffa per disinfettare la ferita e ripulirla dal sangue per poi disegnare la runa della guarigione.
Mentre lavori sulla ferita senti lo sguardo di Alec su di te, ti sta studiando.
Quando stai per tirare fuori lo stilo per disegnare la runa lui ti ferma.
<no> lo guardi confusa
<non voglio la runa, voglio guarire in modo naturale, metti sopra una fasciatura e basta>
<va bene, come vuoi tu Alec> rispondi, prendi la garza e comincia a fasciargli il braccio.
<bene, ho finito> dici guardando prima la fasciatura poi Alec
<grazie> dice con tono freddo e si gira dandoti le spalle.
Pensi sia ora di andare via, ma poi pensi che lui è il tuo fidanzato o almeno lo era fino a due masi fa quando sei sparita dalla sua vita e che forse gli devi una scusa e delle spiegazioni.
<Alec io credo che io e te dovremmo parlare>
<io credo invece che non abbiamo assolutamente niente da dirci y/n, mi dispiace ma non ne voglio sapere nulla>
<io... va bene, scusa del disturbo, buonanotte> dici e te ne vai.
Te ne torni in camera e senti un turbine di emozioni negative che ti trascinano verso il basso, senti un peso sul cuore e le lacrime non smettono di scendere, sarai anche di nuovo a casa ma hai perso l'unica persona che tu abbia mai amato.
Qualcuno bussa alla porta.
<chi è?> chiedi asciugandoti le lacrime
<Marise>
<entra pure> dici cercando di ricomporti
<y/n mi è arrivato un messaggio dai tuoi genitori, mi hanno detto quello che è successo in questi due mesi, credo che sia meglio parlarne, quando ti sarai ripulita vieni nel mio ufficio per favore>
<va bene Marise> rispondi e aspetti che la donna esca e si chiuda la porta alle spalle per cominciare a prendere l'occorrente per farti la doccia.
Quando esci dalla doccia, ti guardi allo specchio, hai perso un paio di chili negli ultimi due mesi, hai un paio di nuovi lividi sull'addome dovuti ai demoni che avete combattuto questo pomeriggio, ci passi sopra la mano delicatamente e quel semplice contatto ti ricorda quando prima di Alicante tu ed Alec dopo una battaglia pesante vi aiutavate a vicenda a guarire e a ripulirvi dal sangue, ricordi le sue mani forti ma delicate, i suoi baci e gli abbracci. Lo ami ancora ma chissà se per lui è ancora lo stesso.
Finisci di prepararti e ti avvii verso l'ufficio di Marise, bussi alla porta ed entri.
<eccomi Marise>
<siediti cara>
Passano ore in cui tu e lei discutete di quello che è successo, finalmente avete finito ed esci, alzi lo sguardo subito dopo aver chiuso la porta e vedi Alec appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto.
<seguimi> ti dice, lo segui lungo i corridoi ormai bui dell'Istituto e arrivate alla serra sul tetto.
<ho sentito una parte di quello che hai detto a mia madre, credo che tu mi debba delle spiegazioni, allora io potrò decidere cosa fare> ti guarda freddo, lo guardi negli occhi e decidi di sederti per raccontargli tutto.
<bene, come sai due mesi fa i miei genitori mi hanno chiamata per tornare ad Alicante per quello che sembrava un affare di famiglia, ed effettivamente era così all'inizio, mio padre essendo salito di carica al consiglio ha avuto una serie di onorificenze e abbiamo dovuto presenziare tutti, sai come sono formali gli shadowhunter... beh sta di fatto che la sera della cerimonia i miei hanno insistito perché io conoscessi il figlio di un collega di mio padre, hanno insistito perché io vedessi questo ragazzo nelle successive settimane senza dirmi il perché, mi obbligavano ad uscire o lo invitavano a casa, poi dopo ormai due settimane mi sono stancata e ho deciso come sempre di affrontare i miei perché come ben sai non sono capace a eseguire gli ordini senza sapere nulla> questa tua ultima frase sembra strappargli un minuscolo sorriso ma tu continui a raccontare <beh ecco... loro avevano intenzione di farmi fidanzare con questo ragazzo, avevano organizzato tutto a mia insaputa, loro e la famiglia di lui hanno organizzato il fidanzamento e mentre io e lui ci "frequentavamo" loro organizzavano il matrimonio, appena ho saputo quale era il loro intento mi sono ribellata, volevo tornare qua ma hanno fatto in modo che non potessi lasciare la casa senza che lo sapessero, ero pedinata ovunque andassi, ho passato lo scorso mese a cercare di fargli capire che non era la cosa giusta da fare, che quel matrimonio non avrebbe reso la mia famiglia più importante, e alla fine sono arrivata ad un patto> dici, riprendi fiato e cerchi di decifrare lo sguardo di Alec
<che patto hai dovuto fare y/n?>
<mi hanno concesso di tornare e di restare, ma ho dovuto rinunciare al mio titolo e al mio nome, in pratica mi hanno diseredato, sennò avrei potuto rimandare il matrimonio di un paio di mesi tornare qua renderli fieri di me e a quel punto forse mi avrebbero concesso di non sposare quel ragazzo, ma sapevo che sarebbe stato impossibile renderli fieri di me, e soprattutto che anche se ci fossi riuscita loro mi avrebbero fatto comunque sposare perché per loro è troppo importante salire di livello nella scala sociale>
Quando hai finito di parlare c'è un momento di silenzio
<ti devo comunque chiedere scusa Alec, io per due mesi non mi sono fatta sentire, ti ho lasciato qua e poi sono ripiombata nella tua vita senza avvisare, non mi sono comportata come una brava fidanzata farebbe> lo guardi, e nel suo sguardo ritrovi le emozioni che potevi leggere una volta e non più il muro di freddezza che si era creato da quando eri partita.
<io ti perdono y/n, in fondo anche io non ti ho scritto in questi due mesi>
<non ha importanza Alec>
<io prima che tu partissi volevo fare una cosa ma ho rimandato troppo e poi i tuoi ti hanno chiamata ad andare ad Alicante...>
<cosa volevi fare?>
<questo> dice tirando fuori un anello dalla tasca dei pantaloni
<y/n vorresti sposarmi?> dice lui guardandoti negli occhi
<assolutamente sì> urli abbracciandolo
<vieni, dammi la mano> ti mette l'anello sul dito e ti guarda
<ti amo y/n, ti ho sempre amato e per sempre ti amerò>
<ti amo anche io Alec> rispondi
Vi baciate e lui ti stringe a sé, sei a casa finalmente.
<ora non avrai alcun problema, non importa se non hai più un nome o una famiglia, da oggi in poi sarai y/n Lightwood e saremo noi la tua famiglia, anche se non abbiamo nessun titolo da offrirti>
<mi basta avere te> rispondi baciandolo di nuovo
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