Sam Winchester [Spn]
Le ultime settimane sono state un disastro, non c’è modo migliore per descriverle.
Io e Sam litighiamo per qualsiasi cosa.
Che si tratti di come affrontare i mostri, di cosa mangiare a cena, o del semplice fatto che lasci la sua roba dappertutto, non ci troviamo d'accordo su nulla.
Perfino il modo in cui respira a volte mi irrita.
È come se ogni piccola cosa portasse a una discussione, e onestamente... mi sta stancando.
Mi sta davvero stancando.
Stamattina è stato l'apice: una discussione ridicola su un libro.
Un dannato libro.
-Non capisco come tu possa dire che Moby Dick non sia interessante!- sbotta Sam, con quel tono di superiorità che riesce sempre a scatenare la mia ira.
-Non è che non sia interessante- ribatto esasperata -È che lo trovo... noioso. È troppo descrittivo! Voglio azione, non pagine e pagine sulla caccia a una balena-
Sam scuote la testa, come se fossi una bambina che non ha capito niente -È un classico per un motivo-
-Sì, un classico che annoia la gente a morte- rispondo, incrociando le braccia e fissandolo con un misto di frustrazione e, ammettiamolo, testardaggine.
-Ecco il problema!- dice alzando le mani in aria -Non ascolti mai davvero! Non provi neanche a capire il mio punto di vista-
-Scusa, cosa?- scatto -Non è che non ti ascolto, è che forse non sono d'accordo! Esiste una cosa chiamata opinione personale, sai?-
La discussione prosegue ancora per un po', con le parole che volano sempre più velocemente e più velenose.
Alla fine, sbatto la porta e me ne vado.
Non posso farcela, non oggi.
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Più tardi quella sera, mi trovo in cucina con Dean.
Sto fissando il fondo della mia tazza di caffè come se potesse darmi delle risposte, mentre lui sta trafficando con un panino gigante.
Dean ha il dono di saper ignorare i drammi emotivi della vita, concentrandosi invece su ciò che conta davvero: il cibo.
È un talento, davvero.
-A cosa stai pensando?- chiede Dean, mordendo il suo panino come se fosse la cosa più importante del mondo.
-Solite cose. Litigi, Sam, e il fatto che ogni conversazione finisce con noi che ci urliamo addosso-
Dean annuisce, senza smettere di masticare -Sai, siete testardi tutti e due. È come vedere due rocce che cercano di passare attraverso la stessa porta. Nessuno dei due cede-
Sospiro -Sì, me ne rendo conto. Ma non so più come fare. Forse non siamo fatti per stare insieme-
Dean smette di mangiare e mi guarda, serio.
È raro che Dean dica qualcosa di profondo, ma quando lo fa, lo fa bene.
-Se non foste fatti per stare insieme, non vi importerebbe così tanto. Il problema non è se siete fatti l'uno per l'altra. Il problema è che non vi state ascoltando davvero. Forse è ora di smettere di discutere e iniziare a parlare-
Resto in silenzio per un momento, colpita dalla sua saggezza inaspettata.
Parla con la bocca piena, certo, ma ha ragione.
Io e Sam non stiamo davvero parlando. Stiamo solo... reagendo.
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Quella sera, decido di mettere in pratica il consiglio di Dean.
Respiro a fondo e mi dirigo verso la stanza di Sam.
Il mio cuore batte più forte con ogni passo, ma non posso continuare così.
Arrivo davanti alla sua porta, esito un momento, poi busso.
Dall'altra parte sento la sua voce, calma e leggermente sorpresa -Entra-
Apro la porta e lo vedo seduto sul letto con un libro in mano.
Sta leggendo, ovviamente.
Sam non si separa mai dai suoi libri.
Mi guarda per un momento, forse chiedendosi perché sono lì dopo l'ennesima lite di oggi.
-Posso?- chiedo, indicando la sedia accanto al letto.
Sam annuisce -Certo-
Mi siedo e cerco di rilassarmi, anche se tutto dentro di me è un nodo di nervosismo.
Per qualche secondo, il silenzio è quasi insopportabile.
Poi, guardo il libro che sta leggendo e mi scappa un sorriso -Cosa leggi?-
Sam guarda la copertina -Cime tempestose. Uno dei miei preferiti-
Faccio una smorfia -Non l'ho mai letto, in realtà ma mi piacerebbe. Di cosa parla?-
Sam si appoggia meglio sui cuscini, evidentemente a suo agio a parlare di libri -È una storia di passione e vendetta. Amori non corrisposti, drammi familiari... è complicato, ma in un modo affascinante. I personaggi non sono facili da amare, ma è quello che lo rende così reale-
Lo guardo mentre parla, il modo in cui i suoi occhi brillano quando discute di qualcosa che ama.
In quel momento, mi rendo conto di quanto mi sia mancato questo Sam, il Sam che si perde nelle sue passioni, nelle sue idee.
Il Sam che amo.
E allora, senza pensarci troppo, dico le parole che non gli ho detto da troppo tempo -Sam, ti amo tantissimo-
Le sue sopracciglia si alzano leggermente per la sorpresa.
Abbassa il libro, guardandomi come se cercasse di capire se sono seria -Anche io ti amo- dice con voce bassa, ma sicura.
Quel momento di vulnerabilità, quella piccola confessione che ho trattenuto per troppo tempo, spezza qualcosa dentro di me.
Mi avvicino lentamente, sedendomi sul bordo del letto accanto a lui.
Le mie mani tremano leggermente, ma lui mi prende dolcemente il viso tra le mani e mi bacia.
Il bacio è... dolce.
Non c'è fretta, non c'è rabbia, solo affetto, pura e sincera connessione.
Le sue labbra si muovono contro le mie in un ritmo lento, quasi timido, come se stessimo cercando di riconnetterci dopo tutte le liti.
Il suo pollice accarezza leggermente la mia guancia, e io mi sciolgo sotto quel tocco.
Ci baciamo a lungo, perdendoci nel momento.
Quando ci stacchiamo, i nostri respiri sono leggermente affannati, ma c'è una calma nei suoi occhi che mi fa capire che tutto andrà bene.
-Siamo stati degli idioti, vero?- mormoro, appoggiando la fronte contro la sua.
-Abbastanza- risponde, ridendo sottovoce -Ma possiamo sempre migliorarci-
Annuisco e mi lascio scivolare sul letto accanto a lui, posando la testa sul suo petto.
Il suo braccio si avvolge automaticamente intorno a me, tirandomi più vicino.
È un gesto così naturale, così familiare, che mi chiedo perché ci sia voluto così tanto per arrivare a questo punto.
-Dovremmo leggere insieme più spesso- commento, guardando il libro che ha ancora in mano.
Sam sorride e mi passa il libro -Te ne leggo un pezzo?-
Annuisco, chiudendo gli occhi mentre la sua voce profonda e calma riempie la stanza.
Mi sento al sicuro, finalmente in pace, e mi rendo conto che Dean aveva ragione.
Non è mai stato un problema di compatibilità.
Era solo questione di ascoltarsi, di capirsi.
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