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Pietro Maximoff [Marvel]

La situazione è questa: sono seduta sul divano del soggiorno, con Pietro Maximoff a pochi centimetri da me.

Il che, per inciso, è piuttosto pericoloso. Non perché Pietro sia pericoloso di per sé (anche se potrebbe essere vero, considerando la sua velocità fuori dal comune), ma perché io, al momento, sono un fascio di nervi.

E lui lo sa.

-Sai, T/n, sembri nervosa- mi dice, con quel suo sorrisetto di chi sa esattamente quale effetto ha su di me.

Le sue labbra sono leggermente incurvate e c’è un luccichio di malizia nei suoi occhi blu ghiaccio.

Non lo fa apposta, lo giuro.

Ma cavolo, se è bravo a farmi perdere la testa.

-Non sono nervosa- mento, incrociando le braccia al petto come se potesse in qualche modo proteggermi dal battito accelerato del mio cuore -È solo che... questa stanza è troppo piccola. E papà... potrebbe rientrare in qualsiasi momento-

Pietro alza un sopracciglio -Ah, quindi è tuo padre che ti preoccupa- dice, piegandosi un po' di più verso di me.

Ora è così vicino che riesco a vedere ogni singola sfumatura di azzurro nei suoi occhi.

Non che lo stia guardando fisso o qualcosa del genere -E non il fatto che io sia così vicino?-

-Non montarti la testa- borbotto, cercando disperatamente di mantenere un'aria indifferente.

È difficile quando il tuo corpo sembra fatto di gelatina e l'unica cosa che ti tiene ancorata alla realtà è il modo in cui il suo sguardo sembra scavare dritto dentro di te.

Lui ride, una risata bassa e roca che mi fa venire voglia di lanciargli un cuscino addosso.

Oppure baciarlo.

O entrambe le cose, magari alternando.

Prima cuscino, poi bacio.

O viceversa.

-Non mi sto montando la testa, tesoro- risponde, la sua voce si abbassa di un’ottava, diventando stranamente più morbida -È solo che... ho l'impressione che tu stia cercando di resistermi.-

Il mio cuore perde un battito.

"Resistere" non è esattamente il verbo che userei per descrivere ciò che sto cercando di fare.

Sopravvivere, forse.

Ma ammetterlo a Pietro significherebbe dargli un potere che non sono sicura di voler cedere così facilmente.

Quindi, come la persona matura e adulta che sono, decido di rispondere con un sarcastico: -Sì, certo. Sono qui a resistere a malapena, perché chissà quali tremendi piani di seduzione potresti avere in mente.-

Pietro sorride ancora, ma c’è qualcosa di più sincero questa volta, come se trovasse divertente il mio sforzo disperato di apparire indifferente -Sai, se vuoi, potrei fare in modo che i nostri piani coincidano- dice, e senza alcun preavviso, si avvicina ancora di più.

Ora il suo viso è a pochi centimetri dal mio, e posso sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle.

Panico.

Caldo.

Cuore che martella.

Qualcosa tra tutte queste sensazioni mi sta travolgendo.

E io? Io non faccio nulla per impedirlo.

Anzi, mi sento come se fossi caduta in un vortice e non sapessi più dove sia il sopra e il sotto.

-Pietro, io...- Inizio a dire qualcosa, qualsiasi cosa che possa rompere questo silenzio teso e pieno di aspettative, ma le mie parole si perdono quando sento le sue dita sfiorare leggermente la mia guancia.

È un contatto lieve, come se volesse capire se è il momento giusto.

E io, in tutta risposta, chiudo gli occhi, perché la mia capacità di articolare pensieri coerenti sembra essere scappata dalla finestra.

Quando li riapro, i suoi occhi sono ancora fissi nei miei, ma c’è qualcosa di diverso adesso.

Qualcosa di dolce e tenero che non mi aspettavo di vedere.

-Ti sei mai chiesta cosa succederebbe se smettessi di resistere?- mi domanda, con quella sua voce che sembra una carezza.

Le sue dita si spostano dai miei capelli alla linea della mascella, e il tocco è sufficiente a farmi desiderare di avvicinarmi ancora di più.

-Solo... qualche volta- ammetto, a voce bassa.

È la verità.

Per quanto cerchi di negarlo, la verità è che ho pensato più volte a cosa sarebbe stato se avessi lasciato che questo accadesse.

Lui sorride, ma non è il suo solito sorriso sfrontato.

È più dolce, quasi protettivo.

Poi, con la lentezza di chi vuole godersi ogni singolo istante, si avvicina e finalmente le sue labbra toccano le mie.

Il bacio è inizialmente morbido e delicato, come se entrambi stessimo ancora cercando di capire se fosse reale.

Ma ben presto diventa più profondo, più urgente.

Sento il suo respiro mescolarsi con il mio mentre le sue mani si stringono intorno alla mia vita, avvicinandomi a lui con una forza che mi fa perdere il senso del tempo e dello spazio.

Le mie mani si arrampicano lungo le sue spalle e si aggrappano ai suoi capelli, e lui risponde premendo il suo corpo ancora più contro il mio.

Mi rendo conto che sto quasi dimenticando di respirare, e la cosa più strana è che non mi importa affatto.

C’è solo lui, Pietro, con il suo tocco caldo e il modo in cui mi tiene stretta come se avesse paura di lasciarmi andare.

Quando finalmente ci stacchiamo per riprendere fiato, siamo entrambi senza fiato e con le guance arrossate.

Pietro mi guarda, e i suoi occhi sono così pieni di emozioni che mi fanno venire i brividi -Sai che potrebbe non piacere a tuo padre, vero?- mormora, ma il suo tono è quasi divertito.

-Probabilmente vorrebbe ucciderti- ammetto, il mio cuore batte ancora all'impazzata e le mie labbra sembrano formicolare per il ricordo del bacio appena condiviso.

Ma non c'è modo di ignorare l’evidente preoccupazione che mi stringe lo stomaco.

Tony Stark, il mio amabile padre e supereroe miliardario, non è esattamente noto per la sua calma zen.

Pietro si avvicina ancora una volta, il suo sorriso è più malizioso questa volta -Vale la pena correre il rischio, non credi?-

Non faccio in tempo a rispondere che lui mi bacia di nuovo, con una passione che toglie il respiro.

Le sue mani si muovono lungo la mia schiena, e prima che me ne renda conto, mi ritrovo sdraiata sul divano, con Pietro sopra di me.

Ogni parte del mio corpo sembra accendersi sotto il suo tocco, e io mi aggrappo a lui come se fosse l’unica cosa che mi tenga ancorata a questa realtà.

-Sei così bella- mormora contro le mie labbra, e la sua voce è così piena di sincerità che quasi mi commuove.

Le sue mani iniziano a scivolare sotto il mio maglione, la sua pelle calda contro la mia, e io mi sento quasi sopraffatta dalla quantità di emozioni che mi inondano.

Le sue labbra si spostano lungo il mio collo, lasciando una scia di baci ardenti che mi fanno tremare.

Sto per perdere completamente il controllo, quando la porta del soggiorno si spalanca con un tonfo che mi fa sobbalzare.

-Ragazzini, basta così- tuona la voce di Tony -Spero stiate tenendo le mani al loro posto, perché se non lo state facendo, vi consiglio di cominciare ora-

Pietro si stacca immediatamente da me, alzandosi con un'agilità impressionante, e io mi tiro su, cercando di dare un aspetto decente ai miei capelli scompigliati e al maglione che Pietro aveva appena iniziato a sollevare.

Il mio viso è di sicuro di un rosso brillante, e non so se devo ridere o seppellirmi sotto il cuscino.

Tony è appoggiato alla porta con le braccia incrociate, e c'è un'espressione di esasperazione sul suo volto che conosco molto bene -Davvero, ragazzi?- dice, scuotendo la testa -In soggiorno, dove chiunque può entrare? Non vi hanno insegnato niente a scuola?-

Pietro cerca di non ridere, ma un sorrisetto gli sfugge -Era un momento... spontaneo, signor Stark-

-Sì, spontaneo come un disastro naturale- replica Tony, lanciandogli uno sguardo che potrebbe trapassare l'acciaio.

-T/n, tu e io dobbiamo fare una bella chiacchierata. E tu- dice, puntando un dito verso Pietro -se hai intenzione di rimanere, sappi che ho un intero arsenale a mia disposizione e sono molto, molto bravo a usarlo-

Pietro alza le mani in segno di resa, il suo solito sorriso sfacciato si affievolisce solo un po' -Mi sembra giusto. Ma prima che lei inizi a pianificare il mio funerale, devo solo dire che sono molto, molto veloce. Probabilmente non riuscirebbe neanche a prendermi-

Tony solleva un sopracciglio -Non sfidarmi, Maximoff. Sono sicuro che potrei trovare un modo-

-Papà, per favore- mi intrometto, cercando di mantenere un tono calmo mentre il mio viso continua a bruciare dall'imbarazzo -Non stavamo facendo nulla di... scandaloso-

Beh, quasi.

Ma questo non lo ammetterò mai ad alta voce

-Stavamo solo...-

-Baciandovi? Sdraiati sul divano, con Pietro sopra di te? Sì, mi è sembrato tutto molto innocente- Tony scrolla le spalle, come se stesse cercando di apparire rilassato, ma conosco fin troppo bene il modo in cui si acciglia leggermente quando è preoccupato o irritato.

E adesso è decisamente entrambe le cose.

Pietro fa un passo avanti, i suoi occhi incontrano quelli di Tony con una serietà che non gli avevo mai visto prima -Signor Stark, so che lei è protettivo nei confronti di T/n. È giusto, e lo rispetto. Ma non farei mai nulla che possa ferirla o mancarle di rispetto. Sono sempre pronto a scappare se serve- aggiunge con un sorrisetto che sembra quasi un tentativo di stemperare la tensione -ma le assicuro che se c'è una cosa a cui non voglio scappare, è lei-

Oh, diamine.

Non credo di aver mai sentito Pietro parlare così seriamente, né tantomeno in questo modo di me.

Il mio cuore si stringe e poi si espande con una dolcezza dolorosa.

Da un lato, è bello che cerchi di rassicurare mio padre; dall’altro, è imbarazzante come se avesse dichiarato i suoi sentimenti davanti a un intero stadio gremito di persone.

Tony lo guarda per un lungo momento, e il silenzio nella stanza diventa quasi insopportabile.

Poi, finalmente, lascia andare un sospiro lungo e profondo -Va bene, ascolta, Maximoff. Non sono cieco. So che c’è qualcosa tra voi due, e per quanto possa odiarlo, non posso controllare ogni aspetto della vita di mia figlia- Mi lancia un’occhiata rapida che sembra dire "anche se ci proverei volentieri." -Ma questo non significa che puoi approfittare della situazione-

-Non lo farei mai- risponde Pietro, serio come non l'ho mai visto.

Tony sbuffa, un sorriso leggero gli sfiora le labbra -Meglio così. E adesso, se volete continuare a... qualunque cosa stiate facendo, almeno abbiate la decenza di non farlo in un luogo dove potrei imbattermi in voi per sbaglio. Vi risparmierete un sermone e io mi risparmierò una nuova lista di traumi-

Pietro ridacchia, e io mi rilasso un po', anche se la tensione non è ancora completamente svanita -Capito, signore. Ci ritireremo in una zona più... sicura-

-Bene- conclude Tony, girandosi per andarsene, ma non prima di lanciarmi un ultimo sguardo -E tu, T/n, non pensare che non avremo una conversazione seria in un secondo momento-

Non rispondo, mi limito ad annuire mentre lui si allontana, lasciandoci finalmente soli.

Appena la porta si chiude dietro di lui, crollo sul divano, nascondendo il viso tra le mani -Oh mio Dio, non credo di poter mai più uscire da questa stanza. È stato un incubo-

Pietro si siede accanto a me e mi accarezza i capelli con un sorriso comprensivo -Non è stato poi così male- dice, come se mio padre non lo avesse appena minacciato di morte -Avrei potuto farlo sembrare peggiore... tipo avvicinandomi con un mazzo di rose e dichiarandomi a gran voce-

Lo guardo, incredula e con un accenno di sorriso -Se avessi fatto una cosa del genere, credo che mio padre ti avrebbe buttato fuori da una finestra-

Pietro ridacchia e, con un gesto che mi lascia senza fiato, mi prende il viso tra le mani -Sai, T/n, se ho affrontato tuo padre, credo di poter sopportare qualunque cosa-

-Davvero?- alzo un sopracciglio, il mio cuore batte ancora forte per tutto quello che è successo -Perché io non sono sicura di poter sopportare un’altra scena come quella.-

-Allora- Pietro si china verso di me, con quel sorriso dolce e un po' sfacciato che è diventato il mio punto debole -assicurati di non baciarmi mai più quando siamo sul divano del soggiorno. A meno che tu non voglia rendere tuo padre un uomo molto più arrabbiato'

Scoppio a ridere, e per un momento, il peso dell'imbarazzo e della tensione sembra scomparire.

Pietro si unisce alla mia risata, poi si avvicina di nuovo, questa volta con più cautela -Allora... ci siamo interrotti proprio sul più bello, non trovi?-

-Ci siamo decisamente interrotti sul più bello- ammetto, mentre le sue labbra sfiorano dolcemente le mie.

Non ci vuole molto prima che il mondo attorno a noi scompaia di nuovo, lasciando solo il battito dei nostri cuori e il calore dei nostri corpi.

E questa volta, con mio padre a debita distanza e la porta ben chiusa, posso finalmente lasciarmi andare del tutto.

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