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Neymar [Calciatore]

Immagina per @V1t0r14BP
Spero ti piaccia 💚

Seduta sugli spalti dello stadio, avverto l’amarezza nell’aria prima ancora di vederlo.

Neymar sta uscendo dal campo, testa bassa, spalle abbassate come se stesse portando il peso di tutto il Brasile sulla schiena – e, onestamente, un po’ è così.

La partita non è andata come sperato.

Una sconfitta bruciante che ha lasciato un sapore amaro a tutti, me compresa.

Mi alzo dalla mia sedia e comincio a scendere le scale, destreggiandomi tra i tifosi delusi e qualche commento di troppo che mi fa venire voglia di rispondere per le rime.

Ma ora non è il momento per le mie frecciate.

Il mio obiettivo è un altro: il ragazzo dal numero 10 sulla maglia che sta camminando lentamente verso gli spogliatoi.

Quando mi vede, i suoi occhi si illuminano per un istante, ma subito dopo torna quell’espressione buia e frustrata.

Lo conosco troppo bene.

So esattamente cosa sta pensando: "Potevo fare di più."

Ma il punto è che, anche se avesse segnato tre gol, probabilmente si sentirebbe comunque insoddisfatto.

È fatto così, e forse è anche questo che lo rende il campione che è.

-Ehi- dico dolcemente, fermandomi di fronte a lui.

Lo guardo negli occhi, quegli occhi castani che adesso sembrano così lontani, come se stessero cercando una risposta in un universo parallelo.

-Non è stata una gran serata, lo so- continuo, mettendogli una mano sulla guancia.

Sento il sudore misto al freddo della notte che scivola sulla sua pelle.

Lui chiude gli occhi e sospira, come se stesse cercando di liberarsi di tutto con quel semplice gesto.

-Ho fatto schifo- mormora, la voce graffiata dalla stanchezza e dalla frustrazione.

Scuoto la testa, incrociando le braccia sul petto in una parodia teatrale della severità -Oh sì, certo. Sei proprio un disastro. Come hai osato sbagliare quel tiro al novantesimo minuto? Tutto il mondo ora piangerà per la tua incompetenza-

Neymar mi guarda, perplesso, poi vede il sorriso malizioso che mi increspa le labbra e finalmente, per un istante, una risata gli sfugge dalle labbra.

È un suono breve, quasi soffocato, ma sufficiente a sciogliere un po’ la tensione che lo tiene intrappolato.

-Sei impossibile- borbotta, scuotendo la testa con un accenno di sorriso, ma è un sorriso tirato.

Non mi basta..

So che c’è ancora quella pesantezza che gli grava sul petto, e io sono qui per portargliela via.

Mi avvicino, afferrando il bordo della sua maglietta zuppa di sudore e tirandolo verso di me, costringendolo a chinarsi leggermente -Ascolta- sussurro, con un tono più serio questa volta -Non puoi sempre essere perfetto. A volte le cose non vanno come dovrebbero. Ma io so chi sei davvero, e non sei certo definito da una partita andata male-

Lui rimane in silenzio per un momento, i suoi occhi si perdono nei miei come se stesse cercando qualcosa che nemmeno lui sa di voler trovare.

Poi, con un gesto improvviso, mi avvolge in un abbraccio, stringendomi forte contro di sé.

Sento il battito del suo cuore che rimbomba contro il mio petto, veloce e irregolare, come se stesse cercando di compensare il ritmo lento e sconfitto della sua mente.

-Grazie- mormora, la sua voce soffocata contro i miei capelli -Non so cosa farei senza di te-

Sorrido, premendo il viso contro il suo collo -Beh, probabilmente saresti in qualche bar a farti un bicchierino con Dani Alves, lamentandoti di quanto la vita sia ingiusta-

Lui ride di nuovo, stavolta un suono più profondo e genuino, e lo sento rilassarsi contro di me.

Mi allontano leggermente, quel tanto che basta per guardarlo negli occhi, e vedo che qualcosa è cambiato.

Non c’è più quella nuvola oscura a offuscare il suo sguardo.

Lo tiro verso di me, questa volta con una delicatezza più consapevole, e lascio che le mie dita accarezzino la linea della sua mascella, tracciando ogni curva e angolo come se fosse la prima volta -Sai- dico piano -non sei solo il mio campione sul campo, ma anche fuori-

Mi avvicino di più, fino a che le nostre labbra si sfiorano appena.

Le sue labbra sono calde e morbide contro le mie, un rifugio sicuro che mi accoglie sempre e comunque.

Il tempo sembra fermarsi, e in quel momento, esistiamo solo noi due.

Nessuna sconfitta, nessun rimpianto.

Quando ci separiamo, gli occhi di Neymar brillano di una luce diversa, e finalmente vedo un sorriso sincero illuminargli il volto -Ti amo- sussurra, la voce colma di una tenerezza che mi fa vibrare il cuore.

-Anche io ti amo- rispondo, stringendolo ancora una volta tra le braccia -Ma se mi fai preoccupare ancora così, giuro che la prossima volta ti lascio ad annegare nel tuo stesso melodramma-

Lui scuote la testa, ma stavolta il suo sorriso è radioso -Sei davvero impossibile, lo sai?-

-Sì, lo so- rispondo, sollevando un sopracciglio con aria di sfida -Ed è per questo che mi ami-

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