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Desmond Hume [Lost]


Sono giorni che Desmond si comporta in modo strano.

Strano anche per i suoi standard, e parliamo di un uomo che ha vissuto anni in un bunker a schiacciare pulsanti ogni 108 minuti.

Quindi sì, se dico che è strano, è davvero strano.

Ho cercato di parlarci, ma lui si limita a lanciarmi sguardi veloci, come se stesse sempre calcolando qualcosa.

Tipo una bomba a orologeria pronta ad esplodere.

L'altro giorno, l'ho visto fissare il mare per ore, senza dire una parola.

E poi, oggi, ho deciso che non potevo più ignorarlo.

Così, ho chiesto a Charlie e Hurley cosa stesse succedendo.

Certo, non mi aspettavo una risposta chiara, ma speravo almeno in qualcosa di utile.

-Ha delle visioni- mi ha detto Hurley, con quel suo tono che cercava di essere rassicurante, ma che non lo è stato nemmeno un po'.

-Visioni di cosa?- ho chiesto, ma Charlie ha solo scosso la testa.

-Non ce l’ha detto- ha risposto Charlie -Ma… sembra che siano piuttosto serie-

Perfetto.

Perché, ovviamente, su quest’isola non può mai andare tutto bene, no?

Tra misteri e visioni apocalittiche, c'è sempre un motivo per preoccuparsi.

Ed è per questo che ora sono qui, camminando nella giungla, alla ricerca di Desmond.

So che non è al campo, l’ho visto allontanarsi prima.

C’è qualcosa nel suo comportamento che mi preoccupa più del solito.

Il fatto che abbia visioni non è una novità, ma questa volta sembra diverso, più intenso.

Come se sapesse qualcosa di terribile.

Finalmente lo trovo.

È lì, in piedi nel mezzo della giungla, fermo come una statua.

Sta guardando qualcosa, ma non so cosa.

La sua espressione è concentrata, quasi come se stesse cercando di vedere attraverso il tempo e lo spazio.

E magari lo sta facendo davvero, per quel che ne so.

-Desmond!- chiamo, mantenendo una certa distanza.

Non so perché, ma c’è qualcosa nella sua postura che mi fa sentire come se avessi bisogno di essere cauta.

Lui si gira lentamente verso di me.

I suoi occhi sono intensi, più del solito, e per un attimo mi chiedo se non sia stata una pessima idea venire qui da sola.

Ma poi mi ricordo che è sempre stato dalla nostra parte, che è stato lui a salvare Charlie più volte.

E in fondo, mi fido di lui.

Più di quanto dovrei, forse.

-Cos’è che non va?- chiedo, cercando di mantenere il tono leggero, anche se sento il cuore battermi forte nel petto -Charlie e Hurley dicono che stai avendo delle visioni-

Desmond esita.

Mi guarda con quegli occhi che sembrano vedere oltre il presente.

Sembra combattuto, come se non sapesse se parlarmi o no.

Poi, improvvisamente, guarda in alto, verso il cielo.

Mi sembra di vedere il suo viso sbiancare leggermente, come se avesse appena visto un fantasma.

-Desmond, che c’è?- ripeto, avvicinandomi di qualche passo.

E poi, tutto succede così in fretta che non ho nemmeno il tempo di realizzarlo.

Desmond scatta verso di me come una furia, e prima che io possa reagire, mi afferra e mi butta a terra.

Rotoliamo nella sabbia, il suo corpo sopra il mio che mi schiaccia contro il terreno.

Un secondo dopo, sento un fragore assordante alle mie spalle, qualcosa che si schianta pesantemente sul terreno dove ero in piedi un attimo prima.

Mi ci vuole qualche secondo per rendermi conto di cosa sia successo.

Mi giro lentamente, con Desmond ancora sopra di me, e vedo una grossa parte di lamiera dell’aereo caduta dall’albero sopra di noi.

Se non mi avesse spinto via, ora probabilmente sarei schiacciata sotto quella cosa.

Respiro a fatica, cercando di calmare il battito accelerato del cuore.

Desmond è ancora sopra di me, il suo viso così vicino che posso sentire il suo respiro caldo contro la mia pelle.

Non si muove.

Mi guarda solo, con un’espressione che non riesco a decifrare.

È una miscela di sollievo e terrore.

-Cosa… cos’è stato?- riesco a dire, anche se già so la risposta.

Desmond deglutisce, i suoi occhi ancora fissi nei miei -Ti avevo vista- sussurra, come se non riuscisse a credere che sono ancora qui, viva -Nelle visioni. Ti avevo vista morire-

Le sue parole sono come un pugno nello stomaco.

Mi aveva vista morire.

Ecco perché si è comportato in modo strano.

Ecco perché non riusciva a guardarmi negli occhi senza sembrare preoccupato.

Non stava cercando di evitarmi.

Stava cercando di salvarmi.

-Ma non sono morta- gli dico piano, cercando di riportarlo alla realtà.

Le sue mani sono ancora strette intorno alle mie spalle, il suo corpo caldo sopra di me -Sono qui. Sono viva. È andata bene, okay?-

Desmond annuisce lentamente, ma c’è ancora qualcosa nei suoi occhi che non riesco a interpretare.

Non è solo sollievo.

È qualcos'altro.

Qualcosa di più profondo.

Non si muove, non si alza da sopra di me, e non posso fare a meno di sentire il mio cuore battere più forte.

Non per la paura stavolta, ma per lui.

Per come mi sta guardando.

Quando fa per alzarsi, istintivamente allungo una mano e lo fermo -Aspetta-

La mia voce è più calma di quanto mi senta davvero.

Forse è l’adrenalina, forse è il fatto che ho appena sfiorato la morte, ma sento un bisogno improvviso di essere vicina a lui, di sentire la sua presenza.

Senza pensarci troppo, lo tiro verso di me, avvolgendo le braccia intorno al suo collo.

Lui non resiste.

Si lascia tirare giù, e per un attimo rimane lì, incerto.

Poi qualcosa cambia nel suo sguardo, e improvvisamente la distanza tra di noi si riduce ancora di più.

Le sue labbra trovano le mie, ed è come se il mondo si fermasse.

Il bacio è profondo, intenso, come se ci stessimo aggrappando l'uno all'altro per non affondare.

Le sue labbra sono calde, morbide, e mi baciano con una passione che non avevo mai immaginato.

Il suo respiro si mescola al mio, e posso sentire il suo cuore battere contro il mio petto.

C’è una fretta, un'urgenza in quel bacio, come se avessimo bisogno di confermare che siamo ancora vivi, che siamo ancora qui.

Le sue mani si muovono lungo la mia schiena, trattenendomi contro di lui, e io mi perdo completamente in quel momento, dimenticando tutto il resto.

Dimentico l’isola, dimentico i pericoli, dimentico tutto tranne il modo in cui mi sta baciando.

Ogni pensiero, ogni preoccupazione si dissolve, lasciando solo noi due.

Quando finalmente ci stacchiamo, il respiro è corto, e lui rimane lì, con la fronte appoggiata alla mia, i suoi occhi chiusi.

Non dice nulla, ma non ne ha bisogno.

Il suo silenzio parla più di qualsiasi parola potrebbe mai fare.

-Vedi?- dico piano, con un sorriso che non riesco a trattenere -Andrà tutto bene-

Desmond apre gli occhi, e per la prima volta da giorni vedo un bagliore di speranza in quegli occhi blu profondi.

-Forse hai ragione- mormora, ma lo dice come se non fosse ancora del tutto convinto.

E in quel momento, sdraiati nella giungla, con il suo corpo ancora sopra il mio, capisco che qualunque cosa accada, non ho intenzione di lasciare che la paura ci divida.

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