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Charlie Pace [Lost]


Il sole sta calando, dipingendo il cielo di un arancione vibrante, e io sono seduta sulla spiaggia a fissare Charlie.

Non so come ci sia riuscito, ma è appena tornato dalla giungla con la sua chitarra in spalla e un sorriso che gli illumina il viso come se avesse vinto alla lotteria.

O come se fosse riuscito a smettere di farsi, ma non esageriamo con l'ottimismo.

-Guarda cosa ho ritrovato- mi dice, sventolando il manico della sua chitarra sotto il mio naso, come se fosse una medaglia d’oro.

-Ah, fantastico. Finalmente potrai smettere di lamentarti di quanto ti manchi suonare- ribatto, alzando un sopracciglio.

Lui ride, ma non sembra minimamente colpito dal mio tono sarcastico.

È troppo felice.

Troppo Charlie.

-Locke- dice semplicemente.

E quella parola spiega tutto.

Quel tizio è tipo il mago della giungla, capace di trovare tutto, dal cibo alle chitarre perdute.

Charlie si siede accanto a me sulla sabbia, comincia ad accordare le corde e, mentre lo fa, la sua fronte si increspa in quella tipica espressione concentrata che gli viene quando qualcosa è importante.

Mi sfugge un sorriso: è bello vedere Charlie così, come se fosse di nuovo intero, anche se per quanto riguarda l’interiorità ci sarebbe ancora parecchio da discutere.

-Vuoi sentirla?- chiede, dopo un paio di minuti.

-Suonami qualcosa, rockstar- dico, appoggiandomi indietro sui gomiti, gli occhi fissi sull'oceano che si muove pigramente sotto la luce calda del tramonto.

Sento Charlie aggiustarsi meglio la chitarra in grembo e poi le prime note cominciano a risuonare.

Ecco, devo ammetterlo: è bravo.

Anche se ha quell’aria da ragazzino tormentato e incasinato, le sue dita sulle corde sanno quello che fanno.

La canzone che sta suonando è dolce e malinconica, e io mi perdo per un attimo nel suono, lasciando che mi avvolga come una coperta calda.

Non so se sia il momento o se sia solo la sua musica, ma c’è qualcosa nell’aria che mi fa sentire… serena.

Alla fine del pezzo, applaudo piano, ma con sincerità -Niente male, Charlie- dico, incrociando le braccia sul petto.

Si sporge leggermente in avanti, gli occhi brillanti -Sapevo che ti sarebbe piaciuto-

-Non sono una critica così difficile da impressionare, sai?- Mi stringo nelle spalle, cercando di mantenere il tono leggero -Ma… posso provare?-

Mi guarda sorpreso, ma mi passa la chitarra senza dire nulla.

Sento il legno sotto le dita, liscio e rassicurante.

Afferro il manico e penso per un secondo prima di cominciare a suonare un riff di "Black Dog" dei Led Zeppelin.

Le dita si muovono veloci, i suoni riempiono l’aria e Charlie, inizialmente sorpreso, scoppia a ridere.

-Ma sei seria?- chiede tra le risate, scuotendo la testa -Non mi avevi mai detto che suonavi così!-

-Non mi hai mai chiesto- ribatto con un sorriso furbo, restituendogli la chitarra.

Le sue dita sfiorano le mie mentre la riprende e sento una scossa, come se qualcuno avesse acceso una lampadina tra noi.

Lui non si muove subito.

Resta lì, a guardarmi.

Lo fisso, sollevando un sopracciglio -Che c'è?- chiedo, notando il modo in cui i suoi occhi sono incollati su di me.

Lui si morde leggermente il labbro inferiore, un’abitudine che ho imparato a riconoscere quando è nervoso o sta pensando troppo intensamente.

-Sei bellissima- dice a bassa voce, quasi come se non fosse sicuro di poterlo dire ad alta voce.

Per un attimo, il mio cuore si ferma.

Poi riprende a battere, ma più forte, quasi come se stesse cercando di sfondare il mio petto.

Lo guardo, cercando di capire se sta scherzando, ma i suoi occhi sono profondi e sinceri.

Nessuna battuta, nessuna presa in giro.

E all'improvviso, prima che possa rispondere o dire qualcosa di vagamente intelligente – perché onestamente, mi ha colto completamente alla sprovvista – si sporge verso di me.

Sento il calore del suo respiro sul mio viso, il profumo salato della pelle, e poi le sue labbra sulle mie.

Non è un bacio impetuoso, né qualcosa di frettoloso.

È lento, dolce, come se volesse assaporare ogni istante.

Le sue labbra sono morbide e si muovono con una delicatezza che non mi aspettavo da lui.

Una mano gli scivola nella mia, le dita si intrecciano, e l'altra mi sfiora la guancia, delicata come una piuma.

Sento il suo corpo caldo contro il mio, e per un momento, è come se il mondo si fosse fermato, come se ci fossimo solo io e lui, senza isola, senza problemi, senza domani.

Il mio cuore batte forte, e mi lascio andare a quel bacio, le mani che gli accarezzano i capelli, ancora umidi di salsedine.

Il tempo sembra rallentare mentre le sue labbra si muovono con le mie, una dolcezza che mi sorprende e mi fa sentire... viva.

Poi, improvvisamente, la magia si spezza.

-Che c’è, Hobbit, ti sei dimenticato il copione?-

La voce di Sawyer irrompe tra di noi come un fulmine a ciel sereno.

Mi stacco di colpo da Charlie, sentendo le guance avvampare.

Mi giro e trovo Sawyer appoggiato a un albero, con un sorrisetto compiaciuto stampato in faccia.

Tipico.

-Sawyer- sbuffo, passando una mano tra i capelli, cercando di sembrare non troppo imbarazzata -Non hai nulla di meglio da fare che spiare la gente?-

-Spiare? Tesoro, questo è più uno spettacolo pubblico- ribatte, allargando le braccia -E poi, chi avrebbe mai pensato che avrei beccato il nostro Charlie in un momento romantico?-

Charlie, a quel punto, si è già allontanato un po’, grattandosi nervosamente la nuca.

Le sue guance sono rosse, e non sono sicura se sia per il bacio o per l’interruzione di Sawyer.

-Va’ al diavolo, Sawyer- dice, ma senza troppo mordente.

È ancora troppo preso dal momento appena passato per tirare fuori una battuta degna del suo solito sarcasmo.

Sawyer ridacchia e alza le mani in segno di resa -Tranquilli, piccioncini. Vi lascio soli- Si gira e si allontana, ma non senza lanciare un'ultima occhiata piena di malizia -Charlie, sei più fortunato di quanto pensassi-

Quando finalmente sparisce tra gli alberi, mi volto di nuovo verso Charlie.

C’è un momento di silenzio imbarazzato, ma poi lui sorride, quel sorriso che lo rende impossibile da odiare.

-Scusa per… beh, per quello-

Sorrido, scuotendo la testa -Non scusarti. E… grazie- dico, cercando le parole giuste -Per il bacio, intendo-

-Ah, quindi è piaciuto anche a te?- dice, sollevando un sopracciglio con quella sua solita aria di sfida giocosa.

Mi avvicino a lui, sporgendomi appena -Forse- sussurro, un sorriso che mi tira gli angoli delle labbra -Forse dovrai darmene un altro per esserne sicuro-

Charlie ride, ma stavolta non c’è nessuna interruzione quando le nostre labbra si incontrano di nuovo.

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