Bucky Barnes [Marvel]
L’immagine davanti a me è lacerante.
Bucky è seduto lì, con i capelli lunghi incollati al viso da sudore e disperazione, come se il mondo lo avesse appena trascinato attraverso ogni inferno esistente.
Il suo petto si alza e si abbassa in un ritmo affannoso, e quegli occhi — diavolo, quegli occhi — sono pieni di una vulnerabilità che mi spezza.
Sembra un guerriero stanco, intrappolato in una battaglia senza fine.
-T/n...- mormora, la sua voce è roca, spezzata, e il mio nome sulle sue labbra è come un coltello che si infila dritto nel cuore.
Lo fa sembrare così fragile, come se anche solo pronunciarlo fosse un peso insopportabile.
Cerco di ignorare l’orribile voglia di avvicinarmi e stringerlo fino a farlo sparire dentro di me.
Ma no, io sono quella forte, giusto?
Quella che ha la situazione sotto controllo.
(Spoiler: non ce l'ho affatto.)
-Bucky, io...- Inizio, ma la mia voce trema più di una foglia in balia del vento.
Brava, davvero convincente.
Non riesco nemmeno a trovare le parole giuste.
Le frasi muoiono sulle mie labbra, e tutto quello che rimane è un peso insopportabile nel petto.
Si volta verso di me, i suoi occhi azzurri ora lucidi -Non avresti dovuto venire- Lo dice come se fosse una verità assoluta, come se la mia presenza fosse una condanna per entrambi.
Mi faccio forza e avanzo di un passo.
Uno solo -Non dire sciocchezze, Barnes-
È un insulto?
Forse.
Ma siamo bravi a ferirci così, a lanciare coltelli con le parole, perché ammettere quanto ci teniamo l’uno all’altro sarebbe troppo semplice.
Lui sorride, o almeno tenta.
È più una smorfia, e non sono sicura se sia per il dolore fisico o quello emotivo.
-Sei sempre stata troppo testarda-
-E tu troppo stupido per accettare aiuto- Mi avvicino ancora.
-Testarda e fastidiosa- sussurra, e c’è una scintilla di quella vecchia ironia nei suoi occhi.
Ma è sottile, troppo sottile.
-Ah, perfetto. Allora siamo in due-
Mi inginocchio davanti a lui, e finalmente alzo una mano per sfiorare la sua guancia.
È caldo, e tremo al contatto.
Mi guarda come se fossi l’unico barlume di luce in una stanza buia.
-T/n...- La sua voce si spezza, e con essa, ogni mia difesa -Non voglio perderti-
Lo guardo, ed è come se il mondo si fermasse -Non mi perderai. Mai-
E in quel momento, prima che possa dire altro, prima che possa allontanarsi di nuovo, lo bacio.
È disperato e dolce.
Lui geme contro le mie labbra, le mani finalmente libere che si aggrappano a me come se fossi la sua ancora.
Ci baciamo come se fosse la fine del mondo e l'inizio di qualcosa di nuovo allo stesso tempo.
E forse lo è.
Quando ci stacchiamo, il suo respiro è irregolare, ma c’è un sorriso — vero, questa volta — che gioca sulle sue labbra.
-Fastidiosa- mormora ancora, con una dolcezza che non ha niente di sarcastico.
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