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Alaric Saltzman [Tvd]

L'orologio nella sala degli insegnanti ticchetta lentamente, scandendo il tempo come se fosse una tortura.

Sono qui da più di un'ora, aspettando che Alaric finisca di correggere i compiti.

Ho cercato di distrarmi con qualsiasi cosa: libri, appunti, persino il mio telefono, ma niente riesce a catturare la mia attenzione.

Tutto quello che riesco a fare è guardarlo mentre è concentrato sulla sua scrivania, le sopracciglia leggermente aggrottate, e la sua espressione così intensamente immersa nel lavoro.

C'è qualcosa di ipnotico nel modo in cui la sua mano scorre sulla carta con la penna rossa, segnando errori qua e là.

Ogni tanto si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli appena, e io non posso fare a meno di sentire un tuffo allo stomaco.

I suoi capelli sono leggermente arruffati, come se non avesse avuto il tempo di sistemarli stamattina, e questo lo rende ancora più affascinante.

Mi schiarisco la gola, forse un po' troppo rumorosamente, sperando di attirare la sua attenzione.

Alaric solleva lo sguardo e mi lancia uno di quei suoi sorrisi pigri, che fanno sciogliere le ginocchia -Stai cercando di farmi fretta?- chiede con un tono scherzoso, un sopracciglio alzato.

-Oh, no, assolutamente- rispondo, cercando di sembrare innocente -Adoro passare i miei pomeriggi a guardarti correggere compiti. È davvero entusiasmante, sai?-

Lui ride, un suono profondo e vibrante che mi riscalda dall'interno -Beh, se vuoi posso sempre darti qualche compito da correggere- propone, facendo roteare la penna tra le dita con un'abilità che mi distrae brevemente.

-No, grazie. Ho già abbastanza da fare con i miei di compiti- ribatto, arricciando le labbra in un finto broncio.

Alaric si appoggia allo schienale della sedia, incrociando le braccia sul petto -Sai, non sei obbligata a restare qui. Potresti uscire con i tuoi amici, fare qualcosa di divertente- Ma il suo tono è più curioso che altro, come se volesse capire perché preferisco stare qui con lui piuttosto che fare qualsiasi altra cosa.

Mi stringo nelle spalle, cercando di mantenere un tono casuale -Forse preferisco stare qui- dico semplicemente, e sento il mio cuore accelerare mentre le sue labbra si incurvano in un sorriso più morbido.

-Capisco- dice piano, e qualcosa nei suoi occhi si addolcisce -Allora immagino che dovrei sbrigarmi, eh?-

Annuisco, cercando di trattenere un sorriso -Sì, potrebbe essere una buona idea-

Alaric torna ai compiti, ma il suo sguardo continua a scivolare verso di me, come se non riuscisse a concentrarsi completamente.

Ed è lo stesso per me.

Non riesco a staccare gli occhi da lui.

La sua presenza riempie la stanza in un modo che non ho mai sperimentato prima.

Ogni piccolo gesto, ogni sorriso, ogni parola che dice sembra avere un significato nascosto, qualcosa che non riesco a decifrare del tutto, ma che mi attira irresistibilmente.

Finalmente, sembra finire l'ultimo compito e mette giù la penna.

-Ecco fatto- dice, guardandomi con quel sorriso stanco ma soddisfatto che mi fa sciogliere ogni volta.

Mi avvicino alla sua scrivania, il cuore che batte più forte ad ogni passo -Bene- dico, cercando di sembrare rilassata -Quindi, ora che abbiamo finito... che facciamo?-

Lui mi guarda, e per un momento c'è solo silenzio tra noi, un silenzio carico di qualcosa che non riesco a spiegare.

Poi, lentamente, si alza dalla sedia, avvicinandosi a me.

Lo spazio tra noi sembra farsi sempre più piccolo, e il mio respiro diventa più rapido, più superficiale.

-Non lo so- dice piano, e la sua voce è appena un sussurro -Tu cosa vuoi fare?-

Le sue dita sfiorano le mie, un tocco leggero, quasi impercettibile, ma che mi fa venire la pelle d'oca.

Per un attimo, non so cosa dire.

Lo guardo negli occhi, e tutto il mio mondo sembra restringersi solo a questo momento, solo a noi due.

-Non lo so- rispondo, la mia voce appena un sussurro, le parole che sembrano sfuggire da sole -Forse... forse possiamo scoprire insieme cosa fare-

Alaric sorride, un sorriso che mi toglie il fiato -Mi piace questa idea- mormora, e le sue dita si intrecciano con le mie, lentamente, come se avesse paura di spaventarmi, di rompermi.

Rimaniamo lì, in piedi, con le dita intrecciate, per quello che sembra un'eternità.

Ogni fibra del mio essere urla per il contatto, per qualcosa di più, ma c'è anche una dolcezza in questa attesa, in questo momento sospeso.

Posso sentire il calore del suo corpo, l'odore della sua pelle, e tutto di lui mi attira, come una calamita.

Lentamente, molto lentamente, mi avvicino a lui, e lui fa lo stesso, finché le nostre labbra sono a pochi centimetri di distanza.

Sento il suo respiro caldo sulla mia pelle, e chiudo gli occhi, aspettando.

Alaric si avvicina ancora di più, finché le nostre labbra si sfiorano appena, un tocco leggero come una piuma.

È dolce e tenero, eppure c'è un'intensità in quel tocco che mi fa tremare.

Lui esita per un momento, come se stesse chiedendo il mio permesso, e io rispondo avvicinandomi ancora di più, premendo le labbra contro le sue.

Il bacio è lento, pieno di una dolcezza che mi travolge.

Le sue labbra sono morbide e calde contro le mie, e c'è una gentilezza in quel bacio che mi fa sentire al sicuro, protetta.

Le sue mani si muovono lentamente, risalendo lungo le mie braccia, i suoi pollici che tracciano piccoli cerchi sulla mia pelle, mentre io mi perdo in quel contatto, in quel momento.

Mi sento leggera, come se stessi fluttuando.

Ogni tocco, ogni movimento è come una danza lenta e aggraziata, e io non voglio che finisca mai.

Le nostre labbra si muovono insieme, esplorando, scoprendo, e io mi ritrovo a desiderare di più, a volere di più.

Poi, con una dolcezza infinita, Alaric si stacca leggermente, appoggiando la fronte contro la mia -T/n...- mormora, il mio nome un sussurro sulle sue labbra.

Lo guardo negli occhi, e tutto quello che vedo è lui.

Solo lui.

E so che questo è solo l'inizio.

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