Immagina Stephan El Shaarawy
Dedicato a _vivodiStephan
Spero ti piaccia, un bacio!
Sbuffando varcasti la soglia della porta degli spogliatoi, dove più o meno mezza rosa era seminuda.
"Ma 'sto Stephan quando arriva?" domandasti sedendoti sulla prima panca che ti capitò a tiro.
Francesco rise dandoti una pacca sulla spalla: sapeva perfettamente che non volevi El Shaarawy alla Roma.
Non perché non lo considerassi un buon calciatore, anzi. Ma piuttosto per la sua cresta, il suo modo di vestire e il fatto che avesse tante ragazze attorno.
Era semplicemente uno di quei talenti che venivano mascherati dall'apparenza, magari poi era anche antipatico.
Sicuramente non gli avresti rivolto la parola per scoprirlo.
"Buongiorno a tutti!" una voce ti distrasse dal tuo agitato pensare e mangiucchiarti le unghie.
Dalla risatina di Totti, seguita da un Daniele De Rossi mirato a schernirti, capisti che forse avresti dovuto voltarti.
Ed ecco lì un metro e settantotto - di cui dieci centimetri solo di cresta - comunemente identificato come Stephan El Shaarawy.
Ignorò le decine di domande che gli porgeva la squadra e si rivolse subito a te con un sorrisetto strafottente. "E tu saresti?"
"Una che non ha voglia di vederti" lo gelasti e con aria trionfante concludesti la tua uscita d'effetto.
[...]
Neanche la rete di Nainggolan era riuscita ad imporsi, dato che il pareggio di Ciofani non si fece attendere.
Però dopo l'inizio del secondo tempo, precisamente al 48', accadde l'inverosimile: una lunga azione manovrata della Roma, poi Zukanovic dalla sinistra effettuò un buon cross a mezza altezza sul primo palo sul quale si proiettò El Shaarawy.
Allungò la gamba e con un tacco perfetto la posizionò all'angolino basso, alla destra di Leali. Che dire, in quel momento Zlatan Ibrahimovic sarebbe stato fiero di lui.
Sorridesti fino alla fine della partita, che si concluse con un 3-1 per i padroni di casa.
Ti catapultasti negli spogliatoi a congratularti con i vincitori, che prontamente si fecero trovare in fila per ricevere un abbraccio.
L'ultimo fu proprio il faraone - tra l'altro a petto nudo - che stringesti forte a te, per un tempo maggiore rispetto agli altri.
"Sappi che mi rendi orgogliosa" sussurrasti, mentre la sua mano calda percorse la tua schiena.
"Sappi che non so neanche il tuo nome, ma ho cercato i tuoi occhi non appena ho visto il pallone entrare in porta"
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