Dedicato a Invincibleo
Spero ti piaccia, un bacio!

Respirasti a pieni polmoni quell'aria calda tipica di Buenos Aires, finalmente eri tornata nella tua amata patria.

Allargasti le braccia e ti sporgesti al lato della scaletta, lasciando che il vento ti accarezzasse i capelli.

“Smettila di fare la 'Rose' che non siamo sul Titanic” ti prese in girò tuo fratello, ricevendo una tua gomitata nello stomaco.

“Aggressiva la ragazza” rise togliendoti la valigia dalle mani, era sempre stato un vero gentiluomo.

“Gonzalo, Leo è già atterrato?” chiedesti impaziente.

Volevi riabbracciare il tuo tanto amato Lionel Messi, il migliore amico che tu avessi mai avuto.

“Certo, ci aspetta all'entrata dell'aeroporto” rispose distrattamente e iniziasti a correre verso il luogo da lui pronunciato.

Avevi il fiatone, ma poco importava, la sosta nazionali era una delle poche volte che potevi vederlo, visto che lui era a Barcellona e tu a Napoli.

Appena posasti gli occhi su di lui accelerasti il passo e quando ti notò lasciò cadere il suo bagaglio e ti prese in braccio.

Ti fece volteggiare un paio di volte, dopodiché ti posò a terra e ti schioccò un bacio all'angolo della bocca. “Mi sei mancata” sussurrò con un sorrisetto compiaciuto.

“Leo, questo era l'ultimo” vi interruppe un ragazzo moro con un borsone in spalla e uno che appoggiò ai suoi piedi.

“Vedo che hai fatto conquiste” continuò osservando te.

“Idiota, lei è la sorella di Higuain” spiegò il tuo migliore amico, mentre scrutavi il tipo in questione, dagli occhi e i capelli scuri.

“Ma che piacere io sono Sergio” si presentò baciandoti la nocca della mano.

Arrossisti violentemente al contatto delle sue labbra con la tua pelle e il numero 10 del Barcellona tossì -fintamente- per salvarti da quella situazione imbarazzante.

“Ehm...che ne dici di recuperare tuo fratello?” domandò in seguito.

“Se tutto va bene arriva qui per capodanno” roteasti gli occhi, ricordando quanto potesse essere lento quando si trattava di passaporti.

“Vedi che ti ho sentita!” sbucò all'improvviso la sua voce bassa e un po' rauca.

Tu e Leo scoppiaste a ridere ricevendo delle occhiate di fuoco dagli altri due, che vi intimarono di seguirli fuori dalla struttura.

Una bellissima Audi nera doveva portarvi all'Hotel dove avreste alloggiato e Sergio per tutto il viaggio insisteva per sfiorarti la coscia, cosa che diede abbastanza fastidio a Gonzalo.

Non aveva nulla di particolare quel ragazzo, non sapevi proprio cosa ci trovavi in lui, però ti interessava sempre di più.

Ti aiutò anche a portare le valigie in camera tua, ma aveva un ghigno malizioso sulle scale, quasi come volesse combinare qualcosa.

Non ci pensasti più di tanto e lo ringraziasti per la sua gentilezza e la sua disponibilità.

Lui in risposta fece un sorriso sghembo che scomparve quando lo invitasti ad uscire, visto che dovevi riposarti.

“Il mio lavoro qui non è finito” alzò gli occhi al cielo e, prima che potessi realizzare cosa sarebbe successo, ti intrappolò tra la porta e le sue labbra.