Immagina Leonaldo
Dedicato a inCristianosarms
Sappi che mi vergogno a scrivere una cosa del genere, ma lo faccio solo per te, quindi spero ti piaccia, un bacio!
Avevi appena conquistato quel trofeo tanto ambito, trascinando il tuo Portogallo in finale e supportando i tuoi compagni dal momento in cui uscisti in lacrime sino al fischio finale.
Eri contento per la vittoria, ma soprattutto per poterla rinfacciare al tuo fidanzato, che aveva lasciato da poco la sua nazionale. Se quest'anno avessi ricevuto il pallone d'oro, avrebbe dovuto pagare la tassa della scommessa.
Non si sa bene il motivo su cui ogni stagione basavate quel patto, eppure il perdente si ritrovava sempre in situazioni scomode e imbarazzanti e la sola idea che sarebbe stato lui ti faceva salire l'entusiasmo a mille.
Lo amavi, certo, ma era pur sempre un tuo rivale e da tale doveva essere sottomesso alla potenza distruttiva presente nei palloni che tiravi.
Tutti gli altri, euforici per il risultato, decisero di festeggiare, quasi non curanti della tua assenza, dovuta alla velocità con cui ti dirigesti a casa, pronto per riscuotere il tuo premio.
A tratti facevi fatica ad infilare la chiave nella serratura e, quando ci riuscisti, la girasti rapidamente, fino a spalancare la porta, con un sorriso a trentadue denti. "Oh." sospirasti di fronte alla vista di un Lionel Messi a petto nudo.
"Sei stato bravissimo." si complimentò con un'espressione che da compiaciuta mutò in maliziosa.
"Ma non ho fatto quasi nulla." ribattesti, grattandoti il capo con una mano.
"Hai comunque incitato la squadra. Credimi, era come se fossi in campo." spiegò quindi, mentre diminuiva man mano la distanza fra di voi.
Stavi per ringraziarlo, però nel momento in cui poggiò le sue avide labbra sul tuo collo, solo un flebile gemito lasciò la tua bocca. "Leo, cosa vuoi fare?"
"Nulla che a te non piaccia, campione." sussurrò l'ultima parola e per un attimo il suo significato ti sembrò enfatizzato, forse pronunciata da lui aveva tutto un altro peso.
"Davvero sono un campione?" domandasti con la voce di un bambino, consapevoli che il suo giudizio valesse più degli altri.
"Certo. Molte volte anche più di me." ammise, addolcendo anche i suoi baci.
In effetti era un po' difficile vederlo in vesti provocatorie: lui fra i due era il più timido e sempre l'ultimo a prendere l'iniziativa.
Si allontanò, per fissarti negli occhi, in cui cogliesti un briciolo di insicurezza. Era tornato il tuo Leo e la cosa ti eccitava parecchio.
Adoravi osservare la sua esitazione in ogni piccolo gesto perché, nonostante si fosse fatto crescere la barba, sapevate entrambi che per te sarebbe restato un bambino.
"Sei bellissimo." ruppe il silenzio in modo impercettibile.
Posasti una mano sulla sua nuca e lo tirasti a te, facendo scontrare la tua tua lingua vogliosa con la sua, delicata, creando un mix perfetto di passione e tenerezza, analogamente ai vostri comportamenti.
Gli sfiorasti il cavallo dei pantaloni e per un nano secondo ti parve sentirlo ansimare sotto al tuo tocco. "Ho vinto un europeo e sono io a farti un regalo? Dovresti rimediare." lo stuzzicasti, lasciandolo lì interdetto.
Ti stravaccasti sul divano, come se non fosse successo nulla, accendesti la TV e iniziasti a fare zapping tra i canali, ridendo sotto i baffi.
"E dai Cris, non puoi fare così!" si lamentò, tentando - senza successo - di strapparti il telecomando dalle mani.
"Tanto non puoi fare nulla per impedirlo." lo prendesti in giro, soddisfatto.
"Questo è ciò che credi tu." e per la seconda volta in quella serata prese le redini del gioco, diventando improvvisamente audace.
Si mise a cavalcioni su di te e con foga unì i vostri respiri, nello stesso momento sfregò le vostre intimità, dando vita ad un prorompente rigonfiamento all'interno dei tuoi boxer.
Dopo un paio di minuti privò anche te della maglietta e, ormai sdraiati, continuaste a spogliarvi lentamente. "Ti prego, non posso più resistere. Facciamo sesso." lo implorasti con il membro pulsante.
"Facciamo l'amore." ti corresse, prima di voltarti le spalle, per permetterti di scivolare in lui.
Presto la stanza venne riempita dai vostri gemiti e dalle vostre urla, finché non vi accasciaste l'uno sull'altro sfiniti e senza fiato.
"Cristiano." ti richiamò, con la testa appoggiata al tuo petto.
"Cosa c'è?" mugugnasti, accarezzandogli il volto.
"Ti amo."
"Ti amo anch'io, Lionel Andrés Messi Cuccittini."
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro