Immagina James Rodríguez
Dedicato a Martaaveiroo
Spero ti piaccia, un bacio!
Avevi gli occhi fissi sul quaderno e silenziosamente ripetevi la lezione del giorno prima: era l'ultimo anno, non potevi permetterti di sbagliare.
Il professore squadrò il registro, eri sempre stata una delle più brave della classe, ma si sa prima delle interrogazioni un po' d'ansia viene a tutti.
Il tuo lavoro tranquillo però fu interrotto dalla porta dell'aula che si spalancò, rivelandone un ragazzo con gli occhiali da sole scuri, i capelli neri fissati dal gel e il suo solito giubbotto di pelle.
Richiuse la porta con un calcio, mentre il prof lo guardava furioso. "Rodríguez va a sederti!" gli ordinò e ricevette una risatina come risposta.
Volevi tanto alzarti e prenderlo a schiaffi, perché odiavi il suo atteggiamento da sbruffone, ma sapevi benissimo che se lo avessi fatto ti saresti persa nei suoi occhi color nocciola, così avevi preferito lasciar perdere.
Mentre si dirigeva all'ultimo banco lo osservavi infastidita, cosa che a lui non importò, visto che quando passò accanto al tuo banco ti fece l'occhiolino.
Alzasti gli occhi al cielo, per niente lusingata da quel gesto: ormai eri consapevole che lo faceva con tutte.
Da una parte ti dava ai nervi il fatto che si comportava così con ogni singola ragazza della scuola, invece dall'altra ne eri quasi affascinata anche tu.
Quando ti accorgesti che ti fissava leccandosi il labbro inferiore, iniziasti a mordicchiare la matita per l'imbarazzo.
Cosa che ebbe come reazione il suo messaggio:
"Smettila di tenere quella matita tra le labbra.
James xx"
"Perché dovrei darti retta?
Marta xx"
"Altrimenti sarò costretto a strapparle a morsi.
James xx"
Lasciasti cadere sonoramente il cellulare sul banco e le tue gote man mano stavano arrossendo.
Lui in risposta fece una risatina e si aggiustò il ciuffo scuro come l'ebano.
Il professore si schiarì - fintamente - la voce per richiamarvi e imprecasti mentalmente.
Non dovevi farti distrarre per nessun motivo al mondo, o almeno non da lui.
Decidesti di non dargli più retta e seguisti la spiegazione fino alla fine, senza perderti neanche una parola.
La campanella che indicava il termine delle lezioni suonò dopo qualche minuto e raccogliesti tutti i fogli degli appunti per metterli nello zaino.
Nel frattempo la classe si era svuotata, tranne James che era rimasto lì, seduto sulla cattedra a scrutare i tuoi movimenti.
"Scusa, c'è qualche problema?" domandasti, vedendolo lì impalato.
"Beh, non hai smesso di masticare la matita" alzò un sopracciglio avvicinandosi a te.
Lo avevi a qualche centimetro di distanza e potevi intravedere dalla sua maglia bianca i tatuaggi che aveva.
"Quindi?" chiedesti confusa, mentre continuava ad avanzare verso di te e, visto che per ogni passo che lui faceva in avanti tu ne facevi uno indietro, ti ritrovasti subito al muro.
"Questo" sussurrò solo, prendendo fra i denti il tuo labbro inferiore e stringendolo fino a farlo sanguinare.
Eri rimasta basita dal quel gesto e con gli occhi esigesti spiegazioni che non tardò a darti.
"È dal primo giorno che ti osservo, sei diversa da tutte le altre ragazze: loro mi si buttano letteralmente addosso, mentre tu sembri fregartene" disse ricongiungendo le vostre labbra.
Fece scontrare le vostre lingue un paio di volte e il tuo cervello era stato praticamente fottuto dal suo buonissimo odore di Ugo Boss.
Usciste dall'aula con le mani intrecciate, sotto lo sguardo di tutti, che prontamente ignoravate perché eravate troppo impegnati a guardarvi negli occhi.
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