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Immagina Alvaro Morata

Dedicato a morataslaugh
Spero ti piaccia, un bacio!

Ormai ti eri stancata del suo comportamento: l'amore non giustificava ogni cosa.

Quindi non potevi restar lì ad interpretare i suoi sbalzi d'umore, i suoi silenzi e ad aspettarlo in modo quieto, come se fossi al suo servizio.

Peraltro neanche una volta aveva ammesso di provare qualcosa per te, né aveva fatto lui un passo nella tua direzione.

Tutta la vostra possibile relazione l'avevi immaginata, era stato solo un lungo e complesso film mentale.

Basavi quella storia su piccoli particolari che erano invisibili all'occhio, perché in realtà cose del genere non determinavano l'interesse di una persona.

Tu eri così: il giorno prima lo amavi alla follia, il giorno dopo inveivi contro di lui come non ci fosse un domani.

Oggi infatti gli stavi allegramente indicando la via per andare in quel gran bel paese, pieno di gente.

Eppure non riuscivi a capacitarti come avessi potuto sprecare due anni della tua vita ad inseguire una fantasia, una mezza certezza campata in aria.

Forse il tuo accanimento nei suoi confronti era derivato dal suo aspetto? Può darsi.

Era un bel ragazzo, certo, non potevi negarlo: alto il giusto, fisico statuario, capelli scuri - quasi - sempre perfetti, barbetta e occhi color nocciola.

Insomma, qualsiasi ragazza sarebbe caduta ai suoi piedi anche solo per l'estetica, ma non nel tuo caso, sapevi che c'era qualcosa in più, doveva esserci qualcosa in più!

Non potevi aver passato notti insonni perché era 'carino'. Tu le avevi passate per la sua gentilezza, per la sua disponibilità, la sua labile audacia e le sue braccia, che ti avevano stretta più di una volta.

Quest'ultimo punto era uno di quelli salienti: i suoi abbracci erano speciali, un qualcosa di mistico che aveva nel profondo un intento profano.

Non erano paragonabili al tuo gelato preferito, a un'interrogazione andata bene, ad un regalo dei tuoi genitori.

No. Erano molto di più.

Però nonostante ciò nessuno di voi due aveva chiamato in causa l'argomento 'amore', o almeno non lui, tu più che altro avevi provato ad accennarlo.

Era da un po' di tempo che i tuoi dubbi andavano avanti e ultimamente avevi anche iniziato a frequentare Paulo.

'Perché dovevo aspettarlo per sempre?' pensasti ragionevolmente.

Avevi anche tu il diritto di divertirti come faceva lui e, anche se quella con l'argentino non era una relazione a pieno coinvolgimento di sentimenti, ci stavi provando - a dimenticarlo - .

Come ogni giorno dell'ultima settimana, Paulo venne a prenderti e faceste un giro al parco che, illuminato, era un vero e proprio spettacolo visivo.

"Ehi Paulo!" udiste una voce calda dietro di voi, dall'inconfondibile accento spagnolo.

Ma appena ti voltasti strabuzzò gli occhi e irrigidì la mascella, mordendosi l'interno della guancia.

Dopodiché però ti salutò affettuosamente come aveva sempre fatto e ti fece maledire la vostra grande amicizia.

In un certo senso non potevi dimenticarlo visto che ce lo avevi sempre accanto, il massimo da fare era ostentare dei sorrisetti cordiali.

"Allora da quant'è che state insieme ed io non ne so nulla?" vi chiese prendendovi alla sprovvista, era la prima volta che usava un tono così duro.

"Una settimana" ammettesti a bassa voce.

"Mm...e in una settimana in cui ci siamo visti tutti i fottuti giorni tu non hai avuto il tempo di dirmi che voi uscivate insieme?" ti domandò gelido, mentre Paulo aveva i nervi a fior di pelle visto che lo stavate tranquillamente escludendo dalla conversazione.

"Non pensavo fosse importante avvisarti, in fondo non è una relazione seria" le parole ormai sgorgavano da sole dalla tua bocca, come un fiume in piena.

"Quindi per te non è una cosa seria!?" si intromise appunto il ragazzo dagli occhi chiari.

"No. Cioè si. Cioè...ma porcoddio" farfugliasti con Alvaro che ti sorrideva compiaciuto.

"Forse dovresti prima mettere in ordine le cose nella tua testa" sputò con disprezzo Paulo prima di rivolgerti un saluto strafottente.

"Grazie per aver rovinato tutto eh" desti uno spintone allo spagnolo che però non si mosse neanche di un centimetro, anzi ti attirò a se.

"Tu ora metti in ordine le cose nella tua testa...e inizi ad amarmi, okay?" ti sussurrò mordicchiandoti l'orecchio.

"Ho iniziato dal primo giorno in cui ti ho visto" sospirasti appoggiandoti al suo petto.

"So di non avertelo mai detto però...è il momento sbagliato per dirti che ti amo?"

Delirio.

Facesti tue le sue labbra e soffiasti un flebile "No" su di esse.

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