Come puzza questa giornata, sa di stalle non di stelle, di marcio verde, di bile anche. Porta i nostri volti, nell'aere trasportati i nostri rantolii.

Stipati in malefiche ore, aspettiamo come bestie la mattanza, finiremo a pezzi su di un tavolo; troveremo anche allora, un senso a questa campata.

Perché è insita in noi, la sciocca speranza di trovar sempre un filo conduttore, un appiglio alla logica, una verità sfuggente, capace di riportarci di fronte ad un insana normalità.

Come puzza questa giornata.

Puzza di morte e centri commerciali, di mezze intenzioni e di scommesse. Tenteremo di strapparci gli occhi per non vedere, caveremo solo, nuove aspettative.

Bruceremo tutti all'inferno.

Tutti arsi dalle nostre idiozie, consumati dalla nostra ingordigia, la pelle logora cadrà a brandelli, cadremmo a terra nell'intento di raccoglierli. Ci romperemo le ossa, respireremo il nostro stesso olezzo.

Puzzerà questa giornata, di noi tutti porterà traccia. La terra esalerà il miasma dei corpi disfatti, scomposti; note storpie infesteranno l'aria, melodie necrotiche e paralizzanti.

Suonerà ancora il corno. Suonerà per dare inizio al supplizio di noi altri stolti, uggiolerà il cane, vedendo la dipartita del padrone caro.
I figli malediranno i padri, cento volte almeno,
cento volte ancora.