Sad friend
Infinita, viva, pesante.
Liscia, calda, avvolgente.
Scivola sulle braccia, raggiunge il ventre, scende per le gambe, vile e affezionata.
Impregna lo spirito, si insinua tra le ossa, ne logora la forza.
Io divento lei. Lei diviene me.
Grondante di razionalità, moto perpetuo del mio esistere, scava nel profondo dove nessuno arriva a guardare. Come acque stagnanti di palude, permane sempre negli occhi il suo velo opaco.
Stesa a mio fianco, mi avvolge la schiena nuda, imprime con le unghie sempre lo stesso disegno. La sento cucirmi addosso, la solita veste logora.
La guardo e mi guarda.
Non esita a sfiorarmi una guancia, sa che sempre la lascerò avvicinare, che in ogni momento, una parte di me, saprà accoglierla sorridendo.
Cresce un insano e confortevole calore. Ogni volta nuovo e prezioso.
Resto immobile. Mi lascio catturare, oggi come ieri, come sempre. Sfinita e arresa chiudo gli occhi e so, che mai mi lascerà andare, mai sarò del tutto libera.
Perché si muore come si è nati, si vive come meglio si riesce, costantemente corrosi da qualcosa che ci sfugge. L'insoddisfazione scivola tra le dita e si abbandona ai nostri piedi, pronta a brillare ai primi raggi di luce.
Braccia forti le sue, stringono e tolgono il fiato, dolce arrendevolezza, una splendida rosa spinosa, dalla quale lasciarmi trafiggere le carni.
Un battito di ciglia ancora, penso alla vita, alle mani, agli occhi, alla pelle.
Penso a tutto quel che mi rende ciò che sono, a quel che tenta di colmarmi, quello che mai ci riesce.
Graffio con le unghie una parete di cemento, scalfisco idee, logoro i palmi. Ad ogni ripresa, si spengono le forze; rimango nella consapevolezza che mai troverò l'arrivo.
Porterò alla luce mille nuovi inizi, per ognuno dei quali gioirò, sarà come vedere sempre il sorgere del sole. Triste pena, per colui che ama il tramonto.
E se un giorno, dovessi per caso, trovare di questo cammino il senso, allora lo raccoglierò da terra e saprò conservarlo; accetterò qualsiasi cosa sia certa, mi conduca alla fine.
E riderò, camminerò, amerò, finalmente con una nuova visione delle cose. Con la mia visione delle cose. Una corsa a perdifiato verso un abisso di niente. Il mio niente.
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