Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Non è più il tempo



Era una panchina vecchia la nostra, un legno stanco di combattere le intemperie, le persone che si sedevano senza avere la premura di farlo con garbo. Ogni giorno la strada si colorava e ogni notte si copriva d'un velo di nebbia. Le nuvole davano prospettive sempre più nefaste.
Eravamo su quella panchina, fusi con un gelido pomeriggio invernale. Erano passati otto anni, nove mesi e, giusto in quel momento, ventiquattrore. Mi voltai verso di te, volevo ritrovare nei tuoi occhi, quello che purtroppo mi appariva un abbaglio, un errore. Fuggivo sulle tue labbra sperando di essere investita dal fanciullesco e tenero tuo sorriso. Invece solo una scia, appena percettibile, nell'espressione di chi ha in sé l'abitudine, anno dopo anno.
Eravamo quella panchina antica e mi chiedo ancora perché tu ci sia seduto, se piovono lacrime amare e impassibili all'amore. Ci scorgo addirittura un taglio, un graffio. Forse una crepa. E siamo mano nella mano nella monotonia, per la medesima volta. Mi verrebbe voglia di darti un colpetto, una leggera scossa per insinuare dentro di te l'elettricità di un tempo. Circondare il nostro anello, percorrerlo con il polpastrello e tornare all'inizio di un nuovo ciclo, ma non appena mi azzardo a fare un passo, tu abbassi la testa, mostrandomi il capo. I capelli fin troppo biondi, io li ho sempre odiati di quel colore, ma i tuoi son l'eccezione alla regola. La paglia, tra tutte le nere teste, mi distrasse durante la camminata, l'evento che mi permise di conoscerti. Sorrido debolmente, portandomi le dita agli occhi, temo di piangere senza accorgermene. E tu, come ogni volta te ne accorgi, stringi la mano più forte, ma perché non mi abbracci? Perché non mi stringi. Il tepore del tuo corpo lo sogno ogni notte, stesa sul letto dove mi rivolgi la schiena, grande e possente. Mi piaceva perdermici nella sicurezza che trasmetteva, ma ora, ora sei così lontano, tanto da aver paura di sfiorarla. Non voglio scoprire di non averti al mio fianco, ma non voglio bugie. Una vita fatta di menzogne, di un sentimento muto. Dimmi, dunque, perchè sei ancora seduto? 
E tremo, ora che le mie labbra hanno involontariamente parlato, richiamato a loro i tuoi occhi, la tua mente geniale e creativa. Uno sguardo color smeraldo penetra nel mio, trasmette malinconia, dolore. E mi rendo conto, in ritardo, di esser caduta dalla panchina, di stringere il top all'altezza del cuore. E tu non vai via, mi tiri verso il tuo petto.
«Ti ho lasciato un quadro in camera.»
Mi fermo sulle tue parole e cerco di assaporarle, ma son aspre.
«Come?» biascico, prima di avviarci per la via.
Sorrido, in camera, perchè l'unica cosa che non è cambiata in tutti i dieci anni di matrimonio, è il tuo modo buffo di comunicare ciò che ti spaventa, che ti emoziona.
Tocco il tuo dono, il quadro. Cerco ogni particolare, ogni sfumatura di colore, ogni luce e ombra.
Siamo una panchina io e te, proprio come il soggetto del dipinto sul quale sono sedute le nostre anime, ma lì le bramose bocche non parlano, sono unite in un bacio. Le mani si intrecciano nella passione, nella certezza.

E così torno a guardarti di nuovo e questa volta vedo, quel che per troppo tempo al mio sguardo era fuggito.
Gli anni sono passati diabolici e impassibili togliendoci l'impeto che, di sospiri ci avvolgeva.
Parlami.
Raccontami del vento, di come ti accarezza i capelli.
In questo temporale, come ti ripari dalla pioggia, o come socchiudi le labbra per poterla assaporare.
Continuo a fissarti, scavo dietro alle tue iridi di pietra e continuo, sino a raggiungere quel che so, non ti lascerà indifferente.
Mi alzo da questa stupida panchina e finalmente ti vengo incontro. Attaccata alla stilla di passione, che só riposare nel tuo corpo, mi avvicino; ad ogni passo ricordi ogni cosa, il primo bacio, il giocare a rincorrere i limiti, l'estate con il vento caldo delle speranze non ancora infrante e i sospiri, figli di notti senza stelle.
Se chiudi gli occhi vedrai di nuovo, vedrai la sabbia, il mare, la notte. Del sale sentirai il sapore in bocca, e delle stelle ti parrà non ricordare il volto. Torna a vedere, libera la mente e permettimi di donarti ancora qualcosa di me, prendi il mio viso tra le mani, stringi questa pelle, incidi su di essa la grandezza del nostro amore.
Mi guardi. Ti guardo. Tanto vicino da poterti afferrare, ti immagino come un tempo, impaziente e vivo; nasce come una ninfea in acque stagnanti il ricordo della perduta complicità. Non vi rinuncio, non posso, non voglio. Mi afferri una mano. Tremo. Potessi con un gesto farti mutare, potessi trasformare questo stagno in fiume, con la vita pagherei il pegno di questo.
Sotto il tuo palmo la pelle brucia, di frasi mai dette di tempo perduto, avessi la possibilità di mostrarti quel che da sempre sei per me...se potessi del mio cuore darti il sentore, sarei sicura di riuscire. Chiudimi gli occhi, avvicina il tuo respiro al mio, fammi bruciare e guardami seta infuocata, guardami farmi polvere tra le tue braccia e scomparire per sempre dentro alle tue mani.
Osserva come gli occhi si fanno vacui mentre ti perdi in me. Ti prego.
Ma un quadro rimarrà sempre bloccato nella pittura, come numeri che si rincorrono a creare una forma, il sentimento non rinascerà dal torpore. Il mio avanzare verso il tuo corpo, non sarà che la mia distruzione, pezzo dopo pezzo, brandelli di vissuto, amore, verità piomberannò sul pavimento. Non riusciranno nemmeno a riposare sulle soffici lenzuola di seta, la polvere non riuscirà a vagare con l'aria, resterà. A contemplare un sogno, divenuto un incubo, nel silenzioso sussurro di un addio.

Di nuovo grazie SaraTramonte insieme ancora una volta...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro