Lei
Di tutti i martiri, il mio m'e caro! D'una presenza continua, chiodo e martello, riempie i vuoti, l'assenza colma.
Quando a bruciare è la sete di rabbia, fedele si
presta la croce mia, compagna e moglie devota.
La cerco accecata; accucciata ai miei piedi, sempre lei, si fa trovare.
Come di smielate parole si nutre una sposa, la bestia mia, di bile mi riempie lo stomaco e gratta, urla, morde, strappa.
Del depravato è guida, dello storpio sorella.
La furia mia non conosce barriere, dal niente nasce del tutto si nutre.
Nella notte insonne vive d'angosce e patimenti, regina delle disfatte porta sgomento e pena.
La disgrazia mia m'e croce e delizia poiché, sola mai mi sento, acuisce i sensi di questo mio corpo intorpidito, solo con essa giungo a capire. Mi rigiro nel letto, le mani bagnate, gli occhi di lei sul mio viso puntati.
Annaspo, tremo ma poi capisco, da lei non posso fuggire e allora rido, come una pazza furiosa strappo i capelli e dipingo il viso di smorfie di vetro.
Alla compagna mia, allora, concedo ogni cosa, danzo musiche sconosciute, delle vesti mi libero e sotto un raggio di luna, nuda mi lascio guardare.
Sua come mai di nessun altra, dell'odore di lei mi impregno e nel ventre mio covo, come un nido di vermi, il frutto di noi.
Mi bacia la bocca, infetta il mio spirito, questa mia nefasta madre conquista ad ogni respiro, le carni mie ai sussurri suoi devote.
Della follia varco la porta allora, il volto trasformato da ghigni malati, ritrovo finalmente di me la parte migliore.
Di tutto vivo, nulla più temo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro