Un coleottero vermiglio
busserà alla tua finestra stanotte
tre rintocchi a ricordarti che
come tutte le ore
anche la tua è giunta.
Non c'è vittoria contro il tempo,
i minuti come treni in corsa
cadendo l'uno sull'altro
sazieranno la loro bramosia di gloria.
Dai crepacci più profondi,
dalle abominevoli spaccature della terra
sentirai l'abisso chiamare il tuo nome,
striderà furioso affinché
straziato dal pungolo di quelle urla
non cadrai in preda al supplizio.
Saranno minuscoli e velenosi ragni
i compagni della discesa,
ignobili tuoi simili dal manto bruno.
Non c'è vittoria contro il tempo,
tu stelo d'un fiore appassito
ti preoccupi dei cupi petali morenti
ma non ti curi della cancrena
che t'affligge le radici;
così opalescente e luminoso
t'apparirà il delirio del collasso
sarà la mente disperata a mascherare il tracollo,
nulla ti impedirà però
di schiantarti al suolo
rompendoti l'osso del collo.