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IL SUPERVISORE


Nel bar dopo un quarto d'ora da quando il nostro protagonista se ne era andato via dal locale misterioso, Il tizio scorbutico e la ragazza misteriosa che se lo era portato in una stanza all'interno di quel locale, erano appena usciti dalla camera.

<Dove minchia è andato quel moccioso?>

Chiese l'imponente uomo rivolgendo ai suoi sottoposti uno sguardo intimidatorio.

<Se ne è andato>

Disse in risposta e con tono fin troppo tranquillo un ragazzo seduto con le gambe accavallate mentre si fumava una sigaretta ad un tavolo mentre la penombra lo velava completamente.

<CHE COSAAAAAAA!!!!!!?>

Tuono il signore imponente, con una voce che fece tremare spaventosamente il locale.

Si avvicinò pericolosamente al tavolo del ragazzo, buttando tutto per aria.

<Si può sapere chi cazzo saresti tu testa di minchia del cazzo?!>

Disse sbraitando e lanciando gioppini man mano che urlava a caso cose incomprensibili, dopo che aveva sbattuto la mano con violenza sul tavolo del ragazzo misterioso che, d'un tratto, levò con indifferenza le gambe dal tavolo e mostrò il suo distintivo al suo scocciatore, il quale sbiancò nel vedere i suoi occhi brillare di un grigio argenteo mentre le pupille diventarono come quelle dei gatti.

<Sono l'agente Boone, Ryan Boone, supervisore nonché all'occorrenza carceriere mandato a tenervi d'occhio dalla società che come sai, tiene d'occhio le creature come voi>

<Forse poco fa le mie orecchie e i miei occhi mi hanno giocato uno scherzetto, perché...

Non so, mi era sembrato di aver sentito te insultarmi mentre addirittura mi sputavi in faccia mentre urlavi... no, perché in tal caso mi chiedo se tu volessi morire ora o fra qualche secondo dato che stiamo parlando di te>

<No cioè dico, no, si, penso che tu abbia ragione io non ho detto niente heheheh>

Disse l'enorme uomo mentre sudava freddo.

< Molto bene...>

Disse l'agente Boone facendo tornare i suoi occhi come prima, rimettendosi poi a sedere accavallando le gambe come aveva fatto in precedenza.

In quel momento Boone si mise al riflettere su alcune cose:

I saldi al minimarket erano finiti o faceva ancora in tempo a fare la spesa in maniera tale da non spendere troppo?

Come mai Victor, il figlio di Asmodeo, il demone dell'ira, si dovrebbe interessare per quel ragazzino gracilino?

E perché ho avuto una strana sensazione quando è entrato nel locale?

C'erano troppe domande e nessuna risposta ad esse, inoltre tutta questa faccenda non prometteva nulla di buono poiché, di solito, Boone, non si era mai trovato d'avanti a persone di cui non sapesse niente.

Una cosa è tuttavia piùche certa, quei demoni stavano tramando qualcosa e avrebbe scoperto il loropiano, costi quel che costi!

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