Era una notte come le altre, per le strade c'era un silenzio tombale e solo poche persone si aggiravano a quell'ora tarda.

Le luci che erano ad intermittenza non facevano altro che rendere l'atmosfera più inquietante.

In un vecchio teatro abbandonato da non si sa nemmeno quanto tempo, si risvegliò un ragazzo dal suo lungo sonno che per lui sembrava fosse eterno.

Non ricordava nulla, nemmeno il suo nome, mentre in testa sentiva una strana melodia e al suo fianco aveva solo un violino dal colore scarlatto come il sangue.

Egli prese il violino che riconobbe come suo anche se era solo una sensazione ed uscì di li incerto se stesse facendo la cosa giusta e passò la notte gironzolando nei dintorni con uno sguardo vuoto e traballando dalla debolezza, mentre sbadigliava di tanto in tanto.

Dopo un paio d'ore notò uno strano locale, senza le solite scritte che avevano quelli che aveva visto in precedenza, quindi, per curiosità decise di entrare a dare un'occhiata.

Appena entrò tutte le persone che erano lì si girarono sconvolte, e il ragazzo si chiese il perché del loro stupore.

<Come cazzo sei entrato moccioso!?>

Lo aggredì un uomo alto, muscoloso e dallo sguardo intimidatorio dopo che gli buttò il fumo addosso facendolo tossire leggermente.

Il ragazzo non sapendo se fosse capace di parlare, decise di tacere anche se continuò a guardarlo negli occhi per fargli capire che non aveva paura di lui.

Il tizio imponente stava per sbraitare nuovamente se non fosse per una donna di gran lunga più giovane di lui che lo interruppe e se lo portò in un'altra stanza.

Il ragazzo allora decise di cogliere l'occasione e se ne andò via come se nulla fosse, mentre una strana nebbia cominciò a calare per quelle strade buie e desolate, ricoprendo tutto.