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Un compito sgradevole

Messa alle strette ho dovuto accettare la proposta e Drew sembrava essersi rilassato. Era una vera tortura vedere Chris tutti i giorni e non poterlo toccare o assaporare. Maledizione. Mi piaceva di più quando Pam viveva con me, meno preoccupazioni e tanti ragazzi. Adesso le cose mi stanno sfuggendo di mano.

Drew mi sfila la camicia da notte e mi butta sul divano. Mentre mi accarezza sono assente ma cerco di non farlo vedere. Inserisce una mano dentro gli slip iniziando a torturarmi e metto i pensieri da parte decidendo di risolverli più tardi.

Non resisto ancora e sbottono i pantaloni cercando di rendere più visibile il suo corpo palestrato.

Dopo averlo spogliato decido di raggiungere la camera da letto per stare più comodi e lo prendo per mano camminando nudi per casa. Arrivati in camera mi stende sul letto e si posiziona tra le mie gambe eccitato.

Quella sera il sesso era accettabile proprio perché il mio pensiero era altrove. Dormimmo abbracciati, la mia schiena schiacciata al suo petto e con il suo respiro vicino l'orecchio. Dovevo parlare urgente con Pam per vedere come risolvere la situazione.

La mattina successiva la mia sveglia suona ma io mi alzo dal letto mezz'ora dopo trovandomi in netto ritardo. Apro di fretta la porta non avendo il tempo neanche di fare colazione scontrandomi con Chris che mi regge divertito.

-Buongiorno dolcezza-  Mio dio che splendore. Non può presentarsi di prima mattina così ai miei occhi. L'unica cosa che indossa sono i jeans che fanno intravedere li slip e un calore mi percorre tutto il corpo bloccando ogni mio movimento. Guardo desiderosa il suo corpo e a momenti sbavo.

-Buon...giorno- E balbettiamo pure, complimenti...bella mossa.

Se la ride mentre io mi sciolgo come un ghiacciolo in piena estate e decido di riprendermi per non fare tardi a lavoro.

-Devo scappare scusami- inizio a correre per le scale e lui si affaccia dicendo -Attenta a non cadere-

L'idea non mi dispiaceva se lui sarebbe corso a soccorrermi ma decido di non rompermi l'osso del collo, almeno per oggi.


Arrivata al lavoro vengo convocata subito in ufficio. Il capo e il suo dolce figliolo mi dovevano spiegare cosa avrei dovuto fare da oggi fino al resto della mia permanenza qui.

Non era per niente un lavoro da ragazzi, anzi avevo il compito di valutare i miei colleghi e licenziarli se c'era il bisogno.Ero consapevole che per mandare avanti l'agenzia dovevo cacciare la maggior parte delle persone che erano diventate mie amiche negli ultimi anni ma come avrei fatto?

-Io...non posso licenziarli, perché non lo fate voi? Io li valuto e poi deciderete voi se tenerli o meno- mi stavo consumando l'orlo della gonna dall'agitazione e quei due si guardavano come se stessero pensando alla mia proposta.

-Va bene, il lavoro sporco lo farò io- dopo che il capo mi ha cacciato quest'enorme peso, tiro un lungo sospiro di sollievo.

Uscita dalla stanza del capo inizio a guardarmi intorno e a pensare come andrà a finire questa storia.

La mia postazione era diventata un ufficio pieno di carte da dover visionare e curriculum di persone che aspettavano di essere chiamate. Dopo qualche ora ero distrutta. Avevo la faccia spiaccicata sulle braccia appoggiate sulla scrivania e qualcuno bussa. Brian entra sistemandosi gli occhiali.

-Vuoi una mano?Sembri distrutta- si avvicina prendendo posto in una delle due sedie davanti a me.

-Non mi avevi detto che avrei faticato così tanto, qui c'e' il lavoro di anni ed anni- probabilmente avevo i capelli arruffati e il trucco sbavato. Una stracciona in pratica ma lui mi guardava sempre con un certo desiderio.

-Capito, ti porto un caffè- si alza e alzo un dito -Ristretto grazie-

Dopo qualche secondo spunta con il mio caffè e decide di aiutarmi. Non avevo mai parlato con lui ma negli ultimi due giorni la convivenza in ufficio era piacevole.

-Abbiamo tante richieste, dovremmo chiamare 10 persone alla volta e metterle alla prova- dice Brian.

-Va bene- stavo mordicchiando la matita che stava iniziando a sfaldarsi lasciando un gusto sgradevole in bocca.

-Nervosa?- dice spostando una pila di scartoffie.

-Si, non vorrei licenziare queste persone ma.. ho visto da vicino come lavorano e... manderebbero in rovina l'agenzia- sospiro -Potrei insegnargli come fare e se non cambiano...-

- Potresti ma hai tanto lavoro da svolgere e poco tempo a disposizione-

-Farei ore di straordinario per non lasciarli in mezzo alla strada, fammi provare- lo stavo supplicando.

-E va bene, ti do una settimana di tempo- dice infine e corro intorno al tavolo per abbracciarlo.

-Grazie ragazzo dagli occhi strani- se la ride stringendomi e credo che potremmo diventare degli ottimi amici.

- Prego bellissima-


Erano le 17:00 e il pranzo mi era stato portato gentilmente da Brian che era l'addetto alla mia salute. Oggi penso di averlo ringraziato mille volte ma sentivo che non erano abbastanza. Domani avrei comunicato a tutti i miei colleghi che l'orario di lavoro sarebbe stato fino alle 18:00 per imparare qualcosa e non essere licenziati.

Il ritorno a casa sembrava lunghissimo anche se l'appartamento dista solo 15 minuti. Arrivata trovo la porta dell'appartamento di Chris aperta e vorrei tanto entrare per vedere cosa fa ma l'unica cosa che sento è la musica provenire dal suo appartamento. Mi affaccio leggermente e lo vedo ballare in maniera sexy mentre passa l'aspirapolvere.

Mio Dio potrei svenire a momenti.

-Cosa fai?-

-Diavolo Pam sono modi di comparire?- con una mano sul petto raggiungo la porta del mio appartamento ed entro con lei dietro.

- Cosa stavi guardando lì fuori?- mi dice curiosa.

-Pam sono nei guai- sprofondo il corpo sul divano e porto la testa dietro.

-Qual è il tuo problema?- mi segue in cucina lanciando la borsa sul divano.

- Ho un figo scopabile a pochi centimetri da casa mia- sbuffo.

- È un problema?- mi alza un sopracciglio sorpresa.

- Si... Mi hai presentato un ragazzo che non mi permette di scopare con chi mi pare e piace- preparo il caffè per non addormentarmi da un momento all'altro.

- Wowwwww state insieme allora- fa il giro del tavolo correndo e mi abbraccia ma io rimango impassibile.

- Non stiamo insieme... È solo che... È un ragazzo possessivo ma il mio pensiero è solo uno ed è a pochi metri di distanza- esco il caffè ormai pronto mentre Pam mi guarda come se volesse esaminarmi.

- Se non ti piace Drew dovresti dirglielo. Oppure dimenticati del vicino sexy-

- È un parolone... Dimenticare. - butto giù il mio quarto caffè della giornata e decidiamo di passare la serata in baby doll, pop corn e film romantico.

- Se non lo bacia la uccido...questa se la tira da matti- Pam commentava ogni piccola mossa della protagonista.

Qualcuno suona alla porta e la mia ex coinquilina mi guarda - Aspetti qualcuno?-

- No, forse è la padrona di casa..- corro ad aprire e quello che mi trovo davanti non è sicuramente una vecchietta in cerca dell'affitto.

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