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Il Capo e la sua gelosia

Mi sento stanca, indolenzita e spaventata. Non ricordo come sia finita la serata, probabilmente il mio corpo si rifiuta di ricordare.

Apro gli occhi. Il cuore batte a mille e spero di non trovare nessuno. Il problema è che qualcuno c'è. Sento i passi per tutta la casa e arriccio il corpo sperando di scomparire come per magia.

- Ehi... sei sveglia!- ok, non è lo stronzo di ieri sera. Non è Pam. Allora apro gli occhi.

- Tu?!- il mio capo a braccia conserte appoggiato al mobile. Non capisco come sia entrato. E se... se anche lui ha usato il mio corpo per i suoi giochetti?

- Si. Non ricordi?- alzo le coperte e magicamente sopra l'intimo orrendo di ieri, ho un pigiama ancora più orrendo. - Non abbiamo fatto niente, almeno io e te. Diciamo che sono arrivato in tempo-

- In tempo? Non ricordo niente-

- Hai sbattuto la testa per questo non ricordi- ma qualcosa stava riaffiorando. Prima di perdere i sensi si era sbottonato i jeans. Qualcuno ha colpito lui e cadendo mi ha travolta. Ed ecco anche il gonfiore. Lo tocco ed è sporgente.

- Ricordo poco. Cosa hai fatto a lui?-

- Licenziato. Non doveva farlo-

- Ma era tuo amico- lui si avvicina al letto e si siede guardandomi.

- Non sono amico di questa gentaglia- toglie le scarpe e si mette comodo sul letto, un braccio che regge la testa ed un sorriso forzato.

- Come facevi a...-

- A sapere? Beh ti ha fatto una foto-

- Una foto? Che dici?- stringo quel tessuto orrendo che mi copre il corpo e sto pensando a quale giro di amici è arrivata la foto. Brutto stronzo.

- Si, eri... vabbè diciamo che aveva scritto le sue intenzioni e sono arrivato-

- Posso vedere la foto?- ed eccola. Il primo intimo indossato e fotografata di schiena. L'unica cosa che mi consola è che non si vede il viso. Il problema sono i colleghi, loro sanno benissimo chi è la ragazza in foto, altrimenti il mio capo non poteva salvarmi.

- Adesso prendi questa. È un antidolorifico-

- G..grazie- e mi ritrovo a guardarlo con occhi diversi, noto due fossette ai lati delle labbra che hanno sicuramente un loro perché.

Ed eccomi alla solita routine. L'unica differenza sono gli sguardi poco carini dei miei colleghi. Le ragazze, per niente casa e chiesa, mi guardano quasi inorridite. Non capiscono che tutto quello che è accaduto in quella casa, non era per niente voluto. Almeno non da me.

- Comunque hai un bel lato B- ed ecco il commento di Patrik.

- Attento che se tocchi la ragazzina, il capo licenzia anche te- quelle che definivo conoscenti, non erano neanche quelle ormai.

Tutti mi scansano come se avessi la lebbra. Questa storia non mi va più bene.

- Non ho chiesto io di licenziarlo. Però non dovreste neanche appoggiare ciò che mi ha fatto- prendo l'elastico per i capelli e raggiungo la sala.

Sono incazzata nera. Ecco perché il mondo va a rotoli.

Sbuffo e solo in quel momento mi rendo conto che il capo mi guarda. La cosa strana è il suo sguardo, quando i nostri occhi si incrociano lui li abbassa immediatamente.

- Tutto ok?- mi siedo sullo sgabello e lo fisso.

- Dovrei chiederlo io a te- asciuga un bicchiere alla volta appoggiandoli in una fila perfetta dietro di lui.

- I ragazzi mi odiano-

- Non è vero. Volevano solo il loro amico, tutto qui-

- Non credo. Nessuno mi rivolge parola per la paura di essere licenziati- il capo perde qualche minuto a posare quei bicchieri dai lineamenti perfetti. Il problema è il vetro che riflette un volta alquanto preoccupato.

- No!... sei stato tu? Non dirmi che li hai minacciati. Ti prego- e adesso capisco tutto.

- Si bambolina. Il capo si è preso una cotta. La cotta per la ragazzina nuova. Sai come funziona a scuola? La nuova arrivata è sempre la più ricercata. Ma attenta. Il tempo che arrivi la prossima e allora il gioco finirà.-

- Piantala!- il capo sbatte il bicchiere sul bancone e per poco non lo rompe in mille pezzi.

- Oppure? Mi licenzi?- dice con aria di sfida.

- Inizia a lavorare prima che ti licenzi davvero-

Si dividono lasciandomi impietrita. Quei due hanno avuto una storia, ne sono pienamente sicura.

Un passo dietro l'altro lungo le strade buie per raggiungere la mia dimora e l'unica cosa che mi fa compagnia sono i lampioni. Le auto vanno e vengono con intermittenza e l'unica cosa che riesco a pensare è al mio capo. La sua gelosia improvvisa mi spiazza.

Quando il pensiero si sposta a Chris, afferro il telefono dalla borsa e chiamo Pam.

- Ehi... tutto ok?-  la voce che avevo bisogno di sentire da giorni. Lei non sa della vicenda e per non farla preoccupare, non dirò nulla.

- Si tutto ok e voi? Avete ritrovato la vostra intimità?-

- Tesoro non l'avevamo mai persa- scoppia a ridere e diamine lo sento di sottofondo.

- Vi prego... non quando sei al telefono con me-

- Tu hai chiamato proprio mentre..-

- Ok... basta dettagli. È troppo tempo che non faccio niente-

- Ti ha chiamata?-

- Dovrebbe? -

- Certo. E tu vuoi che lo faccia. Anzi dovresti chiamarlo tu ed invitarlo in quella fantastica dimora-

- Ok Pam, divertitevi!!- chiudo e lancio il telefono in borsa.

- Un passaggio?- Ti prego fa che non sia un idiota in cerca di carne fresca.

Mi volto e tiro un sospiro di sollievo.

- Capo!-

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