Ero io!!
- Perché lo vuoi sapere?- mi strinse ancora di più.
- Perché... l'ho visto entrare in casa. Ho provato a suonare e ad aprire ma...-
- Eri tu???- lo guardai sorpresa sotto lo sguardo preoccupato di Chris. - Pensavo fosse Pam-
- Ero io!!-
- Senti io non ti capisco. Scopi con chiunque tranne me e poi io non posso andare a letto con chi mi pare e piace?-
- Bene, siete andati a letto. Lo immaginavo- sembrava triste mentre osservava il panorama.
La voglia di prendere quel viso così perfetto e sbaciucchiarmelo di baci era immensa.
- Chris..- mi stavo avvicinando quando lui si girò verso la macchina.
- Si, ti riporto a casa- e maledizione non lo capisco.
Lui può scopare, io no. Lui può tirarsela ed io devo cadergli ai piedi. Con me non scopa, con le altre si. Ma che problema ha?
In macchina lo guardo con le mani strette al volante. È geloso?
- Ti dà fastidio che scopo anche io?-
- No tranquilla, non sono nessuno per pretendere nulla da te- e non era nessuno si, ma per scelta sua.
Il viaggio fu silenzioso. Quando arrivammo sotto casa, abitando nello stesso pianerottolo, il tragitto in comune ci toccava per forza.
Il cellulare di Chris trema e prima di scendere dall'auto lo legge. La sua espressione rimase uguale. Non era contento ma neanche triste. Era apatico.
Fù silenzioso fino l'ultimo gradino e quando lo stavo invitando ad entrare, vidi il suo sguardo fermarsi nella rampa di scale successiva.
Tutto il romanticismo era una farsa. I castelli in aria che mi stavo facendo si erano frantumati in mille pezzi.
Non dissi una parola ma entrai in casa sbattendo così forte il portone che tremò tutto l'appartamento.
Ero delusa dal suo comportamento e anche da me che stavo per credere alla sua gelosia morbosa.
Mi bastò guardare la ragazza con un vestito inguinale per capire tutto. Ho perso ore di sonno per una farsa. Lui adesso si scoperà la ragazza mentre io mi corrodo dentro. Devo andarmene da questo appartamento, al più presto.
La sveglia suona e sono ancora vestita come la sera prima, puzzo, i capelli sono diventati un nido di uccelli e gli occhi sono sbavati diventando un panda. Ho dormito 1 ora ma non mi basterà per tutto il giorno, ne sono certa.
Cerco di riprendermi con una doccia ed una bella colazione di latte e cereali con un cucchiaio di Nutella, giusto per affrontare la giornata diversamente.
Esco correndo, ma non per il ritardo, almeno non solo per quello. Volevo evitare tutti e così fu.
Al lavoro il capo mi ha chiamato nel suo studio comunicandomi il mio poco rendimento. Ci mancava solo questa. In fin dei conti non sono neanche retribuita cosa pretende?
- Devi fare gli straordinari se vuoi ancora questo lavoro. Il tuo studio sta diventando una montagna di carte che aumenta ogni giorno e non per il troppo lavoro ma per la tua poca professionalità. Hai una settimana- furono le uniche parole che mi interessarono.
Fare gli straordinari mi avrebbe aiutata a non tornare a casa fino a data da destinarsi anche perché avevo preparato un borsone da tenere in macchina con le cose che potevano servirmi e per lavare gli abiti mi servivo della lavanderia a gettoni. Si sono psicopatica, spendo soldi quando la lavatrice a casa è chiusa da giorni, mi servo di tavoli o qualsiasi cosa che trovo per dormire e crollo ogni volta che ho una pausa disponibile. L'unico amico ormai era il caffè che ne bevevo a quintali.
- Piccola non puoi continuare così- o ed ovviamente Stive era l'unico con cui avevo più di 2 minuti di conversazione, e non solo.
Dopo quella serata con Chris siamo stati insieme più o meno tutti i giorni. Nella doccia del locale, nella stanzetta, sul palco, sul bancone. Era diventata un ossessione per lui e un passatempo per me.
- Lo so. Ma dobbiamo fare il fine settimana, ricordi? Recupererò lì- ed era proprio così. Avrei toccato il letto solo quei pochi giorni.
Entrano Penelope e Mason e quei due non me la contano giusta. Li guardo cercando di capirci qualcosa ma in realtà non capisco proprio niente.
- Penny? Dobbiamo uscire. Questo fine settimana siamo in vacanza- mi guarda poco convinta.
- Vi prego cambiamo idea. La montagna no. Andiamo al mare-
- Ma si gela al mare- diciamo quasi in coro.
- In montagna no?- storce il muso guardandoci.
- Allora facciamo che... andiamo in montagna ma in un posto dove ci sia la piscina. Ci stai? Mari e monti- scoppio a ridere e mi seguono tutti a ruota.
- Ok ci sto-
Prima della serata siamo scomparse per comprare tutto il necessario per la montagna ma anche per la piscina. I ragazzi stavano cercando il luogo che ci avrebbe ospitato, sperando che scegliessero bene.
- Questo costume è stramegagalattico- si girò su se stessa fuori dal camerino e davanti gli occhi di tutti che la guardavano, le ragazze invidiose ed i ragazzi con la bava alla bocca. Una coppietta stava persino litigando a causa sua.
- Lo prendo- sentenziò.
E lei aveva scelto tutto. Io ancora ero alla scelta dei pantaloni e gli stivali per la neve.
- Non mi piace niente- mi abbandono stanca sulla panchina mentre Penelope gironzolava per gli scaffali.
- Ho trovato- spunta con due stivali da neve pelosi e bianchi.
- Sembrerò un orso polare ma sono fighi- alla fine ne prendemmo due paia, uno per me ed uno per lei.
- Adesso ti scelgo anche il costume dato che oggi sei poco presente- e lo sono davvero. Stavo ancora pensando a Chris e al suo modo di fare da stronzo. Cosa mi rappresentava fare il geloso se doveva scoparsi una dopo meno di 30 minuti? Non lo capisco.
- Ehi? Ma ci sei? Non posso provarli al posto tuo- una marea di costumi finisce sulle mie braccia e mi spinge dentro il camerino - Provali-
Per tutto il tempo io dicevo no e lei si ad ogni costume super striminzito fino ad arrivare alla scelta.
- Questo mi piace- esco con un costume abbastanza stretto ma non troppo con una fascia che strizza il seno.
- Perfetto- Ci dirigiamo alla cassa per pagare e poi tutti al locale.
Prima di iniziare la serata controllo il cellulare e trovo tantissimi messaggi. Sono tutti di Pam. Non le rispondo da quella sera con Chris. La nostra amicizia a causa del vicino stronzo, si era leggermente rovinata.
Quella sera aggiunsi dei passi in più al mio spettacolo personale. Quando la serata finì Mason aveva da ridire.
- Cloe non puoi fare come cazzo ti pare. Ci siamo preparati sempre insieme e ora... cosa ti prende?- stava frugando tra le sue cose mentre inveiva contro di me.
- Volevo improvvisare- lo guardavo anche se non mi degnava di uno sguardo.
- Non puoi. Non nel mio locale- e sta volta mi stava fulminando.
- Senti amico calmati. Non lo farà più ok? Vero Cloe?- Stive stava cercando di far tornare la pace nel gruppo. Alzo ed abbasso la testa in segno di consenso e Mason si tranquillizzó leggermente raggiungendo le docce.
- Comunque c'era la tua amica in sala questa sera- Penelope prese posto vicino a me scrutandomi.
- E quindi?-
- Vuole parlarti. È in sala- Cosa?
- È sola?-
- Si-
Mi alzo per raggiungere la porta ma la voce di Penelope mi blocca.
- Ah, l'ho invitata al nostro fine settimana. Dovete risolvere voi due-
- Cosa???? Cazzo Penny- me ne vado distrutta a parlare con Pam mentre Penelope chiedeva scusa urlando per farsi sentire.
Questo fine settimana sarebbe stato uno schifo.
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