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Cambiamenti

Ore ed ore su giornali e riviste per cercare un appartamento ed un lavoro. Sono stufa.

Mi butto sul divano con le braccia aperte. Chris non fa altro che chiamare e richiamare ma non ha capito con chi ha a che fare.

- Pensi ancora a lui?- Pam arriva dalla cucina con un vassoio pieno di schifezze e del the. Secondo lei il the purifica l'organismo dallo stress e dalle schifezze che ha appena portato, ma non sa quello che ho dentro in questo momento.

- Non fa altro che chiamare- guardo il telefono che si accende e si spegne di continuo. Non ho il tempo di aprire i social o fare qualsiasi altra cosa che sono bloccata.

- Posso sapere cosa è successo?-

- Ancora ti fai queste domande? Non è ovvio? Lui scopa e scappa. Lui non parla e fa il misterioso. Sai il bello e dannato? Ecco. Te lo presento-

- Siete andati a letto di nuovo? O tesoro siete due conigli in calore-

- Ma piantala- lancio un cuscino che finisce non proprio vicino a lei provocando una risata da parte della mia migliore amica.

- Se stai facendo tutto questo casino per una scopata tesoro... ti caccio subito da casa mia- incrocia le braccia e mi guarda in attesa di una risposta.

- Non è rimasto con me. Abbiamo fatto sesso ed é andato via-

- E allora?-

- Mi aveva promesso di rimanere- giro il telefono che continua a squillare provocando un rumore assordante.

- Oh..-

- Ecco. Lo sapevo che saresti rimasta senza parole-

Quel gran fusto del fidanzato di Pam, non avendo più intimità mi ha ceduto la casa vicino la spiaggia, in attesa che trovi un posto in cui stare.

Il rumore del mare ed i gabbiani che svolazzano qui e lì è fantastico.

Il problema è che non posso stare in eterno qui e tantomeno senza un lavoro.

Devo ammettere che abbandonare la casa in cui abitavo mi ha veramente distrutta. Ma è stata la cosa più sensata fatta fino ad ora.

Appoggiata alla ringhiera bianca, osservo il mare e mi faccio travolgere dal vento. Ripenso a tutto quello che è successo e mi sento una fallita. Ho abbandonato ben due lavori senza una buona motivazione e ho lasciato l'appartamento condiviso inizialmente con Pam per un patetico stronzo.

Devo darmi una mossa e dare un senso alla mia vita. Non posso stare qui ad aspettare chissà cosa.

Entro in quella casa non mia ed afferro il cappotto. Prendo le chiavi appese vicino l'ingresso ed esco sbattendo la porta.

Faccio un giro nei dintorni per trovare un cartello con su scritto "Cercasi commessa" o roba simile ma con scarsi risultati.

- Niente. Mi arrendo- ma quando sono pronta a rientrare in casa, eccolo il mio annuncio.

" Cercasi cameriera"

Non è proprio quello che cercavo ma è un inizio.

Entro nel bar a dir poco lussuoso e incrocio lo sguardo con due ragazzi dietro il bancone e due cameriere che girano tra i tavoli con vassoi stracolmi di roba.

- Ma quanta gente c'è?- parlo ad alta voce provocando qualche risatina proveniente da gente vicina che ha sentito la mia affermazione.

Mi avvicino al bancone e subito il ragazzo dai capelli rossi e lo sguardo penetrante mi chiede cosa desidero consumare.

- In realtà ho notato il cartello fuori. Con chi devo parlare?- il ragazzo pulisce velocemente il bancone e chiama una quinta persona che in poco tempo arriva.

- Ciao- mi porge la mano che stringo immediatamente ricambiando il sorriso.

- Sono qui per il lavoro-

- Mmm...- mi osserva e sto letteralmente pensando di andarmene. - Puoi incominciare domani. Una settimana di prova retribuita. Va bene?-

Non ci penso neanche ma annuisco semplicemente.

- Ti posso offrire qualcosa?-

-Oh no grazie. A domani-

Uscita dal bar che con la coda dell'occhio osservo ancora sorpresa dal lusso del locale e chiamo subito Pam che gioisce di gioia.

Guardo i messaggi e le chiamate accorgendomi della percentuale batteria. 10% . Tutta colpa sua. Con le chiamate che continua a fare mi sta rovinando il cellulare.

Cerco su internet un modo per bloccarlo e faccio tutta la procedura.

- Finalmente-

Il giorno seguente mi trucco e mi vesto nel modo più elegante possibile per non sembrare una fallita.

Arrivo al bar ed è chiuso. Porto le mani laterali al viso per guardarci dentro. Niente è tutto buio.

- Sei in anticipo- il ragazzo con cui ho parlato ieri si avvicina ed apre con sicurezza.

- Si... volevo.. niente lascia stare- lui mi guarda sorridendo e so benissimo a cosa sta pensando. Questa è una fallita.

- Non preoccuparti. Vieni, ti faccio vedere il locale e ti spiego cosa dovrai fare-

Le luci si aprono illuminando i tavoli lucidi e il bancone altrettanto pulito. Il pavimento sembra uno specchio dove poterti specchiare e mentre lo osservo camminando vado a sbattere contro quello che per adesso definisco "il proprietario".

- Mio Dio scusa. Sai è così bello qui che...-

-Lo so. Modestamente ho buon gusto- ed ecco che mi conferma il suo ruolo qui dentro.

Dopo aver spiegato nei minimi dettagli tutto, mi raccomanda di lasciare la ragazza sbadata a casa e portare massima serietà nel lavoro.

- Promesso- mi cambio con la divisa del bar e raggiungo il bancone.

- Dovrò farti stringere la divisa. Ti sta enorme- mi guarda in maniera a dir poco imbarazzante.

- Tu credi?- mi stiro la gonna con le mani ed effettivamente non è per niente la mia taglia.

- Si. Almeno una taglia e mezza in meno. Domani sarà pronta- si allontana afferrando il telefono e noto la sua precisione in questo lavoro. Quando si dice... sei portato, adesso capisco cosa intendono dire.

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