23 ~ Battiti di un cuore in affanno
Coruscant, aula del Senato, podio di Naboo, qualche tempo prima
L'intervento di Bail Organa era terminato e il senatore tornò a sedersi mentre il suo podio tornava ai lati della stanza.
Passò di fianco a quello della sua amica e alleata, Padmé Amidala che gli sorrise.
Il discorso di Bail era stato accolto da uno scrosciante applauso.
Quel giorno, in Senato si stava svolgendo un dibattito molto acceso, riguardo le sorti della guerra che, in quel momento, era in una pericolosa fase di stallo.
Infatti era stata resa pubblica la morte sia di Dooku che di Grievous durante la battaglia spaziale svoltasi sulla Mano Invisibile, quindi ora i Separatisti erano senza un capo effettivo, certo erano presenti vari leader minori, ma nemmeno uno aveva un terzo della autorità che avevano prima Dooku o Grievous.
Alla notizia il Senato si era diviso in due gruppi ovvero i pacifisti, i quali volevano terminare la guerra in maniera diplomatica senza altri spargimenti di sangue, e gli interventisti i quali ritenevano che l'unico modo per terminare la guerra fosse con la forza, così come era iniziata.
Padmé, insieme a Mon Mathma e Bail Organa erano le tre figure di spicco del movimento pacifista oltre a essere i leader del comitato lealista, lei non era mai stata a favore della guerra, anzi, si era battuta come una leonessa per evitare la creazione della grande armata repubblicana, anche se poi la guerra era stata inevitabile.
Anche se, Padmé iniziava fortemente a dubitare che la guerra fosse casuale o che il senato fosse ancora al pieno del suo potere.
La sua mente pratica e acuta aveva captato un po' troppe cose che non andavano ulteriormente nella Rotonda, Palpatine chiedeva sempre più potere e sempre più agevolazioni, tanto che la senatrice pensava che il Cancelliere non avrebbe restituito i poteri speciali ottenuti per fronteggiare l'emergenza della guerra.
Vi era qualcosa in quell'uomo, qualcosa che la inquietava, una luce folle e perversa brillava negli occhi del Cancelliere quando si parlava di potere e Padmé non era così stupida da non notarlo.
Quando la senatrice di Arksnis, Soraya Indilm, una donna molto bella che in quel momento indossava lunghe vesti argentate ricamate con pietre preziose, attiva sostenitrice del movimento interventista, iniziò la sua replica, il bambino nella pancia di Padmé iniziò a scalciare con forza come per protestare contro quelle parole.
-Non posso dire che la senatrice Amidala non abbia ragione, la guerra ha creato una forte crisi economica, la galassia ha bisogno di pace, ma questa pace non la otterremo contrattando con i separatisti, ma combattendo e ricacciandoli nei loro pianeti di origine, dobbiamo costringerli alla resa e l'unico modo è producendo un numero maggiore di cloni! Così li schiacceremo una volta per tutte - dichiarò la donna muovendo il pugno davanti a lei come per sottolineare la veemenza del suo intervento.
Padmé si portò una mano alla bocca, ave a voglia di urlare.
A quel punto il dibattito venne spostato sulla quantità di fondi che la repubblica poteva inviare su Kamino per finanziare la produzione di nuovi cloni.
Ma la repubblica aveva grossi problemi economici, i suoi debiti con la maggior parte delle banche intergalattiche erano enormi, esse non avrebbero mai concesso i crediti necessari per finanziare ancora l'industria bellica, quindi si sarebbe arrivati ad aumentare le tasse e a subirne le conseguenze sarebbero stati i pianeti più poveri ed economicamente più fragili.
No, Padmé non poteva permettere che, ancora una volta, i pianeti più poveri pagassero il prezzo più alto.
Il suo bambino continuava a muoversi nella sua pancia, come a convincerla ad agire.
"Tutto papà" pensò Padmé reprimendo la voglia di ridacchiare, quel piccolino o piccolina non era ancora nato e già dimostrava l'impazienza di Anakin.
Lei accennò un sorriso dolce prima di chiedere la parola.
Avrebbe voluto poggiarsi una mano sulla pancia per calmare il suo piccolino non ancora nato, ma non poteva in pubblico, la sua gravidanza doveva rimanere segreta, almeno finché il bambino o bambina non sarebbe nato.
-Alla senatrice Amidala è concesso di parlare! - concesse Mas Amedda, braccio destro di Palpatine.
Il Cancelliere si alzò in piedi, come tutte le volte che Padmé parlava.
Era stata lei, quando era regina di Naboo, ad appoggiate la sua nomina a Cancelliere e, da una parte lui le era grato, anche se era comunque una spina nel fianco non indifferente.
Il podio di Padmé si staccò dalla parete per raggiungere il centro della sala, prese fiato e iniziò a parlare.
-Colleghi senatori, la proposta della senatrice Indilm mi pare un po' troppo azzardata, voglio dire sappiamo tutti come sono le finanze della Repubblica, la nostra economia è in crisi, i debiti sono tanti, troppi e ci vorranno anni e anni di pace per riuscire a rimettere in piedi una economia così tanto in crisi dopo tre anni di guerra. Il nostro popolo chiede solo una cosa: la pace. E noi che cosa offriamo? Ancora guerra, ancora finanziamenti all'industria bellica. I fondi che dovremmo raccogliere dovrebbero essere quelli per aiutare i nostri concittadini ad uscire da questa crisi che li sta lentamente uccidendo, non per creare nuovi soldati da mandate in guerra e ai cloni che combattono ora cosa succederà? Nessuno di noi a mai pensato al loro destino a guerra finita, io propongo di concentrare il nostro dibattito su questo. - dichiarò Padmé con risolutezza.
Il suo discorso venne accolto con un grande applauso sia dai pacifisti, sia dagli interventisti, non che questo fosse una novità Padmé era una politica molto apprezzata in ogni angolo della galassia.
Mentre il suo podio tornava al suo posto la senatrice alzò lo sguardo e incontrò due occhi color del cielo che conosceva molto bene, eppure le sembrava strano che Anakin fosse andato in Senato.
Osservando bene, Padmé notò che era James, l'uomo era appoggiato ad un divanetto nella sezione ospiti del Senato dove a volte vi erano alcuni maestri Jedi.
La senatrice gli fece un cenno con la mano e l'uomo si esibì in un elegante inchino.
Padmé doveva parlare con James, da sola, assomigliava troppo ad Anakin per ignorarlo, la barba lo rendeva più grande, gli occhi erano più profondi era di molte meno parole, ma Padmé sapeva riconoscere il grande amore della sua vita se lo vedeva a qualunque età.
James era Anakin, ormai la senatrice ne era certa, anche il fatto che lui avesse cercato di non guardarla negli occhi la prima volta che avevano parlato.
Qualcosa dentro di lei glielo suggeriva, e per avere conferma doveva parlargli.
La seduta venne aggiornata e Padmé fu libera di uscire dall'aula.
James era appoggiato ad una parete con la spada laser appesa al fianco e un blaster.
-Ah James, cercavo proprio te - dichiarò la senatrice affiancando l'uomo.
-Cosa posso fare per voi? - domandò lui con aria seria.
-Seguimi, devo parlarti, in privato - rispose lei con fare misterioso.
L'ex Sith avrebbe voluto evitare, ma non poteva, Padmé era di rango infinitamente superiore rispetto al suo, quindi non poteva dirle no.
Il capitano Typho scortò la senatrice fino al suo appartamento, l'altro Anakin non c'era e i due erano soli.
Padmé si chiuse in camera e si liberò del pesante abito che aveva indossato in senato.
Il fatto che fosse molto largo serviva a nascondere le sue curve rese più rotonde dalla gravidanza.
Tenerla nascosta era difficile, ma c'è l'avrebbe fatta.
Quando uscì, ad Anakin venne un colpo, la donna indossava una veste di velluto verde che metteva in evidenza le sue curve, ma senza involgarirle.
-Sei bellissima - fu l'unica cosa che Anakin riuscì a dire dimenticando i formalismi, e il fatto che nessuno doveva sapere la verità su di lui.
-Tu continuerai ancora a fingere di non essere chi sei in realtà? - la domanda spiazzò Anakin.
Sapeva quanto Padmé fosse intelligente e abile in certe cose, ma non si aspettava che la sua copertura saltasse alla prima occhiata.
-Tu sei lui, James di Jakku, o meglio Anakin Skywalker, perché è questo il tuo vero nome, non è vero? - dichiarò Padmé avvicinandosi.
Anakin abbassò lo sguardo e lasciò andare un sospiro sedendosi su uno dei divani del salone.
-Come hai fatto a capirlo?
-Non è difficile comprendere i segreti di una persona quando la conosci come io conosco te. - dichiarò la senatrice.
Era vicinissima, Anakin poteva sentirne la presenza, ma non osava guardarla, la ferita di ciò che le aveva fatto era ancora forte e averla così vicina gli faceva veramente male.
Padmé si inginocchiò davanti a lui e gli fece alzare lo sguardo, incatenando i suoi occhi a quelli di Anakin.
-Cosa ti ha portato indietro, amore mio? Perché sei più grande dell'Anakin che conosco io. Cosa ti è successo? Hai uno sguardo sofferente, eviti i miei sguardo, cerchi in tutti i modi di aiutare Anakin, lo so perché lui si fida, nonostante ti conosca da poco. -
-Sicura di volerlo sapere, angelo? - domandò l'ex Sith guardando la sua amata finalmente negli occhi.
-Sí.
Padmé gli accarezzò il collo sentendo i muscoli tesi sotto la pelle, Anakin non fece nulla per respingerla, gli era mancata troppo per pensare di allontanarla.
-Anakin ti ha parlato dei suoi sogni? - domandò ad un certo punto l'ex Sith.
-Quali sogni?
-Tipo quelli che facevo quando mia madre stava morendo - dichiarò Anakin alzandosi dal divano e allontandosi leggermente da lei, puntando lo sguardo sul traffico di Coruscant.
Padmé scosse la testa.
Questo era un bene, almeno in parte.
Qualcosa però distrasse Anakin dal suo racconto, un grido di allarme dalla Forza, pericolo.
-Padmé! A terra - ordinò l'uomo, tuttavia la senatrice sarebbe stata colpita in pieno se l'ex Sith non si fosse buttato addosso a lei venendo colpito alla schiena da un dardo avvelenato.
L'uomo crollò a terra privo di sensi.
Padmé afferrò il blaster che portava nella manica del vestito e iniziò a sparare riuscendo a uccidere il sicario.
A quel punto la donna tentò di rianimare il marito ma era inutile.
Il dardo era penetrato in profondità.
-ANAKIN! ANAKIN! SABÉ CHIAMA UN MEDICO! PRESTO!
Angolo Autrice : e qui vi lascio, lo so è una scena da cardiopalma, ce la farà il nostro ex Sith? 😉 Lo scopremo solo vivendo 😏😏😏
Alla prossima 😉😉😉
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