capitolo 8 - Sogni
Ho sempre avuto molte idee, molte storie, molti progetti diversi. Di una cosa ero certo senza alcun dubbio: avrei lavorato con gli aerei. Non so proprio il perché fin da piccolo mi portavo dietro questa ambizione, giocando con videogiochi degli aeroplani per ore, immedesimandomi nel pilota mentre volava su una tratta nota. Mi dà una sensazione di pace e di armonia, tutto è come dovrebbe essere, osservo il tramonto del sole, finisco la check-list pre avvicinamento, accendo le luci in cabina, l'odore del caffè inonda la stanza. Comunichiamo alla torre la nostra posizione e siamo pronti per la discesa in mezzo al traffico in arrivo all'aeroporto di John F. Kennedy di New York prima di prepararsi alla discesa. O, guardando fuori dal finestrino, seduto sul seggiolino della macchina dei miei genitori, immaginando di volare al loro fianco su un aereo acrobatico.
Queste emozioni, il brivido scaturito da questi pensieri mi dava la motivazione per fare tutto quello che facevo, di voler arrivare alla meta, di godermi il viaggio sì, ma di volerlo fare da vincitore!
Senza questa ambizione, probabilmente, non sarei mai uscito da camera mia.
Questo sogno era vivo e raggiungibile per me, peccato che non lo fosse per chi mi circondava. Infatti, per molti anni, ho dovuto ascoltare più e più volte la stessa storia piena di consigli e di suggerimenti sul mestiere del pilota da persone che non avevano neanche mai visto la cabina di comando di un aeroplano. Così per cinque anni, dai dodici ai diciassette, smisi di credere nei miei sogni, smisi di inseguirli e cercare di raggiungerli.
Poi arrivò il giorno in cui ero stufo di procrastinare. Quel giorno ero seduto sul sedile posteriore di una Citroën rossa e decisi di prendere il coraggio per le mani, ripromettendo a me stesso di diventare un pilota! Sogno che realizzai solo molti anni dopo.
Essere salito nella cabina di pilotaggio come pilota in comando per la prima volta, dopo anni di addestramento e di duro lavoro, mi ha lasciato un ricordo pieno di brividi e lacrime di gioia.
Otto anni prima sembrava tutto perso, non ce l'avrei mai fatta, era meglio tornare a casa e trovarmi un lavoro normale, chiudendo quel cassetto pieno di sogni; metterci un lucchetto e buttarlo giù per un dirupo. Invece no, ho deciso di vivere le mie emozioni, di poter guardarmi allo specchio a distanza di anni e dire "ho fatto tutto, tutto il possibile per realizzare i miei sogni e ora sono qui". Le sconfitte sono molte, i momenti tristi e soli, pure; non importa cosa fai nella vita, ti chiederai spesso se quello che hai fatto è giusto o meno. Devi essere d'accordo con le tue decisioni, e puoi esserlo solo inseguendo le tue percezioni, i tuoi obiettivi e i tuoi sogni.
Naturalmente anche una volta "arrivato" non fu tutto rose e fiori, anche perché se smettessimo di lavorare verso un obiettivo inizieremo piano piano a morire dentro, perché non avremmo più mete da raggiungere e sfide da superare.
Ricordati: l'importante non è l'arrivo ma il percorso che fai per arrivarci; è quello che ti ricorderai per sempre, goditi il viaggio perché comunque vada sarà fantastico.
//spazio autore//
Chi non ha un sogno nel cassetto...
Tutti secondo me hanno un desiderio nascosto, un'idea che vorrebbero fosse realizzata.
Qaul è la tua? Qual è il tuo sogno nel cassetto? Dai condividilo nei commenti! Chissà, potrebbe essere un primo passo per vederlo realizzato!
DB
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