Finito l'asilo, che è circondato da ricordi sfocati e confusi, tra cui lo scavare, con un gruppo di amici, un buco nel terreno per poi naturalmente prendere uno Space Shuttle ed andarcene nello spazio...

Il mio primo giorno di scuola alle elementari è più vivido forse perché tanto atteso: mi rendeva il bambino più contento e felice della terra!

C'erano tanti compagni, molti li conoscevo già dall'asilo, altri avevano frequentato scuole materne diverse e dovevo ancora conoscerli.

Ricordo tante foto, tanti genitori sdolcinati che non lasciarono iniziare la lezione stando sull'uscio della porta e salutando i loro piccoli.

Continuando, le cose acquistarono una certa normalità, le lezioni duravano fino alle quattro del pomeriggio e questo ci permetteva di tornare a casa senza compiti.

La scuola era situata in un basso ma molto esteso edificio verde, dalle sembianze di un ospedale, se non fosse stato per le urla di gioia dei bambini durante le ricreazioni e tutti i disegni coloratissimi appesi alle finestre.

Avevamo due intervalli, uno verso le dieci di mattina e uno dopo pranzo di poco meno di un'ora, dove davamo il meglio di noi stessi, con giochi di ogni tipo: diciamo che qui ho imparato tutto quello che mi serviva per giocare d'estate, ma non solo!

Alle scuole elementari ho imparato quanto sia importante venire gratificati per il lavoro svolto e quanto l'unione, in un gruppo, faccia la forza.

Ero un bravo studente e devo dire che la scuola mi piaceva molto, mi piacevano le relazioni con i compagni, fare parte di un gruppo e a volte esserne a capo.

Crescendo andai alle scuole medie; forse a causa di un'insicurezza generale o a causa di alcuni diverbi tra i miei genitori mollai vela, uno sport che ormai mi accompagnava da anni e dove avevo raggiunto interessanti risultati agonistici a livello regionale e nazionale. Smettendo di fare qualcosa che mi teneva impegnato, focalizzato e competitivo, la mia situazione scolastica peggiorò. Non voglio puntare il dito, ma sicuramente il conseguente divorzio dei miei genitori, non deve aver aiutato.

Sono stato tra i migliori della classe per tutte le scuole elementari, diventando il peggiore a metà terza media, dopo il trasferimento in un'altra città.

Tendevo a recuperare un po' verso la fine dell'anno, giusto per essere promosso, e tenni questo modo di fare fino alla fine della quarta superiore, quando capii che stavo lasciando scappare il mio vero sogno, il mio vero obiettivo, cioè di diventare pilota in aviazione. Era ora di cambiare e di darci dentro, darci dentro davvero.