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capitolo 2 - Giochi d'infanzia



Ed era un'altra di quelle fresche serate estive di fine giugno. Cenavo ed ero pronto per andare fuori a giocare con i miei amici, un gruppetto di ragazzi che, come sempre, si triplicava durante l'estate, dato che tante famiglie si spostavano al mare per godersi un po' di freschezza durante i mesi più caldi. Ragazzi da Milano, chi dalle Dolomiti, chi ancora da qualche paese limitrofo: tutti si trasferivano al mare per godersi qualche settimana di relax e freschezza.

Fatalità dell'albergo: tutte le sere andavo a giocare proprio sotto casa mia e dei miei nonni, in quella pista in tartan di cui ti parlavo prima, al parco davanti a casa. Se ci penso ora, già mi sembra strano, ma senza i telefoni cellulari ormai usati a tutte le età mi ricordo che i nostri incontri in quel parco erano del tutto casuali. Di anno in anno, quando l'estate bussava alle porte, la sera, dopo cena, un gruppo di ragazzi dagli accenti più disparati si riuniva senza nessun appuntamento, il tutto velato da un muto comune accordo.

Ci trovavamo sull'imbrunire e giocavamo fino alle 9:30 o 10 di sera, così potevamo approfittare dell'ulteriore freschezza notturna.

Spesso giocavamo a nascondino; ricordo che era sera, quindi le partite si mischiavano ad un gioco di ombre e paure di luoghi troppo bui per andare a controllare. Proprio per questo le partite diventavano lunghe ed intense, finché magari qualcuno andava a casa e venivamo a scoprire che fine aveva fatto solo il giorno dopo. Ad ogni modo, le serate in cui davamo il meglio di noi era quando giocavamo a guardie e ladri.

Partite che duravano ore, dove se qualcuno andava a casa era perché era esausto, e non ce la faceva più. Un gruppo assumeva il ruolo dei ladri: scappava e si nascondeva. Le guardie contavano dando tempo ai ladri per potersi nascondere, perché per essere catturati bastava semplicemente essere toccati dalle guardie, finendo così in prigione. Purtroppo però nelle partite più intense questa regola non veniva rispettata e uno finiva a strattoni in prigione o si liberava e scappava.

Questo gioco dava molta energia a tutti, in certi casi ci faceva divertire come non mai, facendo cose che non avremmo mai fatto se non per l'adrenalina del gioco, come saltare intere rampe di scale, balzare giù dal ramo di un albero o quasi finire per azzuffarci per non essere catturati.

Da piccolo inoltre, prima di azzuffarmi a guardie e ladri, essendo il primogenito ho dei ricordi fantastici con cocco-Mini-sa. No, non era un lontano cugino giapponese, bensì il mio amico immaginario!

E sì, aveva un nome più unico che raro.

Con cocco-Mini-sa giocavo assieme, dormivo assieme e cenavo assieme, dato che facevo apparecchiare per quattro a mia mamma ed intrattenevo inoltre lunghe discussioni con lui e mio padre. Spendevo molto tempo di qualità con qualcuno che non vedevo e che più o meno sapevo non esistere, ma di cui mi piaceva fantasticare, magari meno di quello che mi rende felice ricordare, ma comunque furono dei momenti fantastici, del tutto svaniti all'arrivo di mio fratello.  


//Angolo autore//

Ciao a tutti!

Vi è piaciuto questo capitolo dedicato ai giochi d'infanzia?

Voi quale gioco preferivate da bambini?  

Al prossimo capitolo...

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