capitolo 12 - I viaggi
Penso che il primo viaggio a diciott'anni sia stata una delle esperienze fondamentali nella mia vita, principalmente perché mi ha aperto un sacco di porte per il futuro, ma anche perché è stato il mio primo emblema di libertà ed indipendenza, compiuta la maggiore età. Faccenda che ti apparirà normalissima quando leggerai questo scritto, ma che non era proprio nella norma per un ragazzo italiano. Ho intrapreso un'avventura da solo, dall'altra parte del mondo, in Australia.
Non c'erano troppe motivazioni o sogni che mi portavo da anni nel cassetto, ho preso la decisione di intraprendere la mia avventura, sono stato deriso da alcuni e sostenuto da altri. Poi, semplicemente, sono partito.
Mai mi sarei aspettato tanto, mai mi sarei aspettato di poter sviluppare una prospettiva sulla vita completamente diversa da quella che avevo fino a prima di andarmene.
In due anni all'estero non avrei mai pensato di riuscire a capire dinamiche sociali, dinamiche che ci spingono ad agire in un certo modo piuttosto che in un altro, a compiere certe azioni, a comprendere la mia percezione ed il lavoro del mio istinto, ma soprattutto capire chi sono e cosa voglio dalla vita!
Si trovano soluzioni quando si hanno domande e si cercano risposte; un viaggio all'estero non è necessariamente la risposta ma, ehi, se non hai domande sulla vita e non sai che cosa fare, vai lontano, scopri, esplora. Vedrai che le domande ti verranno spontanee.
Arrivato in Australia finii a lavorare in un posto in mezzo all'outback australiano, le parti remote al centro del continente.
Lavorai lì per circa due mesi, in un piccolo paesino, con due ragazzi tedeschi e un ragazzo neozelandese, potando alberi con la motosega: lavoravamo sei ore, tornavamo a casa, guardavamo un film, cenavamo e dormivamo; e poi ripetevamo, sei giorni su sette.
Il lavoro durò circa due mesi, poi finii i miei ottantotto giorni di lavoro regionale in un agriturismo in Queensland, sempre in una zona sperduta, forse più sperduta e sicuramente più secca.
Vivevo con una coppia inglese, lui dall'Inghilterra e lei dalla Nuova Zelanda, i quali si erano conosciuti in Sud Africa. Avevano poi deciso di girare il mondo in barca a vela, fermandosi in Australia e decidendo in seguito di aprire un agriturismo; bellissime persone, mi insegnarono un sacco, soprattutto a suonare la chitarra! Erano felici: avevano seguito la loro percezione nel fare quello che sentivano giusto, non si ponevano limiti su quello che avrebbero potuto fare o meno, ed ogni loro desiderio si realizzava.
Dopo ottantotto giorni in mezzo al "deserto" tornai in città. Ero felicissimo, sebbene non fossi un ragazzo di città volevo trovare ragazzi nella mia stessa situazione, dei coetanei con cui condividere le mie e le loro avventure. Quando si viaggia in un luogo come l'Australia a diciott'anni con uno zaino sulla spalla, tutti i ragazzi che stanno vivendo la tua stessa avventura diventano subito amici per la pelle, come compagni militari in una missione.
Dopo essermi riabituato alla popolazione, capii che era il momento di continuare il mio percorso; volai a Nord, dove conoscevo una ragazza con la macchina che stava viaggiando da quelle parti. Non ci pensai due volte!
Airlie Beach era il nostro punto di partenza, un paradiso tropicale nel nord-est australiano.
Passai un periodo un bellissimo, feci il bagno nudo in un'isola in mezzo all'oceano, poi vestito di una tuta speciale per proteggermi da meduse mortali feci un tuffo da una roccia altissima vicino una cascata e finii nel mezzo di un incendio forestale.
Vissi su un'isola per qualche settimana, poi continuai il viaggio tra passaggi auto-stop e autobus.
Per ultimo mi fermai a Sydney, il mio punto di partenza, passando da farmi docce nelle stazioni di servizio a vivere in una villa con piscina e campo da tennis, badando al cane e al gatto di una famiglia mentre era in vacanza all'estero, formando così un'amicizia che dura tutt'ora.
Alla fine tornai in Italia per inseguire la carriera aeronautica: la prima volta finii il tirocinio per entrare, vestii la divisa ma venni scartato subito dopo.
Tornai così in Australia per un anno e mezzo, dove trascorsi il periodo di permanenza più lungo, dal momento che i progressi nel mondo del lavoro mi avevano spinto ulteriormente fuori dalla zona di comfort. Tutto ciò mi insegnò molto; mi insegnò a voler conoscere ed esplorare, migliorarmi e costruire qualcosa di grande dando qualcosa indietro a tutte le persone che mi avevano aiutato nel mio percorso.
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